L'alba del nuovo impero: le isole contese nel Mar Cinese Meridionale

Attualmente, sono rimaste due le potenze mondiali: Cina e Stati Uniti. C'è anche la Russia, che però, per motivi di ordine politico, si può considerare solo un outsider di lusso.

Sebbene in giugno Leon Panetta, Segretario della Difesa americana, alla Conferenza sulla Sicurezza a Singapore, abbia minimizzato sul fatto che gli Stati Uniti vogliano limitare l'influenza cinese nel Pacifico e nell'Oceano Indiano, di certo non avrà lasciato indifferenti i governanti cinesi che ambiscono anch'essi a migliorare la propria sicurezza regionale.

Panetta ha riconosciuto che alcuni vedono una maggiore presenza americana nella regione come una sfida diretta alla Cina. Ma ha anche affermato che una maggiore presenza statunitense nella regione Asia-Pacifico potrebbe far comodo alla Cina nel miglioramento della sicurezza regionale.

E' ovvio che una maggior presenza navale statunitense nel Pacifico permetterebbe a a Washington di aumentare il numero e le dimensioni delle esercitazioni militari nei prossimi anni e aumentare la propria presenza nei porti su un'area più ampia, compreso l'Oceano Indiano.

La flotta attuale statunitense comprende 11 portaerei, con sei assegnate al Pacifico. Ma questi numeri dovrebbero a scendere entro la fine dell'anno. Panetta ha detto che intende tornare ad avere sei portaerei nel Pacifico nei prossimi anni. E sempre il Pacifico potrebbe ospitare la maggioranza degli incrociatori della Marina, cacciatorpediniere, sottomarini e navi che operano vicino alla costa.

Infatti, in base ad un importante cambiamento nella propria strategia, gli Stati Uniti optano di assegnare il 60 per cento della flotta del Pacifico entro il 2020.

Naturalmente, la spinta della presenza navale americana potrebbe aumentare le tensioni con la Cina, che sul Mare Cinese Meridionale, settore chiave della disputa, che rivendica quasi completamente come proprio, punta sulla propria sicurezza regionale.

Ma Taiwan, Vietnam, Malesia, Singapore, Brunei e Filippine non la pensano così, poichè anche essi hanno delle rivendicazioni territoriali sul Mare Cinese Meridionale e per questo non vedono male la presenza americana nella zona.

Gli Stati Uniti hanno premuto per una soluzione diplomatica alle divergenze con la Cina, chiarendo comunque che la libertà di navigazione è fondamentale nella regione.

Dal canto suo Pechino sta adottando nuove iniziative per affermare il controllo sulle zone contese del Mar Cinese Meridionale, portando avanti un piano per creare una città nelle Paracel Islands, nonostante le obiezioni del Vietnam.

Secondo l'agenzia di stampa Xinhua News Agency, il governo della Provincia di Hainan, nel sud della Cina, ha convenuto di istituire un organo legislativo nella pianificazione della città di Sansha con 60 delegati eletti. Le isole sono conosciute come  Xisha in China e Hoang Sa in Vietnam.

La mossa si aggiunge ai recenti sforzi di Cina, Filippine, Vietnam, Taiwan e Brunei per affermare il comando delle isole contese, creando governi locali, strutture edilizie, e permettendo ai turisti di visitarle. Tuttavia gli Stati richiedenti non sono riusciti ad accordarsi sulla ripartizione delle isole o di cooperare per lo sviluppo congiunto, portando a crescenti tensioni con conseguenziale incremento delle capacità navali.

Secondo gli analisti il tempismo dell'annuncio della Cina può essere una risposta alle pressioni interne del partito comunista, il quale cerca di sottolineare la sua autorità prima di una transizione di leadership entro l'anno,.

La controversia sulle Paracel Islands è solo una delle numerose dispute territoriale tra la Cina e le altre nazioni tra cui Vietnam, Giappone e le Filippine nel mare cinese del sud e oltre. Questa settimana, l'ambasciatore giapponese Uchiro Niwa lascia la Cina per consultazioni a Tokyo nel mezzo di una disputa sulle  Senkaku Islands, chiamate Diaoyu in cinese.

Nel mese di giugno, il Consiglio di stato della Cina ha approvato l'istituzione della prefettura a livello di città per amministrare le isole Paracel e Spratly, parti delle quali sono anche occupate o rivendicate da Vietnam, Filippine, Taiwan, Malesia e Brunei. La Cina ha estromesso il Vietnam da 30 isolette e scogli che comprendono le Paracels in una battaglia del 1974 in cui furono uccisi 71 soldati.

Sansha sarà costruita su Yongxing, l'isola più grande delle  delle Paracels, con una superficie di 2,1 chilometri quadrati.


L'istituzione di Sansha non avrebbe alcuna incidenza sulle rivendicazioni di sovranità della Cina semmai si dovesse andare davanti a un tribunale internazionale. La Cina ha resistito alle richieste delle Filippine per un organismo internazionale per determinare la sovranità sopra le parti delle acque.

Xinhua News Agency ha detto che le autorità locali cinesi sperano di migliorare la sicurezza marittima e proteggere l'ambiente marino.

L'alba del nuovo impero su "il professor echos.com"

Immagini: solartv.ph - imperialchinesecourt.wordpress.com

Commenti

Post popolari in questo blog

La Blue economy in India e nello Sri Lanka

La bellezza della Sfinge Colibrì

L'amuleto della libertà 4 - racconto sul web