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L'amaro destino dei Guarani Kaiowá

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Nella regione meridionale del Mato Grosso do Sul, al confine tra Brasile e Paraguay, la più popolosa nazione indigena del paese lotta in silenzio per il suo territorio, cercando di contenere l'avanzata dei suoi potenti nemici. Espulsi dalle loro terre a causa del continuo processo di colonizzazione, più di 40.000 Guarani Kaiowá ora vivono con meno dell'1% del loro territorio originale. Sulle loro terre oggi, ci sono migliaia di ettari di canna da zucchero dove imprese multinazionali ricavano l'etanolo per rendere il mondo come un "ambiente accogliente" e combustibile "pulito". Le terre statali in Brasile sono le più produttive nel campo agro-alimentare e biocarburanti. Molti Guarani Kaiowá sono obiettivi costanti di attacchi e vittime di una preoccupante ondata di suicidi . Senza le loro terre e boschi, i Guarani Kaiowá hanno convissuto per anni con una epidemia di malnutrizione. E senza mezzi alternativi di sussistenza, adulti e bambini sono

Crisi economica: con la pancia piena si protesta meno

La corsa verso la sicurezza economica, verso investimenti anche di tipo speculativo, va ad impattare anche i prezzi di materie prime, quelle che davvero servono per la vita di tutti i giorni. Ad esempio, quelle alimentari, dove ci sono stati degli aumenti molto forti che hanno creato anche gendi sommovimenti politici nel mondo. Con le Borse in continua altalena di titoli si stato in molti Paesi sempre più a rischio, c'è un mercato che agli investotori fa sempre più gola, quello delle materie prime. Non tanto il petrolio, troppo esposto ai cicli economici, si consuma di più quando l'economia cresce e di meno quando arriva la crisi, quanto quello delle cosidette break commodities,  ciò che serve per la prima colazione e che è utilizzabile dappertutto: materie prime come cereali, zucchero, riso e thè, beni di cui nessuno, nemmeno i Paesi in via di sviluppo, riesce a farne a meno: troppo essenziali e quindi per definizione sicuri. L'allarme, un paio di settimane fa, l&

Cancun: perfino Al Gore è depresso

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Sembra che al riscaldamento globale (global warming) ormai non ci pensa più nessuno. Passata l'attenzione generale dai tempi della Conferenza di Bali del dicembre 2007, e della finta euforia del freddo vertice di Copenaghen 2009, nonchè al ripensamento pubblico dell'icona ambientalista di primo pelo Al Gore , il quale oggi, nonostante il suo stato depresso per come sta andando il vertice di Cancun, si rammarica della posizione presa a suo tempo sulle agevolazioni fiscali per i carburanti alternativi di prima generazione, come l'etanolo di mais, che però non ha funzionato, in quanto i rapporti di conversione energetica si sono rivelati molto esigui ed hanno causato qualche problema nelle questioni alimentari.    Adesso per lui si apre un'altra prospettiva: un etanolo migliore, una miscela dei suoi investimenti verdi, Abengoa Bioenerym , da cui spera di trarre profitto e ottenere sovvenzioni da parte del governo. Insomma a Cancun si respira un'aria di s

Al Gore: l'etanolo di prima generazione è stato un errore.

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L'etanolo di prima generazione è stato un errore.  Questo è quanto ha detto l'ex vice presidente americano Al Gore ad Atene, in una recente conferenza sul l'energia verde, sponsorizzata da Marfin Popular Bank , rammaricandosi della sua posizione sull'etanolo, presa quando era in carica, sugli incentivi per produrre combustibili dal frumento.   Difatti, le agevolazioni fiscali per i carburanti alternativi di prima generazione, come l'etanolo di mais non hanno funzionato, in quanto i  rapporti di conversione energetica si sono rivelati molto esigui. Non è stata una buona politica , ha detto il premio Nobel .   Ora Gore sostiene le cosiddette tecnologie di seconda generazione che non fanno concorrenza agli alimenti - usando le fonti residue o non-alimentari dell'azienda agricola quali lo switchgrass ( Panicum virgatum : un'erba delle stagioni calde della famiglia delle graminacee  e una delle specie dominanti delle praterie di erba alta in &