South Stream e Nabucco: la guerra del gas

L'instabilità politica in Africa e Medio Oriente, con i timori che una fusione nucleare in Giappone possa spingere i governi nazionali in Europa a porre un freno ai loro programmi nucleari, rende  Gazprom South Stream sempre più attraente.

Con il mercato europeo, che in seguito alle turbolenze negli stati del Nord Africa che producono gas naturale andrà a perdere fino a 10 miliardi di metri cubi di gas all'anno, soprattutto per il conflitto in Libia, e che potrebbero arrivare addirittura a 50 miliardi se il conflitto si allargasse anche alla vicina Algeria, l'interesse per il gigantesco pipeline,  sta crescendo ed ora vede entrare in campo anche la tedesca BASF che entrerebbe nel progetto col  15%,  portando 2 miliardi di dollari (1,2 miliardi di sterline) nel Consorzio che realizzerà il gasdotto erodendo la quota di ENI sinora socio paritario di Gazprom.

Alcuni analisti hanno detto di recente che South Stream era sull'orlo del collasso, ma l'aggiunta del gigante tedesco BASF ad un allineamento che include Gazprom, Eni dell'Italia ed Electricité de France, potrebbe aver salvato il progetto. Anche la società energetica austriaca OMV è pronta a lavorare con Gazprom, dopo che ha esaminato il primo tratto del progettato gasdotto South Stream. OMV ha detto che ha completato uno studio di fattibilità per il tratto austriaco del gasdotto ed è pronta a discuterne col Consorzio. South Stream dovrebbe terminare a Baumgarten nell' Austria orientale, nello stesso luogo dove terminerebbe anche il gasdotto Nabucco.

Si prevede che South Stream, lungo 3600 km, sposterà ogni anno più di 2 miliardi di metri cubi di gas naturale dalla Russia all'Europa via Mar nero e Balcani, entro il 2015.

South Stream è una delle opzioni della Russia per la deviazione del gas naturale dall'instabile Ucraina (Gazprom indirizza l'80 per cento del suo gas naturale ai mercati europei  tramite i gasdotti di epoca sovietica in Ucraina), la quale invece ritiene di vitale importanza la realizzazione dell'altro grande progetto Nabucco, in intesa col suo dirimpettaio turco sul mar Nero, che sta creando non pochi problemi al progetto, in quanto vuole ottenere il più possibile dal tratto sottomarino della pipeline in cambio del permesso. 

Con la competizione del gasdotto Nabucco, che vede in campo diversi paesi europei e gli Stati Uniti, incapaci di assicurare sufficienti garanzie dal gas importato dall'Azerbaigian, Turkmenistan, l'Iraq e forse l'Egitto, la Russia è pronta a farsi avanti per colmare eventuali carenze della domanda.

La Russia attualmente fornisce circa 150 miliardi di metri cubi di gas per l'UE all'anno ed ha la capacità di vendere di più: un quarto delle riserve accertate del mondo si trovano nella regione artica russa.



Immagine: arirusila.wordpress.com - blog.linked2balkan.com

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