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Africa orientale: carestia senza precedenti

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Un disastro umanitario si sta verificando nel Corno d'Africa, che è nella morsa della sua peggiore siccità da almeno quattro decenni. Secondo le Nazioni Unite, più di 20 milioni di persone in Somalia, Etiopia e Kenya stanno lottando per trovare abbastanza da mangiare e oltre 1 milione è fuggito dalle proprie case. Con i meteorologi che vedono un alto rischio che le piogge falliscano per la quinta stagione consecutiva e che i flussi di aiuti non siano all'altezza di quanto necessario, la regione è a rischio di una carestia pari o addirittura peggiore di quella che l'Etiopia ha vissuto nel 1980 e ha causato circa 1 milione di vittime. La malnutrizione è già diffusa, soprattutto tra i bambini, milioni dei quali hanno bisogno di cure. Milioni di capi di bestiame sono morti, vaste distese di terreni coltivati ​​​​sono state decimate e le comunità rurali sono state distrutte mentre le famiglie migrano in cerca di cibo e pascolo. Molti genitori non possono permettersi di tenere i

Clima: la discussione continua...

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I negoziati sul clima , che si erano aperti con l'intento di trovare gli ultimi dettagli dell'accordo di Parigi sul clima, si chiudono con l'amministrazione Trump che va da una parte e il resto del mondo da un'altra. La conferenza mondiale sul clima di Bonn si è conclusa in modo molto simile a come era iniziata , con l'amministrazione Trump che rafforza i combustibili tradizionali come il carbone e il gas, separandosi da gran parte del mondo. I manifestanti cantando e recitando slogan hanno affermato che il sostegno al potere del carbone va contro la spinta dei colloqui incentrati sulla promozione delle energie rinnovabili e della tecnologia del XXI secolo. Il risultato é stato una fondamentale disconnessione al raduno di Bonn, in Germania. " La California non sta aspettando Trump ", ha detto il governatore Jerry Brown ad alcuni dei 20.000 partecipanti. "Non stiamo aspettando tutti i negazionisti, ci stiamo impegnando a fare tutto il pos

World Bank: la povertà estrema scende al di sotto del 10 per cento

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Il numero di persone che vivono in estrema povertà, secondo la World Bank, scivola per la prima volta al di sotto del 10% della popolazione mondiale nel 2015. Per le Nazioni Unite, in tutto il pianeta il numero di persone che vivono in estrema povertà è sceso di oltre la metà dal 1990, quando 1,9 miliardi di persone vivevano con meno di 1,25 dollari al giorno, rispetto agli 836 milioni nel 2015. La povertà estrema, per molto tempo si è espressa con un tenore di vita al di sotto di 1,25 dollari al giorno, ma ora, per la Banca Mondiale, la soglia di povertà è stata portata a 1,90 dollari al giorno. La Banca ha detto che la variazione riflette i nuovi dati sulle differenze nel costo della vita nei vari paesi, pur mantenendo il potere d'acquisto reale del metro precedente. Utilizzando il nuovo punto di riferimento, nel 2015 la World Bank proietta verso condizioni di estrema povertà 702 milioni di persone, il 9,6% della popolazione mondiale, in calo da 902 milioni di pers

Coal crash: il crollo del settore carbonifero nei fondi pensione

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Il crollo del settore carbonifero e un crescente movimento verde sta portando ad un disinvestimento delle imprese pesantemente esposte che ancora investono in fonti fossili e nei titolari di pensione connessi. I fondi pensione di milioni di persone in tutto il mondo, compresi gli insegnanti, i lavoratori del settore pubblico, il personale sanitario e accademico nel Regno Unito e Stati Uniti, sono fortemente esposti al crollo del settore carbonifero. Lo rivela The Guardian . Si è inoltre riscontrato che solo una dozzina di persone, compreso il proprietario del Chelsea FC, Roman Abramovich , ha le proprie riserve di carbone pari alle emissioni annuali di carbonio della Cina, il più grande inquinatore del mondo. L'ONU, che auspica un passaggio all'energia pulita, ha più di 100 milioni di dollari investiti in carbone attraverso il proprio fondo pensione. The Guardian ha esaminato le proprietà delle maggiori 50 società carbonifere quotate in borsa, classificate secondo le r

