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Visualizzazione dei post con l'etichetta economia

La disfida dei due contendenti: contratti alla mano

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CONTRATTI ALLA MANO: Ecco le prove.   La migliore risposta   ( Cliccare) data da un Consigliere dì Stato americano ”Sono state sottovalutate le decisioni (aggiungo io imperialistiche) di Biden!" Il bilancio è che la NATO ora è arrivata con i suoi alleati davanti al Porto di San Pietroburgo (città natale di Putin), sono state smaltite tutte le vecchie munizioni e la spesa è stata divisa tra i vari alleati,  non è morto neanche uno soldato americano (soli russi e d ucraini- questo per loro non è importante) e l’Europa (grazie alle sanzioni sul gas e petrolio) non è più competitiva rispetto all’industria americana. Questa nuova economia favorirà gli investimenti europei in America.” Credo non ci sia da aggiungere nulla per capire quanto siamo manipolati! Sono stati calpestati i diritti civili nel Donbas per provocare Putin. Zelenskji strapagato è stato ora premiato in America come uomo dell’anno. Tutti i corrotti europei vengono premiati in America.  L’Ucraina (Zelenski) ha emesso de

L' invasione dell'Ucraina blocca la corsa degli Stati Uniti nell'Artico

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Gli alleati riconsiderano le ambizioni russe nell'Artico Le ricadute dell'attacco russo all'Ucraina hanno già raggiunto la vetta del mondo. La cooperazione dell'Occidente con Mosca nell'Artico, già tesa dopo anni di rafforzamento dell'esercito russo nella regione ghiacciata, si è ora fermata a causa del conflitto in corso in Ucraina. Il Consiglio Artico, composto da otto membri, attualmente presieduto dalla Russia, ha effettivamente sospeso le operazioni, archiviando un forum cruciale per Washington, Mosca e gli altri sei paesi membri per affrontare ed eludere gli scontri su questioni chiave come il cambiamento climatico, le risorse energetiche ed economiche e le attività delle forze armate nell'alto nord. Allo stesso tempo, il presidente russo Vladimir Putin ha promesso che la sua campagna militare (non provocata) in Ucraina non svierà le ambizioni artiche in rapida espansione del Cremlino. Molto prima dell'invasione dell'Ucraina del 24 febbraio, il

Cambiamento climatico: energia decarbonizzata o adattamento climatico?

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  Il cambiamento climatico è costoso. Cosa dovrebbe pagare il mondo per combatterlo? Al COP26 di questo mese, si è capito che affrontare il cambiamento climatico sarà costoso. Fare il salto verso l'energia decarbonizzata ha costi enormi.  Ma costa lo stesso molto adattarsi a un pianeta in fase di riscaldamento che scatena incendi, tempeste e ondate di calore più letali. Nel frattempo, molte delle comunità che stanno già subendo il peso dei disastri climatici sono tra quelle meno attrezzate per pagare il conto. Ciò significa che la "finanza per il clima", il denaro necessario sia per combattere il cambiamento climatico che per cercare di adeguarsi ad esso, è sempre più al centro dell'attenzione. E questa situazione sta rivelando le disuguaglianze globali sottostanti che rendono l'azione collettiva per il clima molto impegnativa. Alla conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, i delegati di Africa, Asia e America Latina hanno rimproverato i paesi

Il riscaldamento globale ha arricchito le nazioni già benestanti

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Una nuova ricerca ha scoperto che il riscaldamento globale ha esacerbato le disuguaglianze economiche globali, rendendo le nazioni già benestanti ancora più ricche, mentre rallenta la crescita economica nei paesi più poveri. Secondo lo studio, pubblicato su PNAS alla fine del mese scorso, tra il 1961 e il 2010 l'aumento delle temperature ha portato ad una diminuzione del 17-30% della ricchezza pro-capite nei paesi più poveri del mondo. Nel frattempo, i paesi ricchi che sono i più grandi emettitori di gas serra del mondo hanno visto il loro PIL pro-capite crescere di circa il 10 per cento in più oggi rispetto a quello che avrebbero in un mondo senza riscaldamento. I paesi poveri che, nel complesso, non hanno beneficiato dei benefici dell'energia proveniente dai combustibili fossili, sono stati resi relativamente più poveri dal consumo energetico dei paesi ricchi, ma le fonti di energia rinnovabile potrebbero offrire una soluzione parziale sia alla crisi climatica c

