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La disfida dei due contendenti: contratti alla mano

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CONTRATTI ALLA MANO: Ecco le prove.   La migliore risposta   ( Cliccare) data da un Consigliere dì Stato americano ”Sono state sottovalutate le decisioni (aggiungo io imperialistiche) di Biden!" Il bilancio è che la NATO ora è arrivata con i suoi alleati davanti al Porto di San Pietroburgo (città natale di Putin), sono state smaltite tutte le vecchie munizioni e la spesa è stata divisa tra i vari alleati,  non è morto neanche uno soldato americano (soli russi e d ucraini- questo per loro non è importante) e l’Europa (grazie alle sanzioni sul gas e petrolio) non è più competitiva rispetto all’industria americana. Questa nuova economia favorirà gli investimenti europei in America.” Credo non ci sia da aggiungere nulla per capire quanto siamo manipolati! Sono stati calpestati i diritti civili nel Donbas per provocare Putin. Zelenskji strapagato è stato ora premiato in America come uomo dell’anno. Tutti i corrotti europei vengono premiati in America.  L’Ucraina (Zelenski) ha emesso de

Ci sarà la tanto temuta guerra tra Russia e Occidente?

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La tanto temuta guerra tra Russia e Occidente non ci sarà. Tutt'al più potrebbe insorgere una guerra locale tra Russia e Ucraina, la quale si dimentica del suo passato storico (che parte sin da i tempi di Gengis Khan, semmai ancora prima).  L'assedio di Kiev da parte dei Mongoli ebbe luogo tra il 28 novembre e il 6 dicembre 1240 e portò alla vittoria dei Mongoli. Fu un duro colpo morale e militare per il Principato di Halych-Volhynia che si estendeva tra i fiumi San e Wieprz in quella che oggi è la Polonia sud-orientale a ovest, e le paludi di Pripet (ora in Bielorussia) e l'alto Bug meridionale nell'odierna Ucraina a est. Ciò permise a Batu Khan, condottiero vittorioso in precedenza in Crimea, il quale decise con gli altri fratelli e parenti, signori degli eserciti e titolari dei brevi e instabili Khanati centroasiatici, di conquistare le terre verso il Volga e di puntare verso l'Europa l'espansione del suo popolo. Ora l'Ucraina, la cui storia è intrecciata

Energia: l'appello di Papa Francesco

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In un simposio internazionale di due giorni in Vaticano , organizzata dall' Università di Notre Dame negli Stati Uniti, Papa Francesco ha riunito i dirigenti del gestore patrimoniale BlackRock , BP e della compagnia petrolifera ed energetica norvegese Equinor , lanciando un terribile avvertimento ai massimi dirigenti petroliferi, dicendo che il cambiamento climatico è una sfida di "proporzioni epocali" che potrebbe "distruggere la civiltà". Ha anche detto che il mondo deve muoversi verso l'utilizzo di energia pulita e una riduzione nell'uso dei combustibili fossili. Sono i poveri le prime vittime dei cambiamenti climatici, e non c'è più tempo da perdere, c'è bisogno di discutere assieme , ha detto rivolgendosi ai massimi dirigenti delle  multinazionali di petrolio e di gas ,  investitori ricercatori e utenti riguardo alla transizione e ricerca di alternative. La civiltà richiede energia ma l'uso dell'energia  non deve distrug

Stati Uniti: Explore Offshore alla riscossa

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Per quanto l'industria del solare stia andando a gonfie vele , l'America che noi tutti conosciamo, non potrà mai fare a meno del gas e del petrolio... almeno per un sacco di tempo, ancora! Dal canto suo, l'industria petrolifera e del gas non arretra di un passo, non demorde, resiste e non si arrende alla perforazione offshore della costa atlantica. In America g li stati della costa  atlantica stanno respingendo l'idea di autorizzare trivellazioni offshore per petrolio e gas naturale, e ora l' American Petroleum Institute ha annunciato la nascita di " Explore Offshore ", una nuova coalizione di oltre 100 organizzazioni, associazioni, imprese e leader locali della Virginia, Carolina del Nord, Carolina del Sud, Georgia e Florida che sosterranno l'espansione dell'attività offshore  di petrolio e gas degli Stati Uniti sulla piattaforma continentale esterna dell'Atlantico  ( Mid-Atlantic Outer Continental Shelf )  e nel Golfo del Messico

