China National Highway 110: l'infernale autostrada

Un eccezionale e sfibrante ingorgo sta mettendo a dura prova la pazienza di milioni di cinesi che per andare a lavorare si trovano costretti a percorrere l'ormai famigerata China National Highway 110, l'autostrada a nord di Pechino che collega il Tibet alla capitale, lungo una direttiva su cui decine di migliaia di camion e di automobili (che consumano un carburante non raffinato adeguatamente), si muovono ogni giorno.
 
Un ingorgo lungo 120 chilometri, con un gran via vai di mezzi pesanti carichi di carbone provenienti dalle miniere del nord (nelle quali si lavora a tempo pieno) e dalla regione autonoma della Mongolia, dove, forse, per via della limitazione della produzione di carbone illegale, è aumentata la domanda di carbone prodotto illegalmente.

Il carbone in Cina, che è il principale produttore (2,8 miliardi di tonnellate di carbone nel 2009) e consumatore (ne ha importato anche più di 100 milioni di tonnellate) al mondo, copre circa il 70% del fabbisogno energetico, e ancora oggi, ogni mese si aprono diverse centrali a carbone. Per questo la Cina ha sorpassato gli Stati Uniti nella produzione dell'ossido di carbonio, il principale gas ad effetto serra.

Da qualche tempo però il traffico sulla China National Highway 110 (è cresciuto del 40 per cento ogni anno negli ultimi anni) è in uno stato di congestione cronica, diventando un vero inferno dove ingorghi giganteschi hanno costretto a stare fermi per ore e ore centinaia di migliaia di camionisti e automobilisti.  

Attualmente, il volume di traffico è superiore al 60% della capacità sul traffico progettato.

All'inizio ci occorrevano 5 ore per giungere a Pechino mentre oggi, se tutto va bene, ci vogliono dai due ai tre giorni. Questo è dovuto anche dal fatto che le autostrade sono gestite male, se è vero che ogni 40 chilometri ci s'imbatte in un casello, un posto di controllo. 

Eppure, nell'ultimo decennio la Cina ha costruito 30 mila chilometri di autostrade, su cui ben presto il traffico ha cominciato ad aumentare quasi esponenzialmente.  

E questo, uscendo fuori tema,è bene che lo preveda il da 50 miliardi di dollari per la realizzazione di stanziato da Obama, allo scopo di creare nuovi posti di lavoro e contrastare una disoccupazione che rimane vicina al 10%.


Ormai, attorno all'abituale ingorgo si è creata una disinvolta mini-economia, una vera e propria industria, che da lavoro a chi dal disagio sa trarne profitto. 
Gli abitanti dei luoghi prossimi al gigantesco ingorgo, infatti, si sono messi a vendere di tutto: acqua, pasta istantanea e sigarette a prezzi esorbitanti. 

Una bottiglia di acqua normalmente costa 1 yuan, ma in quel lungo tratto dell'autostrada si vende pure a 10 yuan. Alcuni, hanno creato perfino "negozi" di telefonia mobile in bicicletta.

D'innanzi questo gravoso problema le autorità di Pechino hanno cercato di far accelerare il traffico, consentendo di fare entrare più camion nella capitale, soprattutto di notte.


Ma il problema è ben lungi dall'essere risolto.


Fonte: wikipedia
Immagini: lilithnews.blogspot.com - chinadigitaltimes.net
 






 




 


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