Carbon credit e l'ineffabile Mr. Nilsson

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David Nilsson, un cosidetto carbon cowboys , è un agente immobiliare, la cui società Sustainable Carbon Resources Limited , ha sede a Hong Kong. Costui prevedeva di aiutare la comunità indigena dei Matsés , in Perù. Nilsson, impostando il progetto dei crediti di carbonio con i Matsés, chiedeva in cambio, non appena i certificati neri fossero stati venduti, la condivisione dei profitti,. Se il piano di Nilsson fosse andato avanti, in teoria la foresta sarebbe stata risparmiata dal taglio forestale, la sua azienda ne avrebbe tratto un buon profitto, e la comunità indigena avrebbe ricevuto milioni di dollari in finanziamenti per l'istruzione e le cure mediche da parte degli investitori e le società interessate ad espandere gli sforzi ecosostenibili. In uno scenario ideale, è così che dovrebbe funzionare: una comunità in un paese in via di sviluppo lavora con una ONG o uno sviluppatore per progettare un piano che protegge una vasta fascia di foresta e impedire il rilascio del com

Energia geotermica: exploit in Nuova Zelanda e Kenia

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In alcune parti del mondo, in cui l'attività geotermica è alta, il calore della terra viene sfruttato per generare costantemente elettricità. La Nuova Zelanda, che si picca d'essere il quinto produttore mondiale, negli ultimi cinque anni ha contribuito del 25 per cento al nuovo sviluppo geotermico del mondo. Lo ha riferito, dati alla mano, il ministro dell'Energia Simon Bridges al World Geothermal Congress , parlando, appunto della geotermia del Paese. La Nuova Zelanda produce il 79,9 % della sua elettricità da fonti energetiche rinnovabili, e si prevede che il settore delle rinnovabili a livello mondiale raggiungerà i 7 miliardi di dollari d'investimenti del settore privato tra il 2012 e il 2030. Dal 2010, in tutto il mondo la capacità totale installata da impianti geotermici è aumentata del 16 per cento - a 12.635 megawatt (MW) - ed è destinato a raddoppiare tra il 2010 e il 2020. " Il mio paese, la Nuova Zelanda, ha contribuito di quasi un quarto d

Marocco: il più grande impianto solare del mondo

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E' in atto in Marocco, nella regione di Ouarzazate , soprannominata "l a porta del deserto" , ad un'altitudine di 1.160 metri ( 3.810 piedi) nel bel mezzo di un altopiano a sud delle montagne dell' Atlas Mountains , l a costruzione del più grande impianto di energia del mondo. Una volta completate le 4 fasi di costruzione previste, il complesso solare consentirà di risparmiare circa 800mila tonnellate di CO2 all'anno. L'agenzia dell'energia solare marocchina ha già completato la vendita all'asta delle fasi 2 e 3 del progetto a concentrazione solare termico (CSP project). Questi progetti sono in aggiunta all'altro progetto di 160 MW già in costruzione da parte della ACWA Power dell'Arabia Saudita. La capacità totale delle tre fasi sarà di circa 500 MW. La prima fase prevede un impianto di energia solare termica basato su riflettori parabolici, La fase 2 include un progetto di 200 MW che utilizza la stessa tecnologia (contrat

I 10 Paesi al mondo eccessivamente smodati nell'utilizzo dell'energia

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La prossima volta che usate la macchina per andare al supermercato, pensate a quanta energia si consuma su base annuale. E'ampiamente dimostrato che sono gli occidentali i peggiori consumatori di energia del mondo. Solo gli americani , che costituiscono il 5 per cento della popolazione mondiale, utilizzano il 20 per cento di energia, mangiano il 15 per cento di carne, e producono il 40 per cento di spazzatura. Gli europei e i popoli del Medio Oriente difficilmente vinceranno qualche premio per la conservazione di energia. Tuttavia, mentre alcuni dei colpevoli sono pressoché evidenti, altri potrebbero invece sorprendervi.  Una nota per le cifre : sono stati usati chilogrammi di petrolio equivalente (KOE) pro capite, che si riferisce alla quantità di energia che può essere estratta da un chilogrammo di petrolio greggio. "Koe pro capite" può essere utilizzato per confrontare energia da varie fonti, tra cui i combustibili fossili e fonti rinnovabili . I nu

