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Doha, si è conclusa come sempre la Conferenza sul clima

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Dal nostro inviato a Doha, Qatar, John Keyman. 9/12/2012 UPDATE : Esteso il Protocollo di Kyoto  fino al  2020. Duecento Paesi firmano l'intesa per ritardare i cambiamenti. L'intesa resta comunque lontana dalle richieste degli scienziati per far deviare la Terra dall'inquietante traiettoria verso un riscaldamento globale di 3-5°.  Ma l'impegno a ridurre ulteriormente le emissioni resta solo da parte dell'Ue e di pochi altri. Restano fuori i "grandi inquinatori", Canada, Russia,  Giappone e Nuova Zelanda. Ban Ki-moon, commenta l'intesa raggiunta a Doha dicendo: "Sono state poste le basi per un accordo completo e stringente da raggiungere per il 2015" contro il riscaldamento climatico, ha spiegato.            Tra proteste e manifestazioni (cornice abituale a questo tipi d'incontri)  che denunciano la poca affidabilità dei paesi ricchi nel rispettare gli impegni presi con i paesi poveri per aiutarli a far fronte agli effetti negati

COP 18 a Doha: il solito atteggiamento sparagnino che non risolve niente

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Dal nostro inviato a Doha, Qatar, John Keyman. Il punto sul riscaldamento globale, la riduzione sulle emissioni di gas serra, l'adempimento degli impegni assunti dai singoli governi. Sono questi i temi in discussione alla 18° Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si sta svolgendo a Doha, Qatar, dove sino al 7 dicembre, 17 mila delegati in rappresentanza di 190 Paesi e organismi internazionali discuteranno sul come porre le basi di un nuovo accordo globale per combattere l'innalzamento delle temperature d'adottare entro il 2015. I negoziati sul clima di Doha (COP 18) rischiano di essere un altro braccio di ferro tra il nord e il sud del pianeta, tra le nazioni sviluppate e quelle in via sviluppo, dove ciascuno è in attesa che qualcuno si prenda la leadership. Nel frattempo, gli eventi meteorologici estremi, il record di fusione del ghiaccio marino artico e gli avvertimenti catastrofici continuano ad accumularsi sulla scia del super uragano

Durban: un inadeguato accordo sul clima raggiunto solo in onore di Nelson Mandela

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Dal nostro inviato a Durban John Keyman Onde evitare che in futuro il nome di Durban venga associato ad un fiasco, dopo dodici giorni di trattative regolamentari e 36 ore di tempi supplementari, praticamente in zona Cesarini, si è trovato il solito accordo compromesso come già  era avvenuto nelle passate conferenze.  Via libera quindi alla tabella di marcia che porterà all'adozione di un accordo globale salva-clima entro il 2015, in vigore però solo dal 2020.  Lo hanno deciso i partecipanti alla 17esima Conferenza mondiale sul clima a Durban, in Sudafrica. Trovato anche un accordo per il "Kyoto 2", che regolerà i flussi delle emissioni di gas serra nel periodo 2012-2015.                 C'è chi lo definisce, forse un po' troppo pomposamente, un accordo storico , come spiega un comunicato della Commissione europea, solo perchè l'Ue aveva espresso il desiderio di una maggiore ambizione, facendo applicare le decisioni prese a Copenaghen e Cancun. Sono in molt