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Visualizzazione dei post con l'etichetta geopolitica

L'industria mineraria preme per avere accesso ai fondali sottomarini dell'isola di Nauru

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La silenziosa guerra per realizzare miniere sul fondo degli oceani La prima partita si gioca sull'isola di Nauru. L'industria mineraria preme per avere accesso ai fondali sottomarini, mentre la scienza chiede una moratoria per non distruggere habitat naturali. Se vi chiedessero a bruciapelo cosa sia Nauru probabilmente non sapreste come rispondere. Eppure questo minuscolo stato micronesiano potrebbe aver aperto le porte a una rivoluzione che rischia di essere ricordata a lungo: l’inizio dello sfruttamento minerario dei fondali oceanici. Una nuova frontiera propugnata da alcuni come il futuro della tecnologia e dell’economia green, e considerata da altri, invece, come un pericoloso salto nel buio, che rischia di distruggere alcuni degli ultimi ecosistemi incontaminati (o quasi) del nostro pianeta. Di questa seconda opinione è l’Iucn, o International union for the conservation of nature, che nel corso del suo congresso annuale tenutosi a Marsiglia ha appena votato una risoluzione

Geopolitica: la chimera del Trans-Afghanistan project

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Quando Michael Moore nel suo film del 2004 "Fahrenheit 9/11 " affermò  che la motivazione degli Stati Uniti per la guerra in Afghanistan non si trovava negli attacchi al World Trade Center e al Pentagono, ma nel desiderio di costruire un gasdotto che va dal Caspio, attraverso l'Afghanistan al Pakistan, forse non aveva tutti i torti. Moore sottolineò che i dirigenti della società americana Unocal avevano incontrato una delegazione di leader talebani nel 1997 per discutere della pipeline, prima che un contratto nelle perforazioni del Caspio fu assegnato a  Dick Cheney-led Halliburton . A seguito di una verifica dei fatti vien fuori che Unocal si ritirò dal progetto dopo gli attacchi di Al Qaeda nelle ambasciate del Kenya e della Tanzania del 1998, e senza dubbio con grande delusione di Moore, nessuna azienda americana è stata coinvolta in tutte le proposte della pipeline in Afghanistan nei dieci anni successivi all'11 settembre. Tuttavia, come affermò Moore, l&#

Cina: l'appetito viene mangiando!

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La Cina sta cercando di cambiare di nuovo i suoi confini con la Russia.  Con la fine della guerra fredda , il problema dei confini fra i due stati fu discusso con dei negoziati che solo nel  2004,  furono approvati. In quel caso la Russia accettò di trasferire Yinlong Island e la metà delle Heixiazi Island in Cina, mettendo fine a una lunga disputa di confine. Entrambe le isole si trovano alla confluenza dei fium i Amur e Ussuri, e  fino ad allora furono gestiti dalla Russia e reclamati dalla Cina. La decisione aveva lo scopo di favorire sentimenti di riconciliazione e di cooperazione tra i due paesi, ma ha anche provocato diversi gradi di dissenso su entrambi i lati.  In Russia , furono soprattutto gli agricoltori cosacchi di Khabarovsk , ad essere scontenti, che perdettero i loro terreni coltivati nelle isole. Nel frattempo, anche alcuni cinesi hanno criticato il trattato per il riconoscimento ufficiale della legittimità del dominio russo sulla Outer Manciuria, che fu ceduto da

Russia, Iran e Azerbaigian: una ferrovia per l'Oceano Indiano

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Nonostante le sanzioni economiche contro l' Iran , la Russia e l 'Azerbaigian non intendono porre fine alla  realizzazione di progetti comuni con il paese. In particolare, questo riguarda la costruzione  di più di 4.500 km di ferrovia, che collegherebbe l'Europa centrale e nord-occidentale con il Medio Oriente e l'Asia meridionale. Questo progetto è una delle priorità dello sviluppo delle ferrovie russe, azere e e iraniane, ed è progettato per garantire il transito di merci provenienti dai paesi scandinavi fino alle coste dell'Oceano Indiano. I colloqui tra Russia, Azerbaijan e Iran sono in corso da 10 anni. Un'altra riunione trilaterale si è tenuta di recente a Teheran. Dopo la riunione, sono stati firmati tre documenti, che porteranno sicuramente ad accelerare l'attuazione del progetto. Vale a dire che le parti hanno concordato di costruire un ramo ferroviario Resht (Iran) - Astara (Iran) - Astara (Azerbaigian). Al fine di attuare questa idea, si pr

