I diamanti dello Zimbabwe fermano la conferenza del Kimberley Process

Il più grande deposito di diamanti del mondo, rinvenuto nello Zimbabwe, fa fermare la conferenza del Kimberley Process. 

Sebbene lo Zimbabwe sia un paese ricco di minerali, il vantaggio di possedere e sfruttare queste risorse naturali è ben lungi dal poter riassettare il ricco paese africano, il quale continua a cimentarsi con un malessere economico apparentemente insormontabile.

Lo Zimbabwe, nel corso degli ultimi anni è stato al centro di scoperte minerarie di grande valore, come ad esempio quelle riguardante i diamanti, il cui valore potrebbe bastare a rimpinguare un PIL senza precedenti, che nel 2009, secondo il Fondo Monetario Internazionale, è stato di 4,4 miliardi di dollari. Lo Zimbabwe necessita infatti di nuovi capitali per combattere la fame, le malattie e la povertà. 

Adesso poi, che nell'est del Paese, precisamente nella concessione Marange, è venuto alla luce un enorme giacimento di diamanti, si pensa che il Presidente Robert Mugabe possa utilizzare i nuovi introiti per attività interne di finanziamento.

Sebbene Mugabe, al potere da circa trent'anni, debba condividere il potere coi suoi rivali di lunga data del Movement for Democratic Change, resta comunque il padrone indiscusso del Paese, tant'è che la concessione di Marange è sorvegliata da un ministero gestito dal suo partito, lo ZANU-PF, e protetto da un esercito che non lascia passare neanche una formica.

Dopo il colosso minerario De Beers Diamond, alla fine dello scorso anno la concessione mineraria Marange, che si trova in un'area di circa 265 miglia quadrate, cui 46 mila si pensa siano di solo diamanti, è passata nelle mani di due società in joint venture con la società mineraria statale, e già alla fine di maggio aveva raccolto 4,4 milioni carati di diamanti.

Secondo il geologo Mark Van Bockstael, a capo di un gruppo di esperti dell'Onu con il compito di fermare il commercio dei diamanti insanguinati, tuttora in attesa da parte delle autorità competenti della relazione geologica sul campo, il nuovo giacimento potrebbe produrre 1000 milioni di dollari, a 1,7 miliardi dollari l'anno, utili che porrebbero lo Zimbabwe al top tra la mezza dozzina dei maggiori produttori mondiali.

Secondo Chaim Even-Zohar, capo della Tacy Ltd., una società di ricerca consulenza diamantifera israeliana, l'estrazione dei diamanti di Marange potrebbe raggiungere il 25% della fornitura mondiale.

La grossa scoperta però, suscita la preoccupazione che le ricchezze possano essere utilizzate per sovvertire i tentativi di portare la democrazia in un paese che soffre da lungo tempo un dominio autoritario, oltre che finanziare nuovi conflitti.

Tuttavia, prima che lo Zimbabwe possa vendere i diamanti Marange sui mercati internazionali, le pietre debbono affrontare una prova cruciale proprio in questa settimana. In una riunione che ha avuto inizio lunedi a Tel Aviv, il Kimberley Process (KPCS), la cui missione è quella di arginare il commercio di diamanti insaguinati utilizzati per finanziare i movimenti ribelli (che hanno alimentato le guerre in Angola, Sierra Leone e Congo) esaminerà se i diamanti Marange possono essere sdoganati per l'esportazione. Più di 70 paesi si sono impegnati a non commercializzre con le nazioni che non rispondono agli standard stabiliti.

Gli interessi in gioco sono enormi, tant'è che è stato impedito all'avvocato Farai Maguwu, uno dei massimi esperti in materia diamantifera dello Zimbabwe, di partecipare alla riunione del Processo di Kimberley di Tel Aviv, fatto arrestare con l'accusa di fornire false informazioni al Kimberley Process monitors. Pare però che l'avvocato sia riuscito lo stesso a fornire informazioni a Mr. Chikane, un uomo d'affari sudafricano, assegnato dal Kimberley Process per monitorare i campi diamantiferi di Marange.

Al momento, mentre la conferenza di Tel Aviv volge al termine, si attende che vengano certificati i diamanti per l'esportazione dalla miniera di Marange. Tuttavia, il raggiungimento di un consenso sulla questione... resta ad un punto morto, ha affermato Boaz Hirsch, presidente del processo di Kimberley. E sebbene gli atti dei membri del Kimberley Process vengano negati ai mezzi di informazione, uno dei partecipanti ha detto che Stati Uniti, Australia, Canada ed Unione europea non supportano la ripresa delle esportazioni di diamanti Marange, mentre la maggior parte dei paesi africani, Brasile, Cina, Russia, India e Emirati Arabi Uniti vogliono la ripresa della esportazioni, sulla base di un recente rapporto concordato, appunto, dal Kimberley Process.

Sull'argomento diamanti potete leggere anche questo vecchio articolo: Se non ci fossero le donne i diamanti sarebbero sassolini

Immagine: www.telegraph.co.uk/

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