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Visualizzazione dei post con l'etichetta fotosintesi

La storia della vita sulla Terra in tre parole...

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Molte persone non hanno idea dello scorrere del tempo attraverso i grandi eventi della storia della vita sul nostro pianeta, per cui ritengo molto interessante proporvi una semplificazione, con un esempio davvero calzante, della storia della vita sulla Terra raccontata dal mitico P iero Angela , conduttore del noto programma RAI Superquark, trasmesso lo scorso giovedì. La parte iniziale della storia della vita sulla Terra è stata molto ma molto lenta. Quasi niente è cambiato per miliardi di anni.   Poi, man mano che le forme viventi sono diventate più complesse, si è verificata un'accelerazione sempre più crescente, che alla fine, con l'arrivo dell'uomo, è diventata frenetica. Ora, tutto diventa più chiaro se si paragonano i 3 miliardi e 800 milioni di anni della storia della vita sulla Terra ai giorni di un calendario. Se si pone come partenza dalle prime forme batteriche il 1 gennaio e il mondo di oggi alla mezzanotte del 31 dicembre , ecco come viene

Amazzonia: la torre che ci dirà molte cose sulla salute del pianeta

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La foresta amazzonica ha un impatto straordinario sul pianeta, producendo circa la metà di tutto l'ossigeno nell'atmosfera. Adesso, per meglio monitorare i cambiamenti chimici nell'aria, che potrebbero gettare nuova luce sul cambiamento climatico globale, nelle profondità della foresta amazzonica, tra giaguari, serpenti e alberi giganti, a circa 100 miglia dalla città di Manaus, è stato costruito un albero-torre, più alto della Torre Eiffel: the Amazon Tall Tower Observatory (Atto), alto 325 metri (1066 feet), la struttura più alta del Sud America. La torre integra la Zotto tower in Siberia (immagine sotto) , 304 metri, che è stata costruita in collaborazione con Max Planck Institute nel 2006. I dati delle due torri, installate nei punti più importanti del pianeta, verranno condivisi dagli scienziati quotidianamente in tempo reale. Per la scienza, la Amazon Tall Tower Observatory, è un grande e complesso lavoro, ha detto Antonio Manzi , un ricercatore del Nati

Anidride carbonica: meno male che ci sono le foreste pluviali tropicali

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Una nuova ricerca degli scienziati del Jet Propulsion Laboratory della NASA sostiene che le foreste pluviali tropicali assorbono molto più anidride carbonica (nota anche come biossido di carbonio o diossido di carbonio) di quanto non facciano le foreste boreali in Alaska, Canada, Siberia, e in altre regioni settentrionali fredde. Una questione che è sempre stata nella mente degli scienziati del clima e dei biologi è quanta anidride carbonica una pianta assorbe in un dato periodo. I ricercatori della NASA hanno riferito la scorsa settimana nel Proceedings of the National Academy of Sciences che le foreste pluviali tropicali possono assorbire molta più anidride carbonica di quanto precedentemente stimato. Secondo il rapporto, dei circa 2,5 miliardi di tonnellate di anidride carbonica annua assorbita dalle piante , le foreste pluviali tropicali ne assorbono 1,4 miliardi di tonnellate . Questo è molto più delle stime precedenti ed è più di quello stimato per le foreste boreali

Emissioni inquinanti : stiamo andando verso le 55 mila tonnellate al minuto

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Nel 2013, le emissioni globali di CO2 sono aumentate sorprendentemente a 35,3 miliardi di gigatonnellate (Gt), un record mai raggiunto. Il GCP  ( Global Carbon Project ) stima che ne l 2014 , supereremo il record del 2013 di un 2,5 per cento, rilasciando 37 Gt (gigatonnellate) di anidride carbonica in atmosfera dalla combustione di carbone, di petrolio e gas naturale, e dalla produzione di cemento (ne rappresenta circa il 5% di CO2). Questo porta il totale delle emissioni di anidride carbonica industriale dal 1751 ad una stima di 1480 Gt entro la fine di quest'anno. Più della metà di esse  (743 Gt, o 50,2 per cento), sono state rilasciate dal 1988. Anno in cui le prove e i rischi del riscaldamento causato dall'uomo cominciarono ad essere ampiamente conosciute. L'anidride carbonica (nota anche come biossido di carbonio o diossido di carbonio) è un ossido acido (anidride) formato da un atomo di carbonio legato a due atomi di ossigeno . È una sostanza fondamental

Aprile 2014: anidride carbonica alle stelle

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Alle stagioni pazze ci stiamo abituando. Nulla di anormale, secondo i tempi correnti. Tuttavia, sarà bene ricordare che il mese di aprile 2014, quello terminato stanotte, verrà ricordato per un inquietante primato: quello con il livello medio di anidride carbonica più alto della storia. Non era mai accaduto che ad aprile si arrivasse ad un tasso d'inquinamento globale così elevato. Il dato arriva da un gruppo di scienziati che studiano gli effetti delle variazioni climatiche. Nel mese appena trascorso infatti la quantità di CO2 è stata costante a 400 parti per milione. Si pensa che a maggio vada ben oltre questa soglia, anche a giugno e diminuire poi, forse a luglio. Numeri poco confortanti il cui rischio comporta che dopo anni di accumuli questi livelli potrebbero essere confermati anche in stagioni più fredde come l'autunno, finendo per assestarsi tutto l'anno. A risentirne, prima tra tutte, è la salute, su cui l'inquinamento produce danni alla mucosa dell