COP 18 a Doha: il solito atteggiamento sparagnino che non risolve niente

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Dal nostro inviato a Doha, Qatar, John Keyman. Il punto sul riscaldamento globale, la riduzione sulle emissioni di gas serra, l'adempimento degli impegni assunti dai singoli governi. Sono questi i temi in discussione alla 18° Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si sta svolgendo a Doha, Qatar, dove sino al 7 dicembre, 17 mila delegati in rappresentanza di 190 Paesi e organismi internazionali discuteranno sul come porre le basi di un nuovo accordo globale per combattere l'innalzamento delle temperature d'adottare entro il 2015. I negoziati sul clima di Doha (COP 18) rischiano di essere un altro braccio di ferro tra il nord e il sud del pianeta, tra le nazioni sviluppate e quelle in via sviluppo, dove ciascuno è in attesa che qualcuno si prenda la leadership. Nel frattempo, gli eventi meteorologici estremi, il record di fusione del ghiaccio marino artico e gli avvertimenti catastrofici continuano ad accumularsi sulla scia del super uragano

Ogni giorno più di un miliardo di persone soffre l'umiliazione di defecare all'aperto

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L'articolo che leggo su  Al Jazeera mi fa pensare molto poichè sebbene siamo ormai nel XXI secolo ci sono luoghi dove i servizi igienici sono più un optional che un'esigenza vera e propria. Senza dimenticare poi gli enormi problemi di igiene pubblica che ne derivano. Ma vediamo, in sintesi, cosa ci racconta  Al Jazeera in questo articolo, con alcune osservazioni mie personali I servizi igienico-sanitari non sono semplicemente una lista dei desideri di sviluppo, ma un requisito fondamentale che colpisce direttamente la sopravvivenza delle persone. Molti sgattaiolano fuori discretamente sotto la copertura delle tenebre. Alcuni si dirigono verso i campi mentre altri si nascondono dietro arbusti e cespugli. Poi ci sono coloro che vivono in alcune delle baraccopoli urbane più stipate del mondo. La privacy o lo spazio qui non è un'opzione. Va bene tutto, dagli spazi pubblici alle strade trafficate e anche sui binari ferroviari. Con la testa verso il basso e un panno

Camerun: si svolge il primo forum sul land grabbing

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E' in corso oggi e domani in Camerun " The 1st Africa Land Forum ", il forum della terra in Africa, continente che dopo il cibo e la crisi finanziaria del 2008 e 2009, è al centro di acquisizioni su larga scala. Il forum si propone di sottolineare come quelle offerte condizionano le popolazioni indigene. La Convenzione del 1989 sui Popoli Indigeni e Tribali dice i governi "devono rispettare l'importanza speciale per le culture - e i valori spirituali dei popoli interessati. Del loro rapporto con le terre o territori che occupano ..."Il trattato aggiunge che "i diritti di proprietà e possesso... devono essere riconosciuti". Gli organizzatori del  "The 1st Africa Land Forum " dicono che tali diritti non vengono riconosciuti in molti paesi, tra cui il Camerun paese ospitante. Tuttavia, il fenomeno del land grabbing (le grandi acquisizioni di terra) è un obiettivo primario di questa terra. Si stima che ci siano 350 milioni di persone

Banca mondiale: ecco perché in Africa esiste il land grabbing

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Com'è possibile che la Banca Mondiale, il cui compito è alleviare la povertà, anziché opporsi al fenomeno del land grabbing, che ha visto vaste aree di terreni agricoli africani acquistati da investitori stranieri, che costringe lo spostamento delle popolazioni locali a cercarsi un altro posto (chissà dove) dove vivere, per far posto soprattutto alla produzione di biocarburanti di esportazione, con le ovvie conseguenze pregiudizievoli per i diritti umani e la sicurezza alimentare, legittimi questa prassi dando credibilità alle acquisizioni di terra, e suggerendo che la terra occupata può essere "regolata" con misure atte a mitigare gli impatti negativi? Eppure, il  gruppo di sviluppo globale Oxfam, in un rapporto pubblicato il 3 ottobre 2012, nel voler  garantire che tali pratiche non incoraggino troppo l'acquisizione di terre da parte di paesi stranieri., h a invitato la World Bank ad una revisione sulle politiche territoriali invitandola a sospendere i finanz

