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Mezzaluna rossa: sarà davvero una missione umanitaria pacifista?

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Sembra ormai evidente che dietro la missione pacifista della Freedom Flottilla , soprattutto della nave a capo del convoglio Mavi Marmara, sulla quale il blitz degli israeliani ha scatenato l'inferno, ci fosse qualcos'altro. Difatti, quasi a pretesto di quanto accaduto ecco che la Mezzaluna rossa iraniana annuncia che manderà navi pacifiste con gli aiuti diretti a Gaza.  Secondo il direttore dell' agenzia Irna di Teheran, uno delle imbarcazioni trasporterà i doni della popolazione, generi alimentari e medicinali di prima necessità, l'altra trasporterà volontari umanitari della Mezzaluna rossa . A queste due navi, nel giro di una settimana, dovranno far seguito, secondo quanto detto dal direttore della Mezzaluna Rossa iraniana, una nave ospedale ed un aereo. Tuttavia, per giungere nelle acque di Gaza, le navi dovranno attraversare il Canale di Suez , dove allo stato attuale, sembra improbabile che il governo egiziano dia loro il permesso di valicarlo. Per Israele

Israele: per fortuna stavolta il blocco navale ha funzionato

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Intercettata stamane verso l'alba, dai militari israeliani, la nave irlandese Rachel Corrie, dal nome dell'attivista statunitense rimasta uccisa nella striscia di Gaza, durante l'Intifada  di Al Aqsa, il 16 marzo 2003, nel tentativo d'impedire che un bulldozer dell'esercito israeliano distruggesse alcune case palestinesi, è stata costretta ad arrendersi e a dirottare verso il porto israeliano di Ashdod. La nave irlandese, carica di aiuti umanitari, dopo due ore di tentennamenti, ha dovuto obbedire all'ultimatum della marina israeliana, che le intimava di cambiare rotta, in quanto stava entrando in un'area di ostilità sottoposta a un blocco navale, invitando pertanto i pacifisti a bordo, a guidare l'imbarcazione nel porto di  Ashdod e a trasferire gli aiuti umanitari in coordinamento con le autorità israeliane attraverso i valichi di terra. Affinchè collaborassero, i pacifisti a bordo della Rachel Corrie, che avevano a bordo tra l'altro due grosse p

Riflessioni d'inizio giugno

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Il fattaccio di sangue avvenuto nel Mediterraneo, di fronte alle sponde dello stato d'Israele, è molto grave e merita un severo ammonimento. Questo, poichè la vita umana, sebbene sia considerata carne da macello, è ancora molto importante, qualunque sia il colore della sua pelle o la sua estrazione sociale.  Assassinii, stermini, massacri, violenze dovrebbero essere atti condannati sempre. E se proprio si deve morire per cause giuste o alti ideali, deve accadere nei campi di battaglia, in mezzo ai professionisti della guerra o nei luoghi dove si annida il potere tirannico, e non in mezzo alla popolazione civile inerme e indifesa e neanche in nome di chissà quali "missioni divine". E' difficile stabilire dove sta la ragione quando in ballo ci sono le vite umane. Se la Palestina vive ancora oggi la sua martoriata storia è colpa di una politica internazionale che si è presa la briga di dirimere le controversie d'una situazione sempre più incandescente... senz

Il fattaccio di sangue sul Mediterraneo meridionale

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Un assalto finito nel sangue: si contano almeno una ventina di morti e decine di feriti. La marina israeliana ha assaltato nella notte una nave del convoglio dei pacifisti Freedom Flottilla , a favore della Palestina, che intendeva forzare il blocco imposto da Israele a Gaza, per soccorrere la popolazione della Striscia con 10 mila tonnellate di viveri. " Mavi Marmara vi state avvicinando ad un'area di ostilità, c'è il blocco navale ", avverte il capitano della marina israeliana, invitando l'equipaggio della più grande delle sei navi, di una ong turc , a dirigersi nel porto israeliano di  Ashdod, dove gli aiuti umanitari verranno trasportati via terra a Gaza.  Tuttavia, l'appello cade nel vuoto, in quanto gli organizzatori della flottiglia intendono forzare il blocco navale.  A quel punto le lance israeliane circondano le 6 navi a 40 miglia dalla costa in acque internazionali, e scatta l'assalto delle teste di cuoio, i cui piani prevedono il seq