Global warming: le mucche producono metano più di quanto si pensi

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Un nuovo studio suggerisce di aver sottovalutato le emissioni inquinanti prodotte dal bestiame, grande contributore al riscaldamento globale (più grande delle miniere di carbone, discariche e impianti di trattamento delle acque reflue...) La ricerca pubblicata su Carbon Balance and Management suggerisce che le mucche stanno producendo più gas metano rispetto a quanto precedentemente stimato. Lo studio ha dimostrato che il metano prodotto dal bestiame nel 2011 è stato dell'11% in più rispetto alle stime precedenti effettuate dall'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) nel 2006. Per l' EPA (Environmental Protection Agency ) il metano, un sottoprodotto naturale della digestione anaerobica degli escrementi e dei rifiuti vegetali, è circa 30 volte più efficiente nel catturare il calore del sole rispetto all'anidride carbonica. Secondo Gizmodo altre fonti di metano includono la produzione e il trasporto di gas, petrolio e carbone che insieme a

Cina: al via l'auto elettrica

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La battaglia globale nel contrastare l'inquinamento che sta distruggendo la Terra continua, nonostante qualcuno abbia scelto di fare a modo suo. La Cina, il grande Paese asiatico, sta pensando a un divieto sulle automobili che funzionano con i combustibili fossili. Lo ha riferito l'agenzia di stampa Xinhua . Una mossa strategica per ripulire l' aria notoriamente inquinata di Pechino e Shanghai, e promuovere lo sviluppo di " smart car " e dei costruttori di veicoli elettrici come Build Your Dream ( BYD ), pensando che i divieti sulle auto di grossa cilindrata, attrarrà più la produzione dell'auto elettrica e le sue infrastrutture connesse. In Borsa, la notizia ha fatto balzare d'un 4,55%  BYD e Tesla , leader mondiali nel settore veicoli elettrici Le grandi città in Cina sono tra le più inquinate al mondo. Solo Nuova Delhi , India e  Karachi , Pakistan hanno più C02 nell'atmosfera di Pechino. Per mantenere vivibile  Pechino, ed eventual

Isole Spratlys: sale la tensione tra Stati Uniti e Cina

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Una nave da guerra ombra statunitense, a 12 miglia nautiche dal limite territoriale cinese nei pressi dell' arcipelago delle isole Spratly , sta facendo arrabbiare la Cina, che ha messo in guardia gli Stati Uniti. La US Navy ha inviato nella barriera corallina artificiale nelle isole del  Mar Cinese Meridionale , la USS Lassen , un cacciatorpediniere lanciamissili. La disfida si tiene in una delle più trafficate vie marittime del mondo. Un ufficiale della difesa Usa ha detto che la USS Lassen ha navigato in una zona a 12 miglia dalla Subi Reef e un altro ha aggiunto che la missione è durata poche ore, e comprendeva anche la Mischief Reef ,   la grande barriera corallina nelle isole Spratly nel Mar Cinese Meridionale. La zona circostante la Mischief Reef, occupata e controllata da parte della Repubblica popolare cinese, pare sia ricca di giacimenti di petrolio e di gas ancora inesplorati . Questo avvicinamento alle contestate isole artificiali sarebbe sta

Blue economy: il piano decennale australiano

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Dopo il gran caldo di quest'ultimo periodo, che pare sia stato il più caldo degli ultimi 100 e passa anni, il sottoscritto ha l'esigenza di farsi un tuffo nelle acque blu del mare, ma dato l'impossibilità di realizzare questo bisogno, si acconterà di trattare un argomento che porta il pensiero a "rinfrescarsi un poco". E la Blue Economy , la quale nasce come un progetto per trovare 100 delle migliori tecnologie ispirate dalla Natura , che possano influenzare le economie di un mondo più sostenibile , mi sembra l'argomento adatto per il caso odierno. Si, parliamo di blue economy in Australia, il cui ministero competente ha lanciato un piano decennale per gli investimenti e la ricerca. " Il settore marino dell'Australia, che ha già un contributo significativo per l'economia della nazione, ha il potenziale per offrire ancora una maggiore ricchezza economica attraverso la crescita dell'offshore oil and gas production, delle fonti di energ