Guardiamo l'Africa... e buone feste a tutti

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Stiamo vivendo un'epoca difficile, dove il crescente divario tra ricchi e poveri nel mondo fa una grande differenza. In un discorso a Liverpool la scorsa settimana, Mr Carney, il governatore della Banca d'Inghilterra ha , ha affermato: "La globalizzazione è associata a bassi salari, lavoro precario, società senza stato e disuguaglianze sorprendenti." Ci sono " disuguaglianze di ricchezza impressionanti " in molte economie avanzate, ha aggiunto. La globalizzazione è il processo attraverso il quale tutte le parti del mondo stanno diventando sempre più economicamente e culturalmente interconnessi. Ma in questo fantasmagorico scenario mondiale, dove denaro e potere stanno prevalendo, bisognerebbe occhieggiare altrove, dove la povertà va di pari passo alla vergogna di un mondo che non ha più occhi per guardare.  Guardiamo l'Africa , il grande continente di domani. Negli ultimi due anni, il fallimento del raccolto in Africa ha portato a car

Qatargas, la mossa strategica sul gas liquefatto

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Come segno dei tempi , Qatar Petroleum ha deciso di  fondere Qatargas e RasGas per creare un " operatore globale di energia veramente unico " di proprietà statale. Ne ha dato l'annuncio stamane l'Amministratore delegato di Qatar Petroleum e Presidente Saad Sherida Al Kaabi precisando che la mossa per la fusione si avrebbe entro 12 mesi e le due società comincerebbero ad operare come un unico soggetto, denominato Qatargas ,  " L'integrazione mira a creare un operatore globale di energia davvero unico in termini di dimensioni, servizio e affidabilità ", ha detto Kaabi ai giornalisti in una conferenza stampa, aggiungendo che non ci sarebbero sate perdite di lavoro sul "lato operativo"  e che questa operazione andrebbe a salvare " centinaia di milioni di dollari " Secondo il suo sito web, Qatargas , nella sua forma attuale, è il più grande produttore al mondo di gas liquefatto al mondo ma potrebbe presto essere superato d

Le emissioni globali di carbonio potrebbero calare nel 2015

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Un nuovo rapporto del Global Carbon Project (GCP) mostra, nonostante la attuale crescita economica globale, che le emissioni da combustibili fossili a livello mondiale dovrebbero diminuire entro l'anno. Se è davvero una diminuzione, dicono gli autori dello studio, questa sarebbe la prima volta che le emissioni globali di anidride carbonica stanno diminuendo, anche se di poco, mentre l'economia mondiale cresce. " Dopo una crescita sostenuta delle emissioni negli ultimi dieci anni, la crescita delle emissioni della Cina ha rallentato al 1,2% nel 2014 e si prevede un calo di circa il 4% nel 2015" . " Abbiamo una montagna (di emissioni) di fronte a noi ", ha detto il Professor Corinne Le Quéré, Director del Tyndall Centre all'University of East Anglia. " Con due anni di crescita atipiche delle emissioni, sembra che la traiettoria delle emissioni globali stia, temporaneamente, mutando ". Questo possibile declino sarebbe il primo in un  pe

COP21: spinta finale verso un difficile accordo sul clima

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La Conferenza di Parigi sul cambiamento climatico (COP21) in corso a Parigi è stata oscurata da minacce più immediate come il terrorismo, ma il vertice delle Nazioni Unite potrebbe in qualche modo fare la differenza. Se non si fermano le conseguenze peggiori dei cambiamenti climatici, le emigrazioni e le crisi legate all'aumento della siccità, nonchè agli eventi estremi indotti dall'uomo, questo provocherà tensioni ed ulteriori conflitti. Inoltre, siccome la soluzione è abbandonare l'utilizzo di carbone, petrolio e poi di gas (il petrolio alimenta le guerre) , una prospettiva della politica di cooperazione tra le grandi economie per investire nelle energie alternative può ridurre le pressioni su quelle risorse per  le quali si rischiano guerre non solo locali ma anche su vasta scala. Per alcuni attivisti ambientali presenti nella capitale francese i negoziati sul clima non sono sufficienti. I leader mondiali debbono ascoltare con più attenzione le parole di Papa France

