MIRAS, lo strumento che controlla il circolo dell'acqua sul nostro pianeta


Come l'uomo che, grazie alla tecnologia, è in grado di controllare il proprio corpo per conoscerne lo stato di salute, e porvi possibilmente, rimedio, anche il nostro pianeta abbisogna di strumenti sempre più sofisticati per controllare il suo stato di salute.

Il SMOS (Soil Moisture and Ocean Salinity) dell'ESA, lanciato dal cosmodromo di Plesetsk nel nord della Russia, il 2 novembre, ha portato in orbita uno di questi sofisticati strumenti. Si chiama MIRAS (Microwave Imaging Radiometer using Aperture Synthesis), ed è un radiometro interferometro a cui spetta il compito di elaborare la mappa dell'umidità del suolo e la salinità degli oceani. Questo per renderci più edotti sulla conoscenza dell'importante ruolo svolto dalle due variabili che regolarizzano il ciclo Terra e Acqua sul nostro pianeta .

Dopo l'accensione, MIRAS sta lavorando splendidamente con tutti i sottosistemi chiave, tra cui ricevitori, fibre ottiche e unità di correlazione.
 
MIRAS lavora sulla frequenza L-band (1,4 GHz) con 69 ricevitori montati su braccia a Y, per misurare la radiazione a microonde emessa dalla superficie della Terra, ma rileveranno pure l'umidità del terreno. I dati forniti da MIRAS saranno importanti per modellare il tempo e il clima, la gestione delle risorse idriche, la pianificazione dell'agricoltura, la circolazione delle correnti oceaniche e studi di previsione sui eventi catastrofici, come le inondazioni.

Il tema acqua è molto importante per la nostra sopravvivenza. E siccome risulta che l'acqua sulla Terra è il 40 per cento in meno di trent'anni fa, e che nel 2020 tre miliardi di persone resteranno senza. Sotto la spinta della crescita demografica e per effetto dell'inquinamento, le risorse idriche pro capite negli ultimi trent'anni si sono ridotte del 40 per cento. Gli scienziati avvertono che, intorno al 2020, quando ad abitare la Terra saremo circa 8 miliardi, il numero delle persone senza accesso all'acqua potabile sarà di 3 miliardi circa.

Le soluzioni prospettate finora per far fronte al problema hanno cercato di aumentare l'offerta, piuttosto che di contenere la domanda, rivelandosi però inefficaci: le grandi dighe sono al centro di dibattiti per gli alti costi umani e ambientali e per la razionalità ecologica, mentre la desalinizzazione, oltre ad avere costi economici proibitivi, presenta forti controindicazioni dal punto di vista ambientale ed energetico. Questi e altri stratagemmi mostrano tutti i loro limiti rispetto al complesso ecosistema del ciclo dell'acqua.
 

Alla fine della sua missione, che avrà una durata di tre anni, SMOS  sarà in grado di produrre la prima mappatura globale ottenuta dallo spazio dell’umidità del suolo e della salinità degli oceani, da dove provverranno certamente preziosi consigli sul come trattare questo tema delicato, 


Fonte: www.esa.int/ 
immagine: timestars.org


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