Il nucleare che deve scomparire dalla faccia della terra

Il problema delle centrali ad energia nucleare va di pari passo con la tecnologia, negli utimi anni sempre più avanzata. Per cui, pare davvero inconcepibile che vi siano ancora in circolazione reattori nucleari della I e II generazione, risalenti agli anni '70 e '80.

Proprio perchè viene spesso associato alla nefasta esperienza atomica su Hiroshima e Nagasachi, il nucleare civile stenta a imporsi, pur sapendo che l'energia nucleare è pulita e risolverebbe i problemi del pianeta, sempre più alle prese con un effetto serra che si traduce poi in repentini cambiamenti climatici (uragani, siccità, nevicate, nubifragi, piogge, inondazioni...) sempre più d'intensità maggiori.

Purtroppo, finchè in circolazione ci saranno ancora vecchie centrali, si capisce perchè il nucleare venga visto con molta preoccupazione.

Ad esempio, in Pakistan vi sono due reattori principali utilizzati per la produzione di energia : l'impianto di affinamento sulla costa vicino a Karachi (Kanupp) e la centrale nucleare vicino a Chashma Barrage, sul fiume Indo (Chasnupp I), nella provincia del Punjab. Entrambi, forniscono appena 350 MW di energia, solo il 2% della domanda di energia del Pakistan. 

Un secondo reattore nucleare, Chasnupp II, sempre a Chashma barrage, dove oltre alla centrale c'è pure una riserva d'acqua, costruito dalla Cina, è in fase di sperimentazione. e presto dovrebbe diventare operativo.

Entrambi i reattori, Kanupp (immagine sopra) e Chasnupp I, per  due dei più importanti scienziati del paese, che insegnano presso la University of Sciences Management Lahore, sono estremamente costosi, (circa 1 MLD di dollari per reattore) e in più sono molto pericolosi.

 "Kanupp produce solo 50MW, mentre Chasnupp I produce 300 MW. Chasnupp II produrrà altri  300 MW", dice il fisico nucleare Dr Pervez Hoodhboy.

"Il PAEC ( Pakistan Atomic Energy Commission) diventerebbe irrilevante senza queste centrali. E' una questione di principio per loro tenere in vita i reattori, che trattano quasi come se fossero dei giocattoli" aggiunge lo scienziato.

Kanupp, attualmente è in fase di riparazione, e funziona al 30% delle sue capacità.  "Si produce elettricità sufficiente ad alimentare solo il 3% della città [Karachi]", dice il professore di fisica  AH Nayyar.

A peggiorare le cose , l'aspetto della sicurezza degli impianti è allarmante.  Kanupp è entrato in esercizio commerciale nel 1972 e ha compiuto il suo ciclo di vita di 30 anni, ma il PAEC - che fa parte del Ministero della Difesa - ha fornito una proroga di 10 anni e ora intende andare avanti facendo magari qualche riparazione e sostituzione di pezzi. Coloro che vi lavorano all'interno, dicono che il reattore è andato oltre la sua vita e hanno paura che qualcosa possa andare storto. Inoltre, la struttura è stata indebolita da decenni di radiazioni, spiega il Dr Pervez, che ha visitato Kanupp.  Tra l'altro, dice lo scienziato, l'impianto è solo superficialmente controllato dalla International Atomic Energy Agency, che "non ha però la capacità di guardare ogni cosa importante in un reattore.

Kanupp  si trova vicino al Mar Arabico, e nel 1990 l'acqua di raffreddamento radioattiva accidentalmente è trapelata dall'impianto, ma i funzionari hanno minimizzato l'incidente. Inoltre, il combustibile esausto viene stoccato in loco e in caso di incidente, la devastazione sarebbe molto grande.

Accadono anche altri gravi incidenti attorno a  Karachi e la costa meridionale del Makran, dove  terremoti e maremoti non possono essere esclusi.  Nel novembre del 1945 c'è stato uno tsunami che ha colpito la costa innescato da un terremoto di magnitudo 8.1. In caso di incidente, i venti costieri potrebbero soffiare il pennacchio radioattivo su Karachi, che attualmente ha una popolazione di circa 15 milioni di abitanti e ci sono molte case vicino al reattore.

Purtroppo, dice il dr. Pervez, c'è l'assenza di una cultura della sicurezza oltre all'incapacità delle autorità di fronte qualcosa di questa portata. Basti pensare che Chasnupp I e II sono situati sulle rive del fiume Indo, ancora di salvezza del Pakistan e grande fonte di acqua dolce per l'irrigazione e l'uso domestico...

Sarebbe devastante se in questa parte del mondo, dove gli eventi naturali non si fanno poi aspettare molto, accadesse qualcosa paragonabile a quello che è accaduto in Giappone... Sarebbe una tragedia di proporzioni inimmaginabili.



Immagine: pakistanexaminer.com

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