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Visualizzazione dei post con l'etichetta crisi economica

La corsa all'oro senza scrupoli

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La crisi economica mondiale e il picco economico sulle scoperte di giacimenti d'oro , ha visto il prezzo dell'oro salire, ma a differenza della tecnologia fracking , che ha salvato l'industria petrolifera, non c'è tecnologia conveniente che possa sfruttare la ricchezza di minerali da depositi sempre più profondi.  Brent Cook , esperto geologo di Exploration Insights , con più di 30 anni di esperienza e brillante consulente per gli investimenti dice che non stiamo ancora a corto d'oro. Si sta cercando di scoprire nuovi giacimenti auriferi ma la maggior parte di essi non sono economici . Ci sono 20 million tons (20 Mt) di oro nelle acque dell'oceano, a cui, solo per darvi un'occhiata, occorrerebbero trilioni di dollari... decisamente costi proibitivi. Sfruttamento record nelle foreste pluviali L'estrazione dell'oro crea pure una grave questione ambientale, specie per  l'importanza che il genere umano deve alle foreste pluviali tropi

Razzia di metalli nelle nostre città

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720 bocce in lega di bronzo rubate in 5 circoli bocciofili della città di Torino. Ogni boccia pesa 920 grammi ed è in lega di bronzo. Una volta fuse vengono rivendute e sono soldi in contanti che sul mercato valgono 4,5 euro al kg Ma non solo bocce. La crisi economica sta esplodendo in tutto il suo tragico aspetto e con i prezzi delle materie prime alle stelle ormai non si salva più niente. La razzia del rame non conosce fine: grondaie in rame divelte direttamente da palazzi, aziende abbandonate, ferrovie, stazioni, tram, lampade... I carabinieri hanno sorpreso e bloccato una banda che stava letteralmente smontando la De Tomaso. A Terracina vecchia, in provincia di Latina, la notte girano bande di ladri che rubano rame dagli infissi, dalle grondaie, bronzo dei campanelli. Si rubano anche statue in metallo dei santi, campane in bronzo delle chiese, dei loculi cimiteriali... Insomma una ruberia continua che se non verrà bloccata rovinerà tanti bei luoghi antichi delle nostre p

Doha, si è conclusa come sempre la Conferenza sul clima

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Dal nostro inviato a Doha, Qatar, John Keyman. 9/12/2012 UPDATE : Esteso il Protocollo di Kyoto  fino al  2020. Duecento Paesi firmano l'intesa per ritardare i cambiamenti. L'intesa resta comunque lontana dalle richieste degli scienziati per far deviare la Terra dall'inquietante traiettoria verso un riscaldamento globale di 3-5°.  Ma l'impegno a ridurre ulteriormente le emissioni resta solo da parte dell'Ue e di pochi altri. Restano fuori i "grandi inquinatori", Canada, Russia,  Giappone e Nuova Zelanda. Ban Ki-moon, commenta l'intesa raggiunta a Doha dicendo: "Sono state poste le basi per un accordo completo e stringente da raggiungere per il 2015" contro il riscaldamento climatico, ha spiegato.            Tra proteste e manifestazioni (cornice abituale a questo tipi d'incontri)  che denunciano la poca affidabilità dei paesi ricchi nel rispettare gli impegni presi con i paesi poveri per aiutarli a far fronte agli effetti negati

Speciale "XX Conferenza sullo sviluppo sostenibile di Rio"

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Vent'anni dopo il primo Vertice sulla Terra a Rio de Janeiro, sotto lo sguardo vigile e protettivo della statua del Cristo Redentore, si è aperta la XX Conferenza in cui si spera si possa tracciare un nuovo corso per lo sviluppo economico e sociale sul futuro del pianeta, le sue risorse e i suoi popoli. John Keyman , il nostro inviato speciale, è già sul posto e ci terrà informati su quanto verrà discusso e accadrà a questo vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile che entrerà nel vivo la prossima settimana e che, come ha detto il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon " è troppo importante per fallire ". Potrebbe essere proprio la crisi finanziaria mondiale ad aumentare le possibilità di una buona riuscita del Vertice di Rio. In un periodo in cui molte nazioni sono concentrate sulla sfida dello sviluppo sostenibile e il fatto che, in molti casi, le risorse siano finite, e in altri casi per ottenerle costino eccessivamente, fa presagire, appunto che da qu

