Congo: una sporca guerra all'insegna dei nostri piaceri quotidiani.

Nella Repubblica Democratica del Congo, ancora una volta, la vita di tante persone è appesa ad un filo.

Dalle notizie che giungono dal tormentato paese africano, in almeno 5 villaggi della zona di Ikobo e Kisimba, da più di una settimana, centinaia di famiglie fuggono gli abusi delle FDLR, un gruppo ribelle noto per i suoi abusi contro civili congolesi e i suoi legami con gli autori del genocidio del 1994 in Ruanda. La popolazione in fuga si dirige verso località situate a sud di Lubero. Questi movimenti in massa delle popolazioni sono dovuti a parecchi casi di saccheggi e uccisioni avvenuti a seguito delle operazioni militari condotte dalle FARDC contro le FDLR.

A confermare ciò, un rapporto dell’alto commissariato Onu per i diritti umani denuncia le barbarie della guerra civile e parla di almeno 303 civili stuprati, alcuni anche molte volte, negli attacchi delle fazioni armate tra il 30 luglio e il 2 agosto. 

"Sono venuti con le torce, quando sono entrati i Kandash ci hanno bastonato usando proprio le torce e continuando a picchiarci per un po'. Poi ci hanno infilato le mani nell'ano violentemente, con il pretesto di cercare l'oro, e ci hanno spalmato le feci sul corpo come fossero una crema e poi ci hanno violentato a gruppi di tre, cinque alla volta."
E' questa la testimonianza denunciata nel rapporto del Consiglio per i diritti umani dell'Onu, di una delle tante persone stuprate dai miliziani il 30 luglio e il 2 agosto in 16 villaggi dell'est del Paese, facendo 303 vittime in soli 4 giorni. Gli stupri pianificati in modo sistematico, soprattutto donne, ma anche bambini e uomini. Nel corso delle violenze sono state bruciate centinaia di abitazioni, saccheggiati i negozi. Oltre 100 persone sono state rapite per essere ridotte in schiavitù.

Gli stupri di massa, scrive l'Alto Commissariato per i diritti umani, per viltà e violenza superano l'inimmaginabile. Sullo sfondo della tragedia, le richieste minerali della regione, la lotta per il loro controllo tra miliziani locali e miliziani ugandesi, cui non sono estranei le autorità amministrative locali e i militari dell'esercito.
I caschi blu presenti nella regione, ancora una volta, mostrano la loro inadeguatezza, non riuscendo a fermare le violenze. Gli stupri di massa usati come arma di guerra. Secondo le Nazioni Unite, oltre 200 mila donne sono state violentate in Congo dall'inizio del conflitto 12 anni fa.

Naturalmente, queste guerre e persecuzioni sul popolo inerme sono dovute ai forti interessi della regione, che però nulla hanno a che fare con ragioni etniche, bensì per i soliti interessi di sfruttamento sulla povera Africa, che se una volta erano le miniere diamantifere,  ora sono i nuovi minerali, tanto utili a tutti noi, come il coltan e la cassiterite, materie prime importantissime. 

Dal coltan, ad esempio, si ricava il tantalio, un materiale strategico che viene usato principalmente come conduttore nell’industria spaziale ed elettronica. Si trova nei telefonini, nei computers, nelle play station, navigatori satellitari e iPod.

Insomma, una sporca guerra all'insegna dei nostri piaceri quotidiani!

L’80 % della produzione mondiale di coltan si estrae nel solo Congo,  il più ricco Paese e fra i più poveri della terra nel cui sottosuolo oltre al coltan c’è di tutto.

Adesso, girano voci di un presunto accordo tra i presidenti Kabila e Paul Kagame su il lancio di una operazione sul suolo congolese da parte dell'esercito ruandese il cui pretesto sarebbero i FDLR. 

Il rumors della nuova operazione è emerso solo un giorno dopo che il presidente Kabila ha annunciato il divieto di sfruttamento minerario a Walikale, un centro minerario nella provincia del Nord Kivu  ricco di cassiterite, che fino al 2008 era in gran parte controllato dai signori della guerra.

La ragione del divieto sarebbe quella di evitare ulteriori sofferenze alla comunità che vive nei pressi delle zone di estrazione da parte dei gruppi armati coinvolti nel traffico illecito di minerali.  La decisione riguarda tutto il Nord e Sud Kivu e le province Maniema. 

Immagine: sphotos.ak.fbcdn.net - gorilla.wildlifedirect.org/

 

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