C'è forse la mano dell'uomo nelle inondazioni in Pakistan?

La tragedia che ha colpito il Pakistan è una cosa talmente grave che ha bisogno di essere sostenuta da molti. Purtroppo, stando a quanto sostiene l'ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA),  la risposta a livello mondiale sulle inondazioni in Pakistan si è quasi fermata.

I contributi del fondo, inizialmente lento, era aumentato dopo che il Segretario generale dell'ONU Ban-Ki-moon aveva visitato il Pakistan. Ma dalla scorsa settimana, l'aiuto è in una fase di stallo, passando da 274 milioni a 291 milioni di dollari che costituiscono circa due terzi del bisogno di finanziamenti.

"Abbiamo bisogno di raggiungere almeno otto milioni di persone, dal Karakoram Mountain Range a nord al Mar Arabico a sud" ha detto Manuel Bessler, capo dell'OCHA.

Le inondazioni, innescate da piogge torrenziali monsoniche il mese scorso, hanno causato la morte di oltre 1.600 persone e distrutto oltre 8.900.000 acri di terre fertili.

Purtroppo, alcune ricerche, compreso un documento che elenca i dati storici del livello del fiume Indo degli ultimi 60 anni,  opportunamente intitolato "valutazione del rischio di inondazione del fiume Indo del Pakistan" attribuiscono parte delle gravi inondazioni alle mani dell'uomo, reo di aver progettato molte dighe sul fiume Indo con una  capacità  appena sufficiente per gestire  quel tipo d'inondazioni per almeno 20 anni, il tempo necessario solo tra un evento del genere e l'altro.

Il Pakistan è un paese dagli estremi geografici, dai deserti estesi e pianure nella valle a sud, nel  delta dell'Indo alle altezze estreme del Karakoram Himalaya a nord. Con una superficie di circa 800 mila chilometri quadrati, il Pakistan comprende un'area di quasi tre volte più grande della Nuova Zelanda. Il fiume Indo e i suoi affluenti sono la linfa vitale del Pakistan e 170 milioni di persone dipendono dal fiume per l'acqua pulita, l'agricoltura e l'energia idroelettrica, con diverse dighe e bacini cruciali nel bacino inferiore. Il fiume Indo fornisce l'acqua per irrigare vaste aree di terreno agricolo che altrimenti sarebbero in preda alla siccità per 9-10 mesi all'anno.

Sul grande fiume che scorre dall'Himalaya le divergenze con l'India, col quale il Pakistan divide l'Indo, sono oggetto di una tensione crescente. Ma anche altri grandi bacini idrografici himalayani (Gange, Bramhaputra, Indus, Yangtze) in Cina, Nepal, India e Bangladesh, abitati da oltre il  20% della popolazione mondiale, vivono in una tensione continua.

Immagini: sharing.kypost.com/ - static.guim.co.uk (from www.guardian.co.uk)

Nell'immagine sopra, bambini in un rifugio in strada nella provincia di Khyber-Pakhtunkhwa, del nord-ovest del Pakistan  I funzionari dicono che 8 milioni di persone nel paese hanno ancora bisogno di aiuti d'emergenza

Con le presenti immagini non vorrei urtare la disponibilità dei gentili autori. Per cui, qualora non mi autorizzaste a pubblicarle, le toglierò immediatamente. Grazie in anticipo, comunque. Il professor Echos.blogspot.com  


 


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