Sea Shepherd vs flotta giapponese: la partita non è ancora chiusa

Giusto il tempo per brindare ad una battaglia vinta per gli ambientalisti di  Sea Shepherd, e subito di nuovo in azione, visto che, nonostante l'annuncio di un rientro anticipato della flotta di baleniere che solcano il mare Antartico, il Giappone, molto indignato per le attività del gruppo ambientalista, che ha dovuto chiudere la stagione della caccia alle balene per garantire la sicurezza del suo equipaggio con  circa sei settimane di anticipo, non intende darla vinta ai terribili attivisti in versione di corsari,

Tokyo, infatti, ha deciso di proseguire la cosidetta ricerca scientifica attraverso la caccia alle balene e se la prende con Australia e Nuova Zelanda, che danno rifugio nei loro porti alle supertecnologiche navi di Sea Shepherd, e con l'Olanda, nel cui paese sono registrate diverse imbarcazioni dell'organizzazione. 

Ma gli attivisti non ci stanno e si mostrano più agguerriti che mai, convinti di stare dalla parte giusta e la loro flotta, tra cui campeggia Gojira (nella foto), il piccolo ma superveloce e ipertecnologico trimarano, si stanno riorganizzando per fare sentire sempre il più il fiato sul collo della flotta giapponese con bombe di vernice e manovre da brivido,.


Attivisti di Greenpeace e Sea Shepherd hanno cercato per due decenni d'intervenire contro la caccia alle balene, ma solo in questa stagione, grazie ad una agguerrita campagna mediatica internazionale, e alle loro memorabili peripezie nelle acque dell'Artico, sono riusciti a fermare i cacciatori di balene.

Ma la partita non è ancora chiusa. Adesso si attende la mossa della flotta giapponese.

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