Blue economy: una luce brillante all'orizzonte

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  “ We are tied to the ocean. And when we go back to the sea, whether it is to sail or to watch, we are going back from whence we came. ”   (Siamo legati al mare. E quando torneremo al mare, sia che si tratti di navigare o di guardare, stiamo andando indietro da dove siamo venuti.)  John F. Kennedy Attualmente le economie terrestri del mondo lottano con tassi annui di crescita intorno al 2% del prodotto interno lordo, l'economia globale marina , o "blue economy" , è una luce brillante all'orizzonte. I nuovi sviluppi  nel campo delle industrie marine vanno dalla diversificazione dell'acquacoltura alle nuove biotecnologie e prodotti farmaceutici, delle energie rinnovabili marine (energia eolica e delle onde), e miniere nelle profondità marine. La Commissione europea dispone di una strategia di "crescita blu", riconoscendo che le industrie marine stanno crescendo ad un ritmo superiore rispetto a quelle sulla terraferma in Europa. E in aree

Russia: in atto l'imponente vertice dei BRICS

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Se ne parla poco in Italia, ma in Russia si sta svolgendo (fino a domani) , il vertice dei Paesi BRICS (Brasile, Russia,  India, Cina, Sudafrica) sotto la presidenza russa. Una realtà economicamente mostruosa, quasi un mostrare i muscoli al  blocco occidentale I cinque paesi BRICS rappresentano circa tre miliardi di persone, pari a circa il 40 per cento della popolazione mondiale e con un PIL di 16.039 miliardi dollari, pari al 20 per cento del prodotto mondiale lordo. La Russia, non essendo piú un membro del G7 , si concentra sui blocchi, in cui l'Occidente non è rappresentato. Il vertice congiunto su larga scala del BRICS, lo Shanghai Cooperation Organization (SCO) e l' Eurasian Economic Union (EEC) é riunito da ieri ad Ufa, negli Urali. Il summit è un grande evento geopolitico che unisce le forze che mantengono una certa distanza dalla politica occidentale. Dovrebbero essere firmati diversi grandi progetti nel campo della finanza, dell'economia e della

Il valore stratosferico degli oceani nel contesto mondiale

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Gli oceani coprono circa il 71 per cento della superficie terrestre e il loro valore è incalcolabile sia per il pianeta che per l'umanità. Essi sono una risorsa naturale vitale, complessa e totalizzante che va dalle risorse alimentari, fondamentali in molte parti del mondo, all'energia rinnovabile, e come potenziale serbatoio di approvvigionamento idrico. Inoltre, molte zone ancora inesplorate lungo il fondale marino, potrebbero contenere riserve sfruttabili di minerali, petrolio e gas naturale, risorse necessarie per tenere il passo con la domanda in costante aumento dell'umanità. Ancora più importante, gli oceani globali sono le arterie vitali dell'economia mondiale con circa il 70 per cento del commercio marittimo mondiale e contribuiscono a proteggerci dai peggiori impatti dei cambiamenti climatici. Messo in un contesto internazionale, se l'oceano fosse un Paese sarebbe la settima più grande economia mondiale, posizionandosi tra il PIL (prodotto inte

Finalmente, l'energia solare !