Energia solare: la crisi che non ti aspetti

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A lungo considerata come un rimedio per la dipendenza del mondo dai combustibili fossili, l'industria solare sta oscurandosi mentre i produttori  di pannelli utilizzati per sfruttare il sole continuano a cadere nel dimenticatoio. Fallimenti, crollo dei titoli azionari e la frantumazione dei carichi del debito stanno mettendo in dubbio l'attuabilità di un'industria che dagli anni 70 è stata pensata per far avanzare gli Stati Uniti - e il mondo-  in una epoca di nuova energia. Secondo Jefferies Group analysis, la domanda globale di energia solare è ancora in crescita, circa l'8% più pannelli solari saranno installati quest'anno rispetto al 2010, ma si prevede una linea piatta per il prossimo anno. Al centro del settore la sventura dei prezzi sta calando rapidamente per i pannelli solari e i loro componenti-polysilicon, wafer, celle e gli stessi moduli. Il motivo è semplice: ci sono troppi produttori che provano a vendere i loro articoli. Nel corso degli ultim

Crisi economica e assalto alle terre africane

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Oltre 40 milioni di ettari di terreno è stata acquisita nei paesi in via di sviluppo per la produzione di biocarburanti negli ultimi dieci anni. Questo è quanto segnala un nuovo studio pubblicato dalla International Land Coalition. La ricerca ha esaminato esclusivamente grandi acquisizioni di terre tra il 2000 e il 2010. Ammontano a 200 milioni di ettari di terreno, di cui gli autori sono stati in grado di discernere l'intento per 71 milioni di ettari. Sorprendentemente il rapporto, intitolato “Land Rights and the Rush for Land: Findings of the Global Commercial Pressures on Land Research Project” (diritto fondiario e assalto alla terra: I risultati delle pressioni commerciali globali sul progetto di ricerca della terra), ha rilevato che la produzione di cibo è stato solo al centro di meno di un quinto della quantità di terre. Quasi il 60 per cento era destinata ai biocarburanti. Il rapporto dice che mentre i grandi investimenti in agricoltura possono portare benefici "

Durban: un altro vertice inconcludente

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Dal nostro inviato a Durban John Keyman   Comincia oggi la settimana cruciale per trovare un accordo soddisfacente sul clima. Fino a qualche tempo fa l'argomento sui cambiamenti climatici veniva trattato con più convinzione e senso di responsabilità, ma i morsi della crisi economica hanno reso i politici meno propensi nel fermare i cambiamenti climatici. Ministri e leader del mondo si sono raccolti a migliaia nel fine settimana per elaborare un piano efficiente sul come salvare il pianeta. Eppure pochi di noi sembrano averlo notato. Nonostante gli avvertimenti apocalittici sulle temperature che stanno raggiungendo livelli record con le emissioni di carbonio che aumentano sempre più rapidamente, i delegati alla conferenza Onu sul clima, come lo è stato a Cancun, vale anche qui a Durban, sono ben lungi dal raggiungimento di un accordo. Purtuttavia, secondo l' International Energy Agency , senza ulteriori sforzi aggressivi per ridurre le emissioni, il mondo mancherà l'occ

L'alba del nuovo impero - 5

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Anche la Cina sta soffrendo la crisi economica. Difatti Pechino ha utilizzato il fondo sovrano statale Huijin Sovereign Wealth Fund  per acquistare scorte di quattro grandi banche - Agricultural Bank of China, Bank of China, Industrial & Commercial Bank of Cina, e Construction Bank Cina - al fine di sostenere i prezzi delle azioni di ciascuna che sono diminuiti significativamente nel corso dell'anno, così come i mercati generali. Huijin è ora in grado di possedere una partecipazione di controllo in ognuna delle maggiori banche cinesi. E 'stata la prima mossa di Pechino per sostenere i corsi azionari dall'inizio della crisi finanziaria del 2008 e ha contribuito a spingere verso l'alto le azioni delle banche. Gli analisti sostengono che i salvataggi possono essere l'inizio di un allentamento della politica monetaria da parte del Governo e inviano un segnale che Pechino è pronta a stare dietro alle banche nei momenti di difficoltà. Inoltre, l'evidenza d

Crisi economica: con la pancia piena si protesta meno

La corsa verso la sicurezza economica, verso investimenti anche di tipo speculativo, va ad impattare anche i prezzi di materie prime, quelle che davvero servono per la vita di tutti i giorni. Ad esempio, quelle alimentari, dove ci sono stati degli aumenti molto forti che hanno creato anche gendi sommovimenti politici nel mondo. Con le Borse in continua altalena di titoli si stato in molti Paesi sempre più a rischio, c'è un mercato che agli investotori fa sempre più gola, quello delle materie prime. Non tanto il petrolio, troppo esposto ai cicli economici, si consuma di più quando l'economia cresce e di meno quando arriva la crisi, quanto quello delle cosidette break commodities,  ciò che serve per la prima colazione e che è utilizzabile dappertutto: materie prime come cereali, zucchero, riso e thè, beni di cui nessuno, nemmeno i Paesi in via di sviluppo, riesce a farne a meno: troppo essenziali e quindi per definizione sicuri. L'allarme, un paio di settimane fa, l&

Crisi economica: addio, vecchio continente!

