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Energia in Europa: un boccone molto appetibile

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La crisi energetica dell'Europa sta diventando un boccone molto appetibile per tanti Paesi stranieri. La crisi in Crimea ha riportato alla ribalta la questione energetica europea, che tenta di trovare forniture energetiche esterne al gigante russo del gas statale Gazprom. La Russia di Putin, pur non mostrando strappi definitivi con l'Occidente, tiene al guinzaglio però la vecchia Europa con il gas che gli fornisce. Si cercano dunque alternative, che per quanto siano diversificate, non danno in quantità il corrispettivo di Gazprom, la più grande azienda in Russia e il più grande estrattore di gas naturale al mondo. Nel 2008 Gazprom ha prodotto il 17 per cento della produzione di gas mondiale e rappresentava un sorprendente 10 per cento del Pil russo. Nel 2012 invece ha rappresentato il 34 per cento delle importazioni di gas naturale dell'Unione europea. Di recente, un rapporto sulla sicurezza energetica dell'Europa occidentale, pubblicato dall' U.S. Congress

La crisi energetica è rimandata

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La crisi energetica è rimandata . Questo è quanto è stato ipotizzato al World Gas Conference di Buenos Aires . La conferenza è stata inaugurata dal presidente argentino Cristina Fernandez de Kirchner. In un precedente post avevamo già accennato delle grandi manovre europee, affermando che nei prossimi due decenni il gas naturale sarà la fonte energetica tradizionale che registrerà la crescita più rapida. Difatti i progressi della tecnologia per l'estrazione di gas dalle basi del metano e dell'argilla friabile hanno avuto un'accellerazione notevole, alterando l'equilibrio globale di energia più velocemente di qualsiasi previsione. Tony Hayward , amministratore delegato di BP , presente alla di Buenos Aires ha detto che le riserve accertate di gas naturale in tutto il mondo sono salite all'equivalente di 1,2 miliardi di barili di petrolio, sufficiente per la fornitura di 60 anni e e in continua crescita. " Si pensava che il gas non convenzionale fosse trop