Gas: ferventi manovre attorno al Mar Caspio

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L'idea di costruire un gasdotto attraverso il Mar Caspio per trasportare gas naturale dalle enormi riserve del Turkmenistan in Azerbaigian e poi più avanti verso l'Europa è stato un progetto rimasto sul tavolo  per un lungo periodo di tempo , ma è stato trattenuto per una serie di motivi , non ultimo , la forte opposizione della Russia .   Il cambiamento della situazione con i giganti del gas della regione del Caspio (Turkmenistan e Iran) può influenzare il problema dello status del Mar Caspio, che, come sembrava proprio di recente, potrà essere risolto in un prossimo futuro. Nel settembre del 2014, ad Astrakhan , tutti i paesi del Mar Caspio assicurarono che il prossimo vertice dei capi di stato del " Caspian Five "  troverà una soluzione definitiva alla complessa questione di delimitare il fondo del Mar Caspio. A quel tempo, durante il 4th summit dei capi di Stato, i cinque paesi del Mar Caspio, dopo molti anni sono riusciti a concorda

Artico: il gran lavorio russo

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L'Artico fa gola a tutti ma non è per tutti. La grade sfida del freddo artico e delle sue favolegguanti risorse sarà il leit motiv dei prossimi decenni. Ma sotto sotto la sfida artica è gia cominciata e la Russia sterminata ne fa la parte del leone. Solo due aziende statali russe: Rosneft e Gazprom, hanno sempre avuto l'autorizzazione a lavorare sulla piattaforma artica costiera.  Si pensa che la piattaforma artica contenga enormi quantità di petrolio e di gas naturale. La Russia, così come le altre quattro nazioni artiche: Stati Uniti, Canada, Norvegia e Danimarca, rivendicano le proprie posizioni rispetto quei depositi posti all'interno delle proprie zone di frontiera in mare aperto.  L'attuale legislazione prevede che solo le imprese con oltre il 50 per cento di proprietà del governo e quelle che operano nella zona d'almeno cinque anni hanno diritto a lavorare sulla piattaforma artica. Solo i giganti dell'energia a controllo statale quali Gazpro

Emissioni inquinanti : stiamo andando verso le 55 mila tonnellate al minuto

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Nel 2013, le emissioni globali di CO2 sono aumentate sorprendentemente a 35,3 miliardi di gigatonnellate (Gt), un record mai raggiunto. Il GCP  ( Global Carbon Project ) stima che ne l 2014 , supereremo il record del 2013 di un 2,5 per cento, rilasciando 37 Gt (gigatonnellate) di anidride carbonica in atmosfera dalla combustione di carbone, di petrolio e gas naturale, e dalla produzione di cemento (ne rappresenta circa il 5% di CO2). Questo porta il totale delle emissioni di anidride carbonica industriale dal 1751 ad una stima di 1480 Gt entro la fine di quest'anno. Più della metà di esse  (743 Gt, o 50,2 per cento), sono state rilasciate dal 1988. Anno in cui le prove e i rischi del riscaldamento causato dall'uomo cominciarono ad essere ampiamente conosciute. L'anidride carbonica (nota anche come biossido di carbonio o diossido di carbonio) è un ossido acido (anidride) formato da un atomo di carbonio legato a due atomi di ossigeno . È una sostanza fondamental

La nuova guerra fredda in nome del gas

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La nuova guerra fredda tra Russia e Occidente segue una logica, che più trasparente non si può. I rapporti tra il Cremlino e Washington coi in suoi alleati, sono così tesi che Putin stoppa la realizzazione del gasdotto South Stream: 600 chilometri di tubi dalla costa russa del Mar Nero attraverso la Bulgaria e poi i Balcani il confine tra Italia, Austria e Slovenia  per portare a noi europei 63 milioni di metri cubi di gas naturale l'anno, estratto nella lontana Siberia. Sout Stream è un progetto russo, francese, tedesco con l'Italiana Saipem (ENI), impegnata nella costruzione del tratto sottomarino di South Stream, nel Mar Nero, che oggi in Borsa ha perso il 10 per cento.  Lo stop voluto da Putin, e la situazione in Ucraina, diventata terra di contesa tra i due schieramenti, da cui sono derivate le sanzioni dell'Occidente, stanno colpendo duramente l'economia russa, con il rublo in discesa e taglio drastico alle stime di crescita. Il crollo del rublo e delle quotazi