Oxfam chiede alla Banca Mondiale di congelare investimenti fondiari

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Il gruppo di sviluppo globale Oxfam, in un rapporto pubblicato il 3 ottobre 2012, ha invitato la World Bank una revisione sulle politiche territoriali sospendendo così i finanziamenti per le grandi acquisizioni di terra nei paesi in via di sviluppo per garantire che tali pratiche non incoraggino troppo l'acquisizione di terre da parte di paesi stranieri. Ma sembra che tale richiesta non sia stata accolta.  " Sarebbe un errore sospendere la partecipazione della Banca mondiale in un momento in cui i prezzi alimentari mondiali sono in aumento e vi è un crescente interesse da parte degli investitori stranieri di acquistare terreni agricoli in Asia, America Latina e Africa " hanno detto senza muover ciglio i funzionari della World Bank. Qui la notizia su Reuters Immagine: encrypted-tbn2.gstatic.com

Speciale RIO + 20: si comincia col pensare ai trasporti nei paesi in via di sviluppo

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Dal nostro inviato a Rio de Janeiro John Keyman Dopo la  sessione plenaria di ieri e il prevertice dei giorni precedenti che è servito per mettere a punto le argomentazioni da presentare, oggi si è aperto ufficialmente presso   il Riocentro  Convention Center, in Avenida Salvador Allende 6555, la Conferenza Rio +20  sullo sviluppo sostenibile.   Più  di 50.000 persone e rappresentanti di oltre 120 paesi sono riuniti a Rio de Janeiro per l'apertura ufficiale della Conferenza.  Gli argomenti trattati includono la distruzione della foresta pluviale, le barriere coralline evanescenti, l'appropriazione di terre, il bisogno di sicurezza alimentare, l'acqua pulita, il ruolo delle donne nella produzione di cibo, l'acqua potabile, l'accesso all'energia, il sistema di trasporti ostruiti, l'occupazione e lo sviluppo sostenibile quale arma per combattere la povertà. In una manifestazione programmata per la Conferenza delle Nazioni Unite,  sul  Rio Flamengo

Indonesia: acquistare crediti di carbonio per il bene di tutti

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In Indonesia , il mese di giugno è noto per avere il cielo sereno, giornate soleggiate e temperature calde.  Eppure, Jakarta e dintorni sono stati sommersi da forti acquazzoni e inondazioni quasi ogni giorno dall'inizio di questo mese. E 'un segno del cambiamento climatico? Potrebbe essere. In realtà, il cambiamento climatico non è una minaccia inverosimile, si tratta di un pericolo chiaro e presente che si cela dietro la nostra vita quotidiana. " The Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC)  ha pubblicato ricerche e indagini da parte degli scienziati di tutto il mondo su questo argomento ", ha dichiarato Arif Aliadi, direttore esecutivo di  Lembaga Alam Tropika Indonesia (Latin).  " I risultati sono sorprendenti. Tra il 1990 e il 2005, c'è stato un aumento della temperatura globale tra 0,15 e 0,3 gradi Celsius. Se la temperatura continua ad aumentare, entro il 2040, tutti i ghiacciai si scioglieranno e causeranno gravi inondazioni in tutto

7 miliardi: lo sviluppo in un nuovo mondo

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GreenGulf ha ospitato un "Learning Lunch"  al 18th Annual International Development Conference  (IDC) presso l' Harvard Kennedy School campus nel Massachusetts, USA, tenutosi il 14 c.m. Alla conferenza, Omran Al-Kuwari, amministratore Delegato di GreenGulf Inc., azienda di consulenza leader nello sviluppo delle tecnologie pulite con sede presso il Qatar Science Technology Park, ha discusso sul fabbisogno energetico del mondo, offrendo informazioni sull'accesso di energia elettrica a livello mondiale e le soluzioni attuali e potenziali per 1 miliardo di persone in tutto il mondo che si trovano senza elettricità, proponendo soluzioni sul come potrebbe essere risolto l'handicap energetico. La presentazione, dal titolo " Renewable energy in the developing world " (Fonti energetiche rinnovabili in via di sviluppo) , ha toccato la mancanza di accesso all'energia elettrica per molte persone nell'Africa sub-sahariana e Asia meridionale in partico

