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Visualizzazione dei post con l'etichetta ecologia

Il 30x30 sembra una proposta vincente per mitigare i cambiamenti climatici... ma in realtà...

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  Per prevenire le estinzioni di massa e rafforzare la resilienza ai cambiamenti climatici, gli scienziati avvertono che dobbiamo proteggere almeno il 30 percento delle nostre terre, fiumi, laghi e zone umide entro il 2030. Allo stesso tempo, dobbiamo anche proteggere in modo completo ed elevato almeno il 30 percento. dei nostri oceani entro il 2030 per aiutare a salvaguardare gli ecosistemi marini e la pesca che forniscono cibo, posti di lavoro e sostentamento culturale a miliardi di persone in tutto il mondo. Abbiamo gli strumenti per creare un futuro migliore e più sano per il nostro pianeta e per noi stessi, ma dobbiamo agire ora.  Tuttavia, sebbene la conservazione 30x30 sembri un modo per mitigare gli effetti peggiori del cambiamento climatico, potrebbe spodestare molte comunità Ultimamente il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha recentemente impegnato il paese a proteggere il 30% delle sue terre e acque entro il 2030. Alla prossima riunione della Convenzione sulla d

Earth Overshoot Day: dal 20 agosto ci stiamo indebititando per il futuro

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Il 20 agosto é stato l'Earth Overshoot Day, il giorno in cui l'umanità ha esaurito ufficialmente il bilancio della natura per l'anno. Da questo giorno in avanti, il pianeta sarà gestita in deficit ecologico e si comincia ad andare 'a credito', consumando le risorse del futuro, utilizzando più risorse di quelle che il pianeta può produrre e che emettono più anidride carbonica che il pianeta può filtrare. Questo il calcolo fatto dal gruppo del Global Footprint Network , che ammonisce: viviamo al di sopra delle nostre possibilità. La popolazione mondiale finisce le risorse naturali messe a disposizione dalla Terra molto prima della fine dell'anno. Anche lo scorso anno, ricorda il Global Footprin, le risorse ecologiche si erano esaurite ad agosto, mentre nel 1993 era il 21 ottobre. A questi ritmi serviranno le risorse di due pianeti entro metà secolo.                         Il debito è iniziato negli anni settanta quando l'impronta ecologica degli a

Rio +20: laddove si discuterà il futuro che vogliamo

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Venti anni fa, c'era il Summit della Terra, che aveva segnato una svolta nella considerazione delle sfide ambientali a livello internazionale. Riuniti a Rio de Janiero, i leader mondiali concordarono su un progetto ambizioso per un futuro più sicuro, cercando di bilanciare i propri imperativi con una robusta crescita economica e le esigenze di una popolazione che tendeva a crescere contro la necessità ecologica di conservare le risorse più preziose del nostro pianeta:  terra, aria e acqua. Convennero che l'unico modo per farlo era quello di rompere con il vecchio modello economico e inventarne uno nuovo, chiamato sviluppo sostenibile. Due decenni più tardi, poco è cambiato e le sfide dell'umanità di oggi sono molto simili a quelle di allora, solo più grandi. Lentamente, si è giunti a comprendere che probabilmente siamo entrati in una nuova era. Alcuni addirittura la chiamano una nuova epoca geologica, in cui l'attività umana sta radicalmente modificando le dinamich

Svezia: una lezione di ecologia

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Con una popolazione di 80.000 persone Kristianstad può essere famosa come la città natale della Vodka Absolute , ma ora da lezioni di ecologia, che potrebbe aiutare a cambiare il nostro futuro con i combustibili naturali.  Circa 10 anni fa, questa città svedese, i cui abitanti vivono in case confortevoli, fanno le vacanze sulla spiaggia durante l'inverno e guidano belle macchine, usate essenzialmente  per andare a fare lo shopping e per recarsi al lavor o, ha deciso di ridurre progressivamente la dipendenza dai combustibili fossili. Ed ora, che sembra abbia raggiunto gli obiettivi prefissati, si prefigge di fare ancor di più, senza però ricorrere al vento e al sole, bensì a trasformare in gas le enormi quantità di materiale di scarto, scarti di lavorazione del legno, sostanze animali... che possono essere trattati biologicamente per produrre gas utile per il riscaldamento delle abitazioni, per generare energia elettrica, nonché in una forma raffinata, utilizzato per alimen

Un mondo troppo insostenibile

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Politiche economiche insostenibili fanno si che la pressione delle attività economiche sta esaurendo le riserve naturali del pianeta.   "Se continuiamo a consumare le risorse del nostro pianeta con i ritmi attuali, nel 2030 ci vorranno le risorse di due Terre ".  E' questo l'allarme lanciato dal rapporto del Wwf sullo stato del pianeta.  Eppure da quelle risorse dipende la nostra sopravvivenza. Le foreste, ad esempio, vengono annientate alla velocità di 130mila chilometri quadrati l'anno tanto che ora sono insufficienti ad assorbire la quantità di emissioni di carbonio prodotti dai Paesi industrializzati.  Nella relazione biennale il "Living Planet Report" (che esamina i cambiamenti nella Impronta ecologica - l'area della terra e l'acqua necessaria a fornire le risorse, lo spazio per le infrastrutture e la vegetazione per assorbire l'anidride carbonica) , fa registrare un peggioramento dello stato di salute delle specie animali,

CIFRE ALLA MANO

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Il Costa Rica è il paese più ecologico del mondo, perchè è stato il primo ad eliminare tutte le emissioni di anidride carbonica, il gas serra prodotto bruciando idrocarburi.  Il risultato è stato raggiunto, producendo l'80% dell'energia necessaria con fonti rinnovabili e piantando 6 milioni di alberi, perchè la vegetazione assorbe l'anidride carbonica. Immagine: en.wikipedia.org

Demografia, cibo e petrolio

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C'è chi ritiene che il XXI secolo sia iniziato con uno scontro tra due forze gigantesche: la sovrappopolazione del pianeta e l'esaurimento del petrolio. L'evento, passato inosservato da parte di molti, è invece molto realistico. Come risultato di questo scontro, il numero degli esseri umani sulla Terra un giorno dovrà declinare in abbinamento al declino della produzione petrolifera. E' certo che l'uomo tende sempre più a spostare su livelli operativi le proprie conoscenze ecologiche. E proprio in questa linea di pensiero s'inquadrano le osservazioni di G. Borgstrom 1965, sui rapporti tra uomini e produttività della biosfera terrestre. Raffiora nell'opera di questo scienziato , The hungry planet , la paura di T.R.Malthus circa l'impossibilità dell'intero globo di sostenere indefinitivamente un aumento della popolazione umana. In effetti si può constatare che gli uomini, gli animali domestici consumano ormai una sostanziosa fetta dell'intera prod