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La produzione di energia elettrica da combustibili fossili rappresenta oltre il 40% delle emissioni di CO2 di origine antropica. Gli impianti a carbone esistenti si sono impegnati per quasi 300 miliardi di tonnellate di emissioni oltre la loro vita. In questo drammatico contesto energetico, che tanto incide sulla salute nostra e del pianeta che ci ospita, al cui anfitrione dovremo dar conto, ben venga, dunque, l'era dell'energia solare, che sta diventando sempre più competitiva.  Difatti, i prezzi solari fotovoltaici sono diminuiti dell' 80 per cento dal 2008. Nel 2013, l'energia solare commerciale costa quanto produrre altre fonti di energia elettrica in Italia, Germania e Spagna, e si prevede che presto lo sarà in Messico e in Francia (Reuters) . L'energia solare è destinata a diventare  la più economica fonte di energia elettrica in molte parti del mondo entro i prossimi 10 anni, con il costo del fotovoltaico che continua a diminuire. In alcune par

La nuova guerra fredda in nome del gas

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La nuova guerra fredda tra Russia e Occidente segue una logica, che più trasparente non si può. I rapporti tra il Cremlino e Washington coi in suoi alleati, sono così tesi che Putin stoppa la realizzazione del gasdotto South Stream: 600 chilometri di tubi dalla costa russa del Mar Nero attraverso la Bulgaria e poi i Balcani il confine tra Italia, Austria e Slovenia  per portare a noi europei 63 milioni di metri cubi di gas naturale l'anno, estratto nella lontana Siberia. Sout Stream è un progetto russo, francese, tedesco con l'Italiana Saipem (ENI), impegnata nella costruzione del tratto sottomarino di South Stream, nel Mar Nero, che oggi in Borsa ha perso il 10 per cento.  Lo stop voluto da Putin, e la situazione in Ucraina, diventata terra di contesa tra i due schieramenti, da cui sono derivate le sanzioni dell'Occidente, stanno colpendo duramente l'economia russa, con il rublo in discesa e taglio drastico alle stime di crescita. Il crollo del rublo e delle quotazi

Carbone: il problema esiste e bisogna risolverlo con urgenza.

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Dopo più di due secoli dalla Rivoluzione industriale, il carbone produce la metà di tutte le emissioni globali di anidride carbonica. La Cina brucia più carbone del resto del mondo messo assieme. Tra il 2005 e il 2013, nuove centrali a carbone in Cina hanno aumentato di una volta e mezzo l'intero consumo del secondo consumatore di carbone, gli Stati Uniti. Gli economisti prevedono che entro il 2040, le esigenze di produzione di energia della Cina sarà il 50 per cento più grande di oggi. Ciò porterà le emissioni globali di gas a effetto serra legate all'energia da carbone ben oltre il 60 per cento, neutralizzando gli sforzi compiuti dalla maggior parte degli altri Paesi sulla riduzione delle emissioni. Ma c'è un problema molto più urgente di fronte ai tantissimi cinesi ma anche a tanti altri che vivono nei Paesi in via di sviluppo. Bruciare il carbone emette ossidi di azoto e di zolfo, che insieme al particolato che uccide i polmoni continua ad abbassare decenni di vita

Il futuro dell'oro nero sarà trattato a Vienna

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Il mondo sull'orlo di una guerra dei prezzi sul petrolio. La notizia è questa. Le aspettative per la riunione Opec del mese prossimo pesano molto sul mercato del petrolio. La riunione si svolgerà in un contesto di dissenso tra due blocchi di potere in un'organizzazione che controlla la linfa vitale dell'economia globale. Un gruppo segreto dei più potenti ministri petrolifere del mondo, dice Andrew Critchlow , giornalista per il Telegraph Media Group , si riunirà a Vienna per prendere probabilmente una delle decisioni più importanti che potrebbero influenzare l'economia mondiale ancora fragile: se tagliare la produzione di greggio per difendere i prezzi a 100 dollari al barile, o tenere aperti i rubinetti con l'inverno che si profila tra le più grandi nazioni che consumano energia. Un crollo improvviso del prezzo del greggio ha messo in luce profonde divisioni in seno all'Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (Opec) prima della sua riunione