Terre in Africa: non bastano neppure due occhi per piangere

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Un nuovo fenomeno, di cui abbiamo fatto cenno in precedenza, sta prendendo forma in tutto il mondo in via di sviluppo, minacciando di intensificare il conflitto legato alle risorse, in particolare in Africa. Definito come accaparratori di terreni o land grabbing, che colpisce l’Africa più di ogni altra regione, dove la terra più che un fattore di produzione è un’ancora di salvezza per il benessere di un individuo, dell’unità familiare, della comunità in generale e la stabilità dello Stato. Negli ultimi decenni , milioni di ettari sono stati segnalati in quanto in fase di negoziato per la locazione o la vendita da parte dei paesi in via di sviluppo ai paesi ricchi. La terra in questione si riferisce a 227 milioni di ettari di terreno, un’area delle dimensioni del nord-ovest europeo, che come riferito, è venduta, affittata o è stata data in concessione una licenza a investitori internazionali in migliaia di offerte selettivi a partire dal 2001. La Banca Mondiale stima che nel solo

Benefici, minacce e soluzioni per i nostri oceani

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Gli oceani portano la maggior parte del commercio mondiale, sono una fonte importante di cibo e di occupazione e contribuiscono a regolare il clima del pianeta, ma sono minacciati da inquinamento, pesca eccessiva e riscaldamento globale. I governi e i commerci sono sempre più consapevoli del valore degli oceani, ma stanno lottando per affrontare le molte minacce che mettono in pericolo i mari intorno al globo. Per affrontare la questione la Banca Mondiale sta studiando una nuova alleanza globale. Di seguito sono riportati alcuni fatti circa gli oceani del mondo, le minacce che devono affrontare e alcune delle soluzioni emergenti. BENEFICI Per il World Economic Forum (WEF) gli oceani sono il bene più prezioso della Terra, e il loro "capitale naturale" è enorme, contribuendo con 70 miliardi di dollari annuali al PIL globale. Il valore degli oceani fornisce servizi ecosistemici pari a 38 miliardi di dollari all'anno. Ad esempio, l'80% del nostro ossigeno viene da

Acqua: il grande business del XXI secolo

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Si dice da tempo, non lo si è mai preso troppo sul serio, ma adesso molti concordano sul fatto che siamo nel bel mezzo di una crisi globale di acqua dolce. Sebbene i principali fiumi del mondo hanno abbastanza acqua per soddisfare le esigenze di tutti, il modo in cui essa viene sfruttata è del tutto iniquo, in quanto l'egoismo di stati e grossa multinazionali la fanno da padrone. In tutto il mondo, fiumi, laghi e falde acquifere stanno diminuendo più velocemente di quanto Madre Natura può ricostituirle, e anche i prodotti chimici e industriali le stanno inquinando a velocità vertiginose. Nel frattempo, la popolazione mondiale sta aumentando  a dismisura. Goldman Sachs stima che il consumo di acqua mondiale raddoppia ogni 20 anni, e le Nazioni Unite prevedono che la domanda supererà l'offerta di oltre il 30% nel prossimi 2040. Nei prossimi decenni, quando un numero crescente di persone vivranno nelle aree urbane e il cambiamento climatico renderà alcune regioni molto più

I sicari dell'economia al servizio delle grandi corporation

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Prima erano le organizzazioni religiose a guidare il mondo, poi i governi, ora è il momento delle grandi Corporation. Controllano gli affari di tutto il mondo, hanno relazioni con i cinesi, i taiwanesi, i palestinesi, pakistani, indiani... non importa chi siano o no i politici o cosa fanno. Queste grandi corporation vogliono risorse e mercati e faranno di tutto per controllarli. Le origini del debito in molti paesi dell'Africa risale al colonialismo. Quelli che hanno loro prestato denaro sono gli stessi che l'hanno poi colonizzati, sono gli stessi che gestivano gli stati e le economie e di mezzo, ahimè, ci sono la Banca Mondiale e il Fondo Monetario internazionale . Indebitarsi per certi paesi equivaleva a fallire perchè coi tassi d'interesse che dovevano rimborsare alle istituzioni bancarie non sarebbe stato possibile pagare nemmeno gli stipendi agli statali. D'altronde, per gli economisti, non è mai accaduto che un paese si sia sviluppato con i soldi del FMI o del