Turchia: il pistacchio per generare calore

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Cosa si dovrebbe fare con gli avanzi di migliaia di tonnellate di gusci di frutta secca?  E ' una domanda che la Turchia - terzo più grande produttore mondiale di pistacchi, dietro l'Iran e gli Stati Uniti - si sta chiedendo da tempo. Solitamente lo scarto d ei gusci di pistacchio finisce nelle discariche. La speranza è quella di trasformare i resti commestibili in qualcosa di utile. Trasformarli, ad esempio, in gas, un combustibile alternativo che può produrre calore prodotto dalla ripartizione della materia organica. Ebbene, la Turchia attualmente sta lavorando su un piano ecologico per convertire i gusci di pistacchio (frutto secco dal caratteristico colore verde racchiuso in un guscio rigido dall'aspetto legnoso) , in una fonte di energia- I pistacchi, come la maggior parte dei rifiuti alimentari, possono essere convertiti in biogas. Anche se nessun altro posto al mondo attualmente utilizza i pistacchi per fare energia, la Turchia ne produce così tanti, che ha

I 10 Paesi al mondo eccessivamente smodati nell'utilizzo dell'energia

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La prossima volta che usate la macchina per andare al supermercato, pensate a quanta energia si consuma su base annuale. E'ampiamente dimostrato che sono gli occidentali i peggiori consumatori di energia del mondo. Solo gli americani , che costituiscono il 5 per cento della popolazione mondiale, utilizzano il 20 per cento di energia, mangiano il 15 per cento di carne, e producono il 40 per cento di spazzatura. Gli europei e i popoli del Medio Oriente difficilmente vinceranno qualche premio per la conservazione di energia. Tuttavia, mentre alcuni dei colpevoli sono pressoché evidenti, altri potrebbero invece sorprendervi.  Una nota per le cifre : sono stati usati chilogrammi di petrolio equivalente (KOE) pro capite, che si riferisce alla quantità di energia che può essere estratta da un chilogrammo di petrolio greggio. "Koe pro capite" può essere utilizzato per confrontare energia da varie fonti, tra cui i combustibili fossili e fonti rinnovabili . I nu

New York: si apre il vertice sul clima mentre il mondo...

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In concomitanza con l'apertura del vertice sul clima delle Nazioni Unite che si apre oggi a New York, il cui arduo compito per i 100 e più leader mondiali che parteciperanno (ci sarà anche il nostro presidente del Consiglio Renzi, reduce dalla Silicon Valley, straordinario incubatrice d'idee e anche di risultati economici) , sarà quello di trovare il modo d'invertire la tendenza delle emissioni inquinanti, gli scienziati hanno annunciato che, rispetto al passato, il 2013 è stato emesso più inquinamento di carbonio nell'aria a livello globale, soprattutto da parte di Cina, Stati Uniti e India. L'anno scorso le emissioni cinesi sono cresciute del 4,2 per cento. Secondo i nuovi rapporti scientifici, l'anno scorso il mondo ha pompato 36,1 miliardi di tonnellate di anidride carbonica nell'aria da combustione di carbone, petrolio e gas. Questo è di 706 milioni di tonnellate, pari al 2,3 per cento in più, rispetto all'anno precedente. Le emissioni di a

Iran: il più grande giacimento di gas al mondo: South Pars

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Il ministro del Petrolio iraniano Bijan Namdar Zangane dice che la capacità di produzione di gas dell'Iran aumenterà di circa 200 milioni di metri cubi in due anni. Questo poichè, si sta andando avanti nelle 30 fasi progettuali del campo di South Pars, che sarebbe l'estensione settentrionale del gigantesco giacimento North Field del Qatar. Il campo di South Pars si estende su una superficie di 500 chilometri quadrati e si trova a 3.000 metri sotto il fondale marino a una profondità di 65 metri. Il giacimento di gas di South Pars è il più grande giacimento di gas al mondo, di cui la parte iraniana possiede 14 miliardi di metri cubi di gas. Le riserve del campo rappresentano circa il 40 per cento del totale delle riserve di gas dell'Iran, e quasi la stessa quantità di produzione totale di gas industriale del paese. Il campo è di proprietà congiuntamente tra Iran e Qatar. La parte iraniana per giungere ad una completa produzione si articola in 24 fasi. Una volta che tu