L'alba del nuovo impero - 3

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Con il DNA che lo sprona a dominare il mondo, la Repubblica popolare cinese (RPC), dopo aver superato la Germania come il più grande esportatore del 2009, sebbene con meno impeto, continua a crescere. In termini di PIL ha davanti a se i soli Stati Uniti (anche se il PIL potrebbe cambiare in una sola generazione) . Il Paese di mezzo si potenzia negli armamenti, nelle acquisizioni finanziarie, detiene alcuni monopoli nelle materie prime, in particolare dei REE , gli elementi rari delle terre, su cui si basa gran parte dell'attuale hi-tech mondiale divenuto d'uso comune, dove essi diventano indispensabili  per produrre telefonini,  televisori che abbisognano di  europio; ipod, sistemi di visione notturna,  missili intelligenti, radar avanzati,  ma anche impianti eolici che abbisognano di neodimio per  i  loro magneti, lantanio per le batterie delle Toyota Prius...  La Cina è il più grande produttore mondiale di turbine eoliche ed è in corsa per essere il primo produttore di

Dong Feng 21D, il missile balistico che fa paura

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Un nuovo missile cinese che potrà mutare in modo significativo l'equilibrio militare nel  Pacifico è ora a disposizione della Cina. Il missile balistico, chiamato Dong Feng 21D , è designato per minacciare le invincibili portaerei americane nella regione, dando modo al colosso asiatico di poter sfidare la capacità degli Stati Uniti di proiettare il suo potere militare (hard power) in Asia  molto prima  del previsto. Dong Feng 21D si muove su una distanza di oltre 900 miglia. Dong Feng 21D è come un game changer , cioè un elemento in grado di far saltare gli equilibri nel Pacifico con l'obiettivo di scoraggiare le portarei americane dall'ingresso in acqua dove la Cina rivendica il proprio controllo. Il missile funzionerà con l'ausilio di satelliti, droni e sistemi radar oltre l'orizzonte. Lo sviluppo da parte di Pechino di questo missile  costringerebbe il Pentagono a ripensare il modo con cui vengono spiegate le portaerei. Immagine:  www.onpublicspeak

Terre rare: un problema geopolitico da non sottovalutare

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Il timore di una carenza di metalli delle terre rare utilizzati nei prodotti industriali e militari ad alta tecnologia sta inducendo gli Stati Uniti a riaprire vecchie miniere abbandonate , tra le quali quelle di Mountain Pass Mine , nel deserto di Mojavi ,  in California. Scoperto nel 1940 da cercatori d'uranio, 60 miglia a sud-ovest di Las Vegas , il Mountain Pass contiene un mix di terre rare, tra cui il cerio e il lantanio, in concentrazioni quasi doppie di quelle che si trovano nella più grande miniera di terre rare del mondo, la China's Bayan Obo . Il sito di 2.200 acri, comprende una profonda fossa nel deserto del Mojave ed è di proprietà di Molycorp Minerals in Colorado, che ha ha appena iniziato un lavoro di due anni per ridare a Mountain Pass il suo antico ruolo di produttore leader a livello mondiale. Nella parte inferiore del vasto sito, sotto 6 metri (20 piedi ) di acqua brillante color verde smeraldo, si nasconde un ricco giacimento di minerali che

