Si apre tra poche ore la Conferenza sul clima di Bonn (COP23)

Un rapporto diffuso dall'amministrazione Trump, in tema di cambiamenti climatici, consta di ben duemila pagine di diagnosi atte a certificare un aumento medio delle temperature globali di un grado negli ultimi 115 anni e la malattia, per le 13 agenzie federali che l'hanno preparata, sono l'attività umana e in particolare le emissioni dei gas che provocano l'effetto serra.

Lo si vede dall'aumento dei fenomeni meteo estremi:  gli oceani  riscaldati alimentano la furia di uragani e cicloni senza precedenti in tutto il mondo. Incendi, ondate di caldo e siccità, innalzamento del livello del mare dovuto allo scioglimento dei ghiacci, che già minaccia, dati alla mano, molte zone costiere degli Stati Uniti.

Il rapporto prescrive anche la cura: una significativa riduzione delle emissioni ma gli Stati Uniti, per ora, hanno intrapreso un'altra strada. uscendo dall'Accordo di Parigi firmato nel 2015, proprio per questo.

In questo periodo dell'anno le nazioni del mondo si riuniscono per la Conferenza sui cambiamenti climatici. Quest'anno l'annuale carrozzone climatico (COP23) che si è tirato dietro una sfilza di delegati, politici, scienziati e lobbyisti da ogni parte del mondo si svolgerà a Bonn (Germania) e prenderà il via domani sino al 17 novembre. Per la conferenza sul clima si ritroveranno a contatto diretto i rappresentanti di 196 Paesi.

I COP sono sempre gestiti da una nazione designata e per la prima volta sarà una delle piccole nazioni insulari che sono più a rischio dall'aumento del livello del mare e dalle tempeste estreme che i cambiamenti climatici stanno portando. Sarà il primo ministro delle Fiji, Frank Bainimarama, il presidente della Conferenza sul clima, anche se il vertice si svolge in Germania per motivi pratici. Le Fiji hanno subito danni superiori a un miliardo di dollari dopo che il ciclone Winston le ha colpite nel 2016.

Al momento, Bonn è presa di mira dalle proteste degli ambientalisti che accusano Trump di voler inquinare il pianeta e che ora, grazie agli scienziati pagati dal suo governo, hanno in mano una carta in più. In migliaia sfilano nelle strade prima dell'apertura ufficiale della Conferenza per dire  No al carbone.

In definitiva, la conferenza di Bonn cercherà di formulare un regolamento su come procedere ed attuare effettivamente l'accordo di Parigi nel 2020.

Immagine: www.theguardian.com

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