Trasporto urbano ? E' la chiave per fare un gran passo avanti

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Inquinamento nelle città: modificare il trasporto urbano è la chiave per fare un gran passo avanti Il trasporto urbano è la fonte più in rapida crescita di emissioni di carbonio e nel 2010 ha rappresentato circa 2.300 megatoni di CO2, quasi un quarto di tutte le emissioni di carbonio prodotte in tutte le parti del settore dei trasporti. Il passaggio dal trasporto urbano su auto verdi, a piedi, in bicicletta può ridurre le emissioni di anidride carbonica di ben 1.542 megatonnellate (1700 megatoni) entro il 2050. Mentre ogni parte dell'economia globale in un modo o nell'altro si riversa sul green, basterebbe risolvere il problema dei grandi ingorghi nelle città del mondo con meno sacrificio e più guadagno. Specie per la salute. Se  le città continuano a crescere, in particolare nelle economie dei Paesi in via di sviluppo, queste emissioni sono sulla buona strada per raddoppiare nei prossimi 35 anni. Rendendo più agevole andare a piedi, in bicicletta, prendere l'

Blue economy: a che punto siamo ? ( 2)

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Da oltre mezzo secolo l'uomo ha preso dimistichezza con lo Spazio: sonde che arrivano in luoghi remoti dell'universo e sui pianeti del Sistema solare ed extrasolare, Marte, Giove, Venere anche il misterioso Plutone, sono stati molto visitati da sonde e satelliti tecnologici di alta precisione. Poi venne il giorno in cui l'uomo toccò il suolo lunare!  Ed ora, vuole fare la stessa cosa sul pianeta rosso. Tuttavia, ancor prima dello Spazio ci sarebbe da esplorare gli oceani, l'acqua blu del pianeta, che copre il 72 per cento della superficie terrestre, e che è stato esplorato meno del 10 per cento, e perciò resta ancora un mondo in gran parte sconosciuto al genere umano. Attualmente, nei mari del mondo, a causa del cambiamento climatico sono in grave pericolo di inondazioni parecchie isole. Proprio in questo contesto, anche per avere una economia sana, gli oceani hanno un ruolo centrale da svolgere: risolvere uno dei maggiori problemi del 21 ° secolo: come sfamare

In futuro le infrastrutture delle città salveranno il pianeta

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Il problema delle emissioni globali di anidride carbonica si risolverà nelle città. Sono le città, dove si concentra la popolazione per sentirsi più protetta ed avere un'opportunità di lavoro, il motore del mondo. Il futuro del clima del mondo sarà dunque deciso nelle nostre città, le quali dovranno essere concepite in maniera diversa da come lo sono ora, visto che è l'urbanizzazione a spingere la crescita economica globale. Il 70 per cento delle emissioni globali di anidride carbonica proviene dalle aree urbane e 600 delle principali città del mondo generano più della metà del PIL mondiale. Se si facessero massicci investimenti su infrastrutture ecocompatibili si ridurrebbe l'impronta di carbonio della città. Tre quarti delle emissioni di anidride carbonica dei paesi ricchi vengono da soli quattro tipi di infrastrutture: generazione di energia, edifici residenziali e commerciali, trasporti e gestione dei rifiuti. Qualsiasi programma di sostenibilità urbana deve quin

La sfida ambientale dell'India

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Le tragiche vicende indiane  fatte di violenza balorda e sfrenata, finite sulle prime pagine di tutti i giornali e telegiornali, hanno scosso le coscienze di tutto il mondo ma non hanno comunque insegnato nulla ai mostri che tuttora perpetrano le loro perverse attività criminose verso le donne. L'India, terza economia del globo e seconda economia per sviluppo di crescita, mal si coniuga all'indecente livello di analfabetismo, povertà e malnutrizione che nelle sue città, strade e baraccopoli mostrano così palesemente. Al pari del gigante dei giganti, la Cina, che sta per diventare la prima economia planetaria scalzando gli Stati Uniti, sempre primi sin dal 1872, il subcontinente indiano dovrà ora occuparsi seriamente delle enormi sfide ambientali che dovrà affrontare, che s'intrecciano inevitabilmente tra le economie emergenti.  Un recente rapporto dell'ONU sui cambiamenti climatici ha rivelato che l'India è una delle nazioni più a rischio del mondo in f