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Concluso a Cancun il vertice sul clima

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La Conferenza sul clima di Cancun (Cop16) ha approvato un pacchetto di misure, tracciando una strada (obiettivi a lungo termine, tra cui un fondo verde e il riconoscimento della scienza per fermare il riscaldamento a 2 gradi) per un'intesa contro il caos climatico, con il solo dissenso dell' Alternativa bolivariana , che appoggia, invece, un testo ben piu' ambizioso, ma anche piuttosto illusorio, visto che propone ai paesi industriali di dare ai paesi più poveri l'equivalente della metà delle spese per la difesa e la sicurezza di essere aiutati nell'affrontare il riscaldamento globale, eliminando i brevetti sulle tecnologie legate al clima. L'intesa raggiunta a Cancun consta di un taglio delle emissioni del 25-40% rispetto al livello del 1990 entro il 2020 e il futuro del Protocollo di Kyoto (KP); probabilmente un secondo e più ampio trattato sui cambiamenti climatici, dovrà essere negoziato ed adottato sin dal prossimo Cop17 , che si svolgerà a

Cancun: primo giorno di lavoro alla Conferenza sul clima

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La cerimonia d'apertura del più grande evento climatico dell'anno ha preso il via a Cancun in un grande albergo della città balneare. Per l'occasione erano presenti i negoziatori di 132 paesi su oltre 190, a cui si aggiungeranno dal 7 dicembre i rispettivi ministri dell'Ambiente e/o dell'Energia. La Conferenza sul clima di Cancun , purtroppo, non sembra in grado di poter dare un forte slancio ai controversi temi climatici del nostro tempo, e sono in molti, tra i protagonisti, ad avvicinarsi al vertice con pessimismo, certi che da Cancun non uscirà niente di concreto, ma verrà tutto o molto rimandato al COP17 , che  si terrà tra il 28 novembre e il 9 dicembre dell'anno prossimo a Durban , in Sud Africa. Le vie da seguire per alleviare le sofferenze del pianeta dal soffocamento dovuto dalle emissioni inquinanti, sarebbero diverse, ma già il prendere in considerazioni le due vie più percorribili, sarebbe un successo. Una, è l'estensione del protocollo d

Cancun: al via la Conferenza Onu sui cambiamenti climatici (COP 16)

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Mentre sul mondo imperversa la bufera WikiLeaks , che potrebbe condurre a inaspettati mutamenti geopolitici, c'è da segnalare che oggi a Cancun , rinomata località turistica che  sorge nella penisola dello Yucatán e si affaccia sul golfo del Messico, ha inizio la Conferenza Onu  sui cambiamenti climatici (COP 16 ), che si protrarrà sino al 10 dicembre. I 194 negoziatori che vi parteciperanno si troveranno a discutere di questioni climatiche con la speranza che questo tema complesso e controverso possa ritrovare lo slancio perduto a Copenaghen, un anno fa, da cui sembrava che il mondo potesse contare sul raggiungimento di un significativo accordo: una azione globale per il periodo 2013-2020.  Ma l'accordo, firmato all'ultimo minuto è stato elaborato in maniera tale da aggirare il problema di divisione di riduzione delle emissioni, che ha afflitto i negoziati internazionali sul clima per quasi due decenni.  Invece di aver accettato dei tagli obbligatori delle emissioni, l

La Conferenza sul clima di Cancun sarà deludente?

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Sebbene mancano circa tre mesi alla Conferenza Onu sul clima che si terrà a Cancun il prossimo dicembre, e che vedrà riuniti i rappresentanti di imprese, governi, ONG, mondo accademico e società civile di tutto il mondo per riaccendere il dialogo internazionale sul clima, l'aria che si respira già da un pezzo tra le varie delegazioni mondiali, Cina e India in testa, non è certo tra le migliori. Per molti, la Conferenza sul clima sarà un vertice di soldi, non di un accordo giuridicamente vincolante. Forse al COP16 che prenderà il via nella ridente località messicana si potrà ancora produrre una manciata di accordi significativ i anche se non verrà sfornato alcun trattato legalmente vincolante sul riscaldamento globale.  Christiana F igueres , responsabile della convenzione Onu sul cambiamento climatico , ha detto che si aspettava qualche sviluppo nei trasferimenti di tecnologia verde alle nazioni in via di sviluppo "attraverso la formazione di un meccanismo che av

Bolivia: discendenti degli Incas vogliono un risarcimento per i ghiacciai che si sciolgono

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Gli abitanti di un villaggio boliviano vogliono un risarcimento per i ghiacciai che si sciolgono. Per gli Incas e la maggior parte delle civiltà andine, le montagne innevate erano divinità da essere onorate, in quanto fornivano l'acqua. Ma ora sembra che questi dèi stanno perdendo i loro poteri.  I ricercatori dicono che i ghiacciai si stanno ritirando in maniera drammatica attraverso le Ande a causa delle temperature in aumento. Nel piccolo villaggio di Khapi, sotto gli splendidi - e ancora coperti di neve - Monti Illimani, il senso di ansia è profondo. L'idea, appoggiata dal presidente della Bolivia Evo Morales , è nata nel piccolo villaggio. Perché coloro che sono la causa dello scioglimento della neve e del rallentamento delle acque debbono essere giudicati da una corte internazionale di giustizia ambientale. "Siamo molto preoccupati perché noi non abbiamo l'acqua" , dice Max, un anziano Aymara Indian che mastica foglie di coca e parla con un