Il processo biologico dell'albero

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Ogni albero nel mondo partecipa a molti processi biologici, ma il più notevole è la fotosintesi.. Foglie degli alberi assorbono l'anidride carbonica dall'atmosfera, si mescolano con l'acqua, lo trasformano in zucchero utilizzando l'energia del sole e rilasciano ossigeno come sottoprodotto.. Il carbonio viene immagazzinato nel legno durante il processo. In realtà, gli alberi sono i più grandi magazzinieri di CO2 che si siano mai evoluti sulla Terra.. Per ogni tonnellata di legno creato, 1,5 tonnellate di CO2 viene assorbita e 1 tonnellata di ossigeno viene rilasciato.. Immagine: www.mobilemag.com

Global warming: le piante che fioriscono velocemente...

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Una ricerca condotta negli Stati Uniti e pubblicata sul sito web di Nature , evidenzia come il riscaldamento globale stia avendo un impatto significativo su centinaia di specie animali e vegetali in tutto il mondo, cambiando alcuni modelli di allevamento, di migrazione e di alimentazione. Lo studio si basa su dati provenienti da studi del ciclo di vita delle piante e di esperimenti effettuati in quattro continenti e 1.634 specie. Si è riscontrato che alcuni esperimenti avevano sottovalutato la velocità della fioritura da 8,5 volte e le foglie che crescono di 4 volte. Come risposta ai cambiamenti climatici le piante sono fiorite più velocemente di quanto gli scienziati avevano previsto, fenomeno che potrebbe avere effetti devastanti a catena sulla catena alimentare e sull'ecosistema. L'aumento della concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera dalla combustione di combustibili fossili può influenzare il modo in cui le piante producono ossigeno, mentre tempe

Finalmente, la foglia che da energia solare!

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I ricercatori del  Massachusetts Institute of Technology  hanno annunciato una loro invenzione, ad un incontro presso l'American Chemical Society  in California. Il professore di chimica del MIT Daniel Nocera ha detto che lui e i suoi colleghi, prendendo spunto da Madre Natura, che ha piante brulicanti di energia, hanno creato un foglia artificiale che imita la fotosintesi e può essere utile come fonte economica di energia elettrica. "Quello che succede " spiega Nocera " è che la luce del sole arriva e colpisce la foglia, allora la foglia prende quella luce solare e fa una corrente senza fili (wireless current)". Durante la fotosintesi , l'energia alla luce del sole spacca le molecole di acqua in idrogeno e ossigeno. L'idrogeno si unisce con l'anidride carbonica per produrre lo zucchero, un combustibile essenziale per sviluppo di pianta. Nel laboratorio del ricercatore, gli scienziati hanno replicato quel processo chimico per mezzo di un

Solar Frontiers Center, il futuro dell'energia solare

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Nasce negli Stati Uniti un centro che promuove la ricerca sulle tecnologie solari avanzate.  Sfruttare al meglio l'energia del sole per produrre l'energia del futuro.  E' questo l'obiettivo del nuovo Solar Frontiers Center (SFC) , una collaborazione tra Eni e il Massachusetts Institute of Technology (MIT) , con sede nel campus del MIT di Cambridge Solar Frontiers Center si propone di promuovere la ricerca in tecnologie solari avanzate attraverso progetti che partono dai nuovi materiali fotovoltaici alla produzione di idrogeno da energia solare. Sono ricerche molto interessanti che possono cambiare il futuro dell'energia, ha detto l'Amministratore Delegato di Eni Paolo Scaroni , che ha celebrato l'apertura del centro assieme al Presidente del Mit Susan Hockfield . La collaborazione tra Eni e Mit è nata nel 2008 ma già in due anni ha prodotto risultati significativi, come la realizzazione della prima cella solare Mit ultraflessibile, alla realizzazion

Idrogeno come energia pulita? Forse, ci siamo!

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Come si sa, l'idrogeno non esiste allo stato naturale. Bisogna produrlo e di conseguenza bisogna usare altre energie per ottenerlo. Ma non si possono usare le energie fossili, altrimenti inquinerebbero ma se si usa energia pulita se ne ottiene poca quantità. Ecco allora che un team di ricercatori della University of Tennessee, Knoxville , e dell' Oak Ridge National Laboratory ha scoperto che il meccanismo interno della fotosintesi può essere isolato da certi tipi di alghe e, se accoppiato con un catalizzatore di platino, è in grado di produrre una quantità costante di idrogeno , se esposto alla luce. Il team, guidato da Bruce Barry ritiene che - attraverso il processo di fotosintesi con cui l'energia solare viene trasformata in energia chimica - può far funzionare come energia pulita e sostenibile, la fonte d'idrogeno. Articolo intero in inglese su www.sciencedaily.com/ immagine: il professor €chos.com