La geoingegneria non è di grande utilità nella lotta contro i cambiamenti climatici

La geoingegneria non è di grande utilità nella lotta contro i cambiamenti climatici, specie per il livello dei mari in aumento
 
Anche i metodi più estremi di geoingegneria non riusciranno a fermare l'avanzata del mare dovuta al cambiamento climatico.

Questo è quanto suggerisce uno studio, che parla di ben 150 milioni di persone che potrebbero essere colpite dall'innalzamento dei livelli dell'oceano da 30cm a 70cm entro la fine di questo secolo. Ciò potrebbe produrre gravi inondazioni delle zone basse costiere, tra cui alcune delle più grandi città del mondo.

Il team, guidato da John Moore, della Beijing Normal University, Cina ha pubblicato lo studio sulla rivista PNAS.

Per combattere il riscaldamento globale, dice il ricercatore, la gente ha bisogno di concentrarsi sulla forte riduzione delle emissioni di gas serra e non fare troppo affidamento sulle proposte di metodi di geoingegneria.

"Sostituendo la Geoingegneria al controllo delle emissioni sarebbe un rischio enorme, un peso troppo grande per le generazioni future", ha detto Svetlana Jevrejeva della UK's National Oceanography Centre, coautore dello studio.

Della geoingegneria si è parlato per contrastare alcuni degli effetti del cambiamento climatico, ma la Jevrejeva, sulla BBC, ha detto che alcune proposte come la collocazione di specchi nello spazio e spruzzatura degli aerosol - particelle microscopiche - nel cielo tratterebbero soltanto i sintomi, poichè i gas serra rimarrebbero nell' atmosfera terrestre.

Il Dott. Jevrejeva ed i suoi colleghi hanno esaminato due schemi di geoengineering con cinque piani d'azione differenti. 

Il primo approccio è limitare la radiazione solare in entrata attraverso una iniezione di SO2 (anidride solforosa) in aerosol nella stratosfera. In alternativa, potrebbero essere lanciati degli specchi gigante in orbita,

Il secondo approccio comporterebbe la modifica del ciclo del carbonio piantando più alberi (imboschimento), convertendo il materiale organico in carbone (biochar) o utilizzare energie rinnovabili a partire da materiali di origine biologica (bioenergia).

"Abbiamo analizzato (un modello al computer per monitorare) 300 anni di misure di ondate di marea per ricostruire come il livello del mare ha risposto storicamente ai cambiamenti nella quantità di calore che raggiunge la Terra dal Sole, gli effetti di raffreddamento di eruzioni vulcaniche, e le passate attività umane"

"Abbiamo poi usato questi informazioni per simulare il livello del mare nell'ambito degli schemi di geoengineering nel corso dei 100 anni successivi, " ha spiegato il dottor Jevrejeva. 

Il team ha rilevato che, se presi singolarmente, anche i più estremi di questi metodi si tradurrebbero in un grave aumento del livello del mare, suggerendo che il metodo più efficace sarebbe una combinazione di tre tecniche differenti per il controllo del ciclo di carbonio.

Svetlana Jevrejeva ha spiegato che tali scenari  contano sui meccanismi biologici per eliminare la CO2 dall'aria e immagazzinarla in biomassa, in terreni o in luoghi di stoccaggiogeologici.

Per esempio, il rimboschimento, o l'aggiunta di boschi in luoghi laddove sono stati tagliati o non sono mai esistiti, abbasserebbe la quantità di CO2 atmosferico, ma soltanto di 45ppm (parte-per-milione) - mólto  meno della quantità già emessa dagli esseri umani. 

Vi propongo ora il resto dell'articolo da cui traggo questa informazione in inglese (potrete così esercitarvi meglio), per cui mi scuso sin d'ora con voi lettori se non completo l'articolo ma un impegno urgente richiede la mia presenza.

Geoengineering 'not a solution' to sea-level rise

 

 Fonte e immagine: www.bbc.co.uk/