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Sulle recenti sommosse di Londra che hanno visto tanti giovani scendere nelle piazze molti dicono che hanno trovato una scusa per rubare, che non è una protesta e che sono dei ladri. Giovani, insomma, non animati da una passione ne da un motivo, ma d'un qualcosa fine a se stessa Questa generazione di adolescenti pensa di non essere compresa nei ranghi e pensa che saccheggiare sia un modo divertente per ribellarsi. Ma ad un certo punto bisogna trarre delle conclusioni. Bisogna capire la differenza tra spingere al limite  e oltrepassarlo quel limite. Le sommosse di Londra e delle altre città inglesi, più che quelle avutesi in Nord Africa e in Siria, sono un triste risvolto della cultura occidentale alle prese con la crisi del debito che continua a mordere. Certamente le sommosse sono  state commesse per lo più da criminali ma allo stesso tempo ciò che è accaduto ha sollevato delle istanze sociali di cui doversi occupare. La pensa così anche un giovane londinese impiegato nell

Sveglia mondo! Aprite gli occhi voi potenti, politici, scienziati...

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L'umanità è ormai allo sbando. Perchè se così non fosse, lo stile di vita che conduciamo sarebbe di tutt'altro tenore. Quello che mi lascia sconcertato è che pure esimi studiosi, scienziati, letterati, esperti siano caduti nell'inganno che la società attuale ci propone. Noi nati nel XX secolo, guerre a parte, ma soprattutto coloro nati nel secolo XXI , dobbiamo ritenerci fortunati di aver conosciuto, usato e apprezzato le comodità che la Scienza ci ha dato. Purtroppo però, siamo talmente ingordi di queste comodità che non siamo più capaci di distinguere ma soprattutto di comprendere, che tutto quello che desideriamo e vogliamo ha un costo, un costo elevato da pagare che sta mettendo a repentaglio non tanto la vita nostra ma quella dei nostri figli e ancor di più dei figli dei nostri figli. La maggioranza di costoro, ahimè, già sta vivendo in maniera gravosa il problema del lavoro, e non saprà mai cosa potrà significare domani avere una pensione. Assistiamo impotenti

La Blue Economy sbarca in Italia

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Ogni azione fatta dalla natura non si pò fare con più brieve modo co' medesimi mezzi. Date le cause la natura partorisce li effetti per i più brievi modi che far si possa. Leonardo da Vinci , Codice Arundel , 1478/1518 Dopo la Green Economy , sulla quale è piombata inesorabilmente la mano di grandi affaristi, in quanto essa richiede alle aziende di investire di più per salvare l’ambiente, nasce per mano di Gunter Pauli , imprenditore e fondatore della rete internazionale di scienziati, studiosi ed economisti ZERI ( (Zero Emission Research Initiative) , la Blue Economy, che lo stesso Pauli ha presentato recentemente a Roma, presso la fondazione Aurelio Peccei,  organizzato insieme a WWF in collaborazione con UniCredit, per spiegare come si può intraprendere il business ad impatto zero. Il suo credo viene snocciolato attraverso il libro che ha scritto, appunto, Blue Economy , che offre una serie di progetti capaci di far uscire il mondo da una crisi economi

Il fresco profumo di libertà emesso dai gelsomini s'irradia nell'Africa del nord

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Il gelsomino è un arbusto rampicante con rami flessibili e sottili, ricadenti, che portano  grandi foglie e  fiori  bianchi, gialli o rosati molto profumati. La pianta è considerata la "regina della notte" e non emana il suo profumo durante il giorno.  Dalle colline  che guardano il mare Mediterraneo disseminate di buganvillee, il profumo  intenso e fresco del  gelsomino aleggia nell'aria , rivitalizzando  il popolo tunisino, sceso in piazza a manifestare lo scontento, sin giù al sud, dove comincia il deserto. Sebbene la violenza di questi ultimi tempi sia cominciata in Egitto con l'attentato autobomba di Alessandria sui cristiani copti, ad innescare la rivoluzione dei gelsomini è stata proprio la marcia di protesta contro il caro vita, la fame, la disperazione, la dittatura, la corruzione dei giovani tunisini. Il vento dei gelsomini è così forte che ha creato in breve tempo cinque, sei crisi simultanee  sul Mediterraneo, raggiungendo, seppur con ventate non