L' e-waste di ritorno...

Subito dopo ferragosto ho voluto rassettare la mia stanza da lavoro, gettando cartaccia inutile, togliendo quadri, poster e vecchie immagini dalle pareti. Dopo una ventina di minuti, mentre ero intento a sistemare gli scaffali della libreria, mi sono ritrovato alle prese con un grosso problema: dove gettare tutti quei  rifiuti elettronici che si stavano accumulando frettolosamente? 

Mi riferisco ad un hard disk obsoleto, da un paio di cuffie rotte, ad una serie di prese, carica batterie, "ciavatte", prese scart, telefonini antiquati... senza contare poi quello che c'era nei cassettoni e sul ripiano in basso del mobile sulla parete opposta: una vecchia stampante, il cabinet d'un pc con monitor vecchio stampo ed un paio di televisori... insomma una montagna di e-waste

Subito mi è sorto un interrogativo: dove gettare tutta questa roba? 

Se avessi fatto come fa una discreta parte della nostra società civile, avrei gettato tutto nei cassonetti, dove mi sarei anche liberato, lasciandoli li nei pressi, dei pezzi grossi quali televisori, monitor e cabinet. Ma siccome sono con la testa da tutt'altra parte, allora mi sono preso la briga di andare al più vicino deposito dell'AMA, a Ponte Galeria, e lasciarli lì.

Pensavo: se un giovane disoccupato si mettesse a svolgere con un furgone il lavoro di recupero di rifiuti tecnologici nelle case private, farebbe, di certo, una piccola grande fortuna, specie se sapesse poi come smaltirli, si spera, attraverso organizzazioni legali.


Se questa obsoleta tecnologia, che si getta via come capita, potesse essere riutilizzata per estrarne le materie prime (minerali o elementi nativi) che la compongono, si potrebbe aiutare il mercato a meglio sopportare la carenza di molti minerali quali rame, oro, iridio, platino ed altri, che stanno diventando sempre più preziosi. 

L' e-waste, che è diventato un fenomeno industriale in grande espansione, non è altro che l'immagine indelebile della nostra opulenta civiltà.

  
Sono tante le apparecchiature elettriche ed elettroniche che esistono in molte case, tutto materiale altamente pericoloso, di cui, spesso, non sappiamo come disfarcene. 

Purtroppo, in questo nuovo grande business, non poteva certo mancare la parte illegale. Ad esempio, il business dei rifiuti speciali, in gran parte materiale proveniente da aziende che vogliono risparmiare sullo smaltimento, destinati ad essere spediti in Africa all'interno di cointaner da parte di organizzazioni di trafficanti di rifiuti, che sfruttano la manodopera africana, composta anche di giovanissimi, per recuperare sostanze pericolose. 

Al punto in cui siamo, però, questo tipo di traffico può nuocere all'Europa. Infatti potrebbe accadere che i rischi sul ritorno di queste sostanze, trattate in maniera irregolare, ad esempio le plastiche, che contengono materie che non sono state decontaminate, sia quello di riprenderci materiali che sono pericolosi, ma che nelle indicazioni fornite passano però per normali, con tanto di etichetta della Comunità europea.  

Su Current.com: Il cimitero dei computer

Dove va il tuo computer quando muore? Alcune parti di computer contengono materiali tossici e cancerogeni. Quando i nostri pc smettono di funzionare, si trasformano in rifiuti pericolosi che devono essere riciclati, secondo rigide specifiche. Tuttavia, invece di gestire i propri rifiuti elettronici, i paesi sviluppati trovano piu' conveniente esportarli nelle nazioni piu' povere. 

Immagini: ci.mtnview.ca.us - goodcleantech.com



 

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