Ma allora, esiste Atlantide?

"Oltre quelle che ancor oggi si chiamano Colonne d'Ercole si trovava un grande continente detto Poseidonis o Atlantis, che misurava tremila stadi in larghezza e duemila stadi in lunghezza, più grande della Libia e dell'Asia prese assieme, e da questo si poteva andare sulle altre isole e da quelle isole ancora alla terraferma che circonda il mare in verità così chiamato".

Con queste parole Platone inizia a parlare di Atlantide, la favolosa terra scomparsa, e ne continua la descrizione, con quella che dovrebbe essere stata la storia, nei suoi famosi dialoghi Timeo e Crizia.

Se anche le imprecisioni non sono da scartare, soprattutto in questi ultimi punti, dobbiamo subito notare che i due dialoghi non sono frutto di pura fantasia. Lo stesso autore, quasi prevedendo l'atteggiamento dei posteri, sottolinea che la sua narrazione, "pur sembrando strana, è rigorosamente vera". Essa infatti venne tratta dal racconto fatto da dal grande legislatore ateniese Solone, dopo una visita compiuta in Egitto dal 570 al 560 a.C. Il celebre arconte ebbe modo di ammirare, fra l'altro, le iscrizioni fatte eseguire 600 anni prima dal faraone Ramsete III sulle mura del tempio di Medinet Habu (in parte ancora oggi visibili), e se le fece tradurre dal sacerdote tebano Sanchis, contando di usarle per un'opera poetica. Solone morì però un anno dopo, e i suoi appunti giunsero in possesso di Platone.

La sua narrazione ci offre la visione di un paese paradisiaco, dove i metalli abbondavano, e fra questi l'oro e l'argento, con una misteriosa lega chiamata oricalco, dove gli abitanti "usavanoanche le due fonti, la calda e la fredda, che scorrevano in grande abbondanza e offrivano acqua adatta a tutti gli usi; essi posero attorno ai palazzi le piantagioni adatte e costruirono bagni"... [*]

Ebbene, oggi, a distanza di migliaia di anni dai fatti descritti sopra, secondo alcune indiscrezioni, una passeggiata su Google Earth avrebbe contribuito alla scoperta di Atlantide, la mitica città sommersa. L’autore della scoperta sarebbe un ingegnere dell’aeronautica Britannica che, attraverso Google Earth, avrebbe individuato al largo delle coste Africane, a circa 900 chilometri dalle isole Canarie, una zona con una conformazione del terreno non naturale. La zona interessata avrebbe le dimensioni del Galles.

Tuttavia, sembra che Google consideri il tutto solo un errore, dovuto ad una cattiva rilevazione dei fondali marini, compromessi da segnali sonar.

Eppure, riporta notebookitalia.it, dei dubbi restano: come mai ci sono delle linee interrotte nei presunti percorsi delle barche? Google spiega che “ogni zona non tracciata è segno di quanto poco sappiamo realmente dei fondali oceanici”.

Sebbene in questo caso il ritrovamento sia stato fittizio, non sarebbe la prima volta che Google Earth contribuisce a scoperte geografiche: ricordiamo ad esempio il rinvenimento dei resti di un’antica villa Romana e di un’intera foresta in Mozambico, popolata da specie ritenute estinte o del tutto sconosciute. Per chi comunque volesse provare il brivido del mistero e guardare con i propri occhi la (finta) città di Atlantide riportiamo le esatte coordinate di Google Earth: 31 15'15.53N, 24 15'30.53W.

[*] dimensione x (EDIPEM)

Immagine: atlantis2012.eu


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