Alla ricerca dell'energia verde: Indonesia

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Se cadi dal basso ti fai meno male che se cadi dall'alto. Dal punto di vista energetico l'Indonesia, il popoloso Paese asiatico a maggioranza islamica, con una confortante produzione energetica (beati loro) di gas e petrolio che noi in Italia ci sogniamo, per paura di cadere dall'alto e farsi troppo male, ha deciso di puntare, più convintamente, sull'energia verde. E' difficile immaginare un mondo senza risorse energetiche. Questo, poiché all'orizzonte le prospettive indonesiane si vanno restringendo: entro i prossimi 12 anni, le riserve di petrolio saranno agli sgoccioli ed entro i prossimi 30 anni, le riserve di gas si avviano verso l'esaurimento e circa 70 anni dopo, anche le sue riserve di carbone. In un modo o nell'altro, quando le risorse energetiche fossili si esauriranno, e si esauriranno , cosa succederà?  In Indonesia, come altrove nel mondo, il nostro attuale modo di vita dipende fortemente dalla disponibilità di queste fonti di en

Speriamo che almeno la foresta del Canada si salvi...

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      Un nuovo rapporto invita a salvare la metà dei 1,5 miliardi di ettari di foresta boreale del Nord America - una delle ultime grandi foreste intatte del mondo - per proteggere l'habitat di oltre 300 specie di uccelli migratori. Il paesaggio nordico è irto di petrolio, gas, miniere e altri pericoli industriali destinati però ad un vasto bosco incontaminato. Secondo il nuovo rapporto  “Boreal Birds Need Half: Maintaining North America’s Bird Nursery and Why it Matters,”  rilasciato il 5 maggio da the Boreal Songbird Initiative, Ducks Unlimited and Ducks Unlimited Canada, la foresta boreale  - i boschi circumpolari che circondano l'emisfero settentrionale superiore -   che si snoda dall'Alaska a Terranova fornisce l'habitat per circa 3 miliardi di uccelli nidificanti e migratori. Altre specie sono minacciate e in via di estinzione a causa di abusi industriali ni loro habitat. Ad esempio, dice il rapporto, le capinere del Canada e il frosone (grosbeaks evening) re

La difficile riduzione dei gas a effetto serra nel comparto Alimentare

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Secondo un nuovo rapporto, l'industria alimentare si troverà ad affrontare una sfida difficile nella produzione di cibo a sufficienza per nutrire la crescente popolazione mondiale, limitando nel contempo l'impatto sull'ambiente. Dalla produzione al consumo il settore Alimentare contribuisce tra il 19 e il 29% del totale gas a effetto serra mondiale (GHG). Questi livelli, dice il rapporto, sono insostenibili nel lungo periodo ma la riduzione delle emissioni di tutto il comparto alimentare, può essere raggiunta solo con uno sforzo collettivo da parte di tutti gli attori coinvolti. Secondo l'economista Trevor Donellan : " ridurre le emissioni di gas da produzione alimentare a livello globale non sarà facile. La domanda alimentare è legata alla popolazione e la crescita del reddito, che continueranno ad aumentare nei prossimi decenni. Inoltre le emissioni di gas serra agricoli prodotte attraverso complessi processi produttivi, non sono raffrontabili con quelli de

Exploit nella crescita di gas metano rilasciato dal bestiame

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Le emissioni di gas a effetto serra provenienti dall'agricoltura, silvicoltura e pesca sono quasi raddoppiate nel corso dell'ultimo mezzo secolo e potrebbero aumentare di un altro 30 per cento entro il 2050. Così sostiene un nuovo rapporto, della FAO, che ha analizzato le emissioni di gas a effetto serra provenienti dall'agricoltura, dalla silvicoltura e sfruttamento delle terre ( AFOLU ). Dal rapporto si evince che la più grande fonte di emissioni è stata la fermentazione enterica dei ruminanti - metano rilasciate dal bestiame. Questo ha rappresentato il 39% delle emissioni del settore nel 2011 ed è aumentato dell' 11% tra il 2001 e il 2011. Per la FAO le emissioni da produzione vegetale e animale è cresciuto da 4,7 miliardi di tonnellate equivalenti anidride carbonica nel 2001 a oltre 5,3 miliardi di tonnellate nel 2011, con un incremento del 13 per cento. Nel 2011, quasi la metà (45 per cento ) delle emissioni di gas a effetto serra è venuto dall&#