Congo e Ruanda: il ritorno dei gorilla nel loro habitat naturale

Per lungo tempo il grande bacino del fiume Congo è stato protagonista di conflitti terribili che hanno causato tra Ruanda e Zaire milioni di morti. Ora, per fortuna, vige un periodo di tranquillità e questi paesi stanno collaborando affinchè, grazie alla loro natura particolare, possa rinascere un turismo di qualità. Per cui, adesso, il problema dei cacciatori di frodo, che approfittando dei disordini del passato hanno potuto praticare un maggior bracconaggio oltre che distruggere l'habitat della foresta e sequestrare i gorilla di montagna (ne sono rimasti circa 700), viene affrontato in maniera più convincente.

Un grande risultato è stato quindi il salvataggio di 6 orfani di gorilla femmina di età compresa tra 5-8 anni, sottratti ai bracconieri e curati in una struttura temporanea in Kinigi, Ruanda.  Tutti questi giovani gorilla sono stati vittime del bracconaggio e hanno perso i loro gruppi o famiglie.

In una straordinaria collaborazione di conservazione tra Ruanda e Repubblica Democratica del Congo contro i cacciatori di frodo, che non hanno esitato ad uccidere 150 guardie forestali negli ultimi anni, i gorilla dapprima sono stati rinseriti gradualmente nella foresta in Ruanda sin da piccoli per aiutare un solitario gorilla di montagna ad abituarsi ad altri gorilla, per poi essere riportati indietro nel loro pæse d'origine in cui saranno introdotti assieme ad altri gorilla per il rilascio finale a vagare sui 350 acri (un acro = 4046 mq) del loro selvaggio habitat naturale.  

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