Mare Nostrum o Toxic Patch?

Ci sono tutti gli ingredienti per uno spettacolare film d'azione alla James Bond, in cui il cattivo è una organizzione criminale tipo Spectre, specializzata nel traffico di rifiuti tossici, ben ramificata nei meandri della società civile. D'ora in poi, grazie alle sue gesta poco edificanti, di cui si sapeva già abbastanza, ma che un collaboratore di giustizia ha ulteriormente rivelato, (dopo 17 anni, grazie ad un robot telecomandato, è stato rinvenuto nelle acque del Tirreno, sepolto tra le alghe a 500 metri di profondità, un grosso mercantile, probabilmente il Cunski, fatto inabissare al largo di Cetraro nel 1992), il mare Nostrum potremo cominciare col chiamarlo Toxic Patch, se si pensa che sono almeno 40 i cargo affondati, inspiegabilmente nel Mare Mediterraneo, negli anni 80 e 90, colati a picco coi loro carichi misteriosi, tra i quali certamente rifiuti tossici nocivi e rifiuti radioattivi, che hanno generato fiumi di denaro nelle tasche della criminalità organizzata.

"C'è una rete di malaffare" dice Sebastiano Venneri, vice presidente di Legambiente al TG uno "che oltre la criminalità organizzata coinvolge anche faccendieri, imprenditori, armatori...". Secondo il collaboratore di giustizia, che ha permesso di svelare il grosso traffico, i traffici di rifiuti velenosi non sono finiti. Si presume che dietro questo enorme traffico vi siano intrighi internazionali inimmaginabili che, ha detto Venneri, sviluppano un giro di affari di oltre 7 miliardi di euro all'anno.

Le cosidette navi a perdere, quelle salpate da un porto e mai arrivate a destinazione, sono quelle di cui non si ha nessun allarme lanciato, e dove anche gli equipaggi scompaiono nel nulla. Recentemente, un caso del genere, sembrava potesse riguardare anche la Arctic Sea, la nave con un equipaggio russo di 13 uomini, battente bandiera maltese, scomparso il 28 luglio in Atlantico, che trasportava, ufficialmente, un carico di legname, e che si pensava potesse essere stata attaccata da pirati, prima che rispuntasse dal nulla, a 700 chilometri da un'isola dell'arcipelago di Capo Verde.

Tra le navi scomparse nel nostro mare vi sono la Mitica, partita da Marina di Carrara e affondata nel Tirreno calabrese nell'ottobre del 1986, seguita un anno dopo dalla sparizione della motonave francese Rigel inabissatosi a 20 miglia da Capo Spartivento. Sul fondale dela Canale di Sicilia nel maggio 1993 scompare la motonave Marco Polo. In questo caso, si è riscontrata la presenza di radioattività da torio 234 su campioni di alghe e materiale ferroso prelevati a seguito del rinvenimento in mare (nell’aprile 1994), al largo delle coste della Campania, di alcuni containers persi dalla citata nave. Nel novembre 1995 affonda fra Ustica e Trapani per un falla, la Koraline, una nave tedesca, partita da La Spezia due giorni prima con 285 cointaners, di cui alcuni contenenti, pare, uranio 238.

Secondo le norme vigenti bisogna sapere che il "traffico illecito di rifiuti" consiste in una qualsiasi spedizione di rifiuti che avvengono senza il consenso delle autorità competenti interessate (paesi di destinazione e transito), inoltre in questi casi le movimentazione di rifiuti non sono accompagnate da corretta documentazione. Il traffico dei rifiuti è un problema che non interessa solo l'Italia ma molti paesi del mondo, soprattutto quelli in via di sviluppo (in quanto spesso sono i destinatari finali dei rifiuti stessi) ed infatti la movimentazione illegale dei rifiuti avviene sia su territorio nazionale che internazionale.

Immagine:independent.co.uk/

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