L'alba del nuovo impero - 2

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Proprio al recente vertice Nato di Lisbona 2010, la Turchia ha imposto all'alleanza atlantica che nel documento finale non venisse nominato l'Iran tra le minacce contro le quali ci sarebbe  stato il progetto di scudo antimissile europeo.  Questo, poiche la Turchia si vede responsabile della stabilità regionale, e ha quindi  bisogno d'intrattenere buone relazioni con tutti i paesi della  regione (Iraq, Siria, Libano, Arabia Saudita ed Egitto), compreso l'Iran.    Avendo intrapreso una politica estera di profondità strategica, la Turchia deve adattarsi a posizioni diverse in relazione ai Balcani, alla regione del Mar Nero, al Caucaso, ai paesi baltici e al Medio Oriente.  Una tappa importante di questo approccio in politica estera  è la creazione di nuove attività di cooperazione  con le nazioni che affacciano sul Mar nero, come l'Ucraina, ad esempio. Per rendersi conto dell'importanza della Turchia nello scacchiere geopolitico, basterebbe

NATO Lisbona 2010: un vertice piuttosto tranquillo

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Dal recente vertice NATO Lisbona 2010 , che ha rivisto, il rilancio del rapporto Europa-Stati Uniti, con quest'ultimi che sinora hanno guardato più al Pacifico che all'Atlantico, è stato varato un nuovo concetto strategico che modella l'organizzazione (verrà riformata nella sua struttura con risparmio e maggiore efficienza) alle esigenze delle nuove sfide della sicurezza, i n un mondo profondamente cambiato .  Tra queste, in primo piano l'adozione di una exit strategy dall 'Afghanistan , da compiersi, se le condizioni lo permetteranno, entro il 2014. Nel nuovo concetto strategico la Nato s'impegna nel progetto di scudo antimissile europeo , affinchè possa proteggere tutto il territorio e la popolazione europea così come gli Stati Uniti, perchè sono ormai una trentina i Paesi che possono minacciare l'Europa. Progetto nel quale vi sarà una stretta cooperazione (ma i termini sono ancora da definire) con la Russia , con la quale il disgelo si estende

L'alba del nuovo impero

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Mi è sempre piaciuta la geografia. Quando ero un giovanissimo studente spesso mi facevo bello coi compagni e i professori, chiedendo loro di mettermi alla prova, interrogandomi sulle capitali del mondo. In verità, forse ne conoscevo circa una cinquantina, non di più! Probabilmente il periodo storico del 1700 è quello mio preferito, soprattutto perchè era il tempo della primissima globalizzazione: grandi viaggi via mare con velieri maestosi carichi di merci e d'individui pronti a conquistare il tanto spazio a disposizione che il mondo offriva, via terra e via mare... Ergo dunque, che scaturisce da qui la mia passione verso la geografia, tramutatosi col tempo in geopolitica, materia con la quale tenterò di affrontare un viaggio, nel tentativo di provare a capire dove si sta spostando l'asse strategico del pianeta. A questo viaggio, che man mano scriverò su questo blog, darò il titolo "L'alba del nuovo impero" , poichè credo che nei prossimi 10, 15 anni... a rigua

Monsoon, il nuovo libro di Robert Kaplan che Obama si è portato in tasca...

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L'ammiraglio Zheng He , nato nel 1371, era un diplomatico e ammiraglio della flotta cinese, che comandava i viaggi nel sudest asiatico, Asia meridionale e Africa orientale... proprio quei luoghi, che, secondo gli esperti di geopolitica, saranno il teatro della politica mondiale del XXI secolo. Nel 1410 il grande ammiraglio ha eretto una lapide in pietra con un messaggio per il mondo nel quale "invocava la benedizione della divinità indù per un mondo di pace costruito sul commercio ." L'iscrizione era in tre lingue - cinese, persiano e tamil - e il suo messaggio era assai realista. Questo è quanto accenna Robert Kaplan , corrispondente nelle missioni internazionali del "The Atlantic", autore di numerosi articoli e saggi di geopolitica, nel suo nuovo libro "Monsoon: The Indian Ocean and the Future of American Power ". Per scrivere questo libro Kaplan, definito il Kipling dei tempi attuali, ha fatto un viaggio nell'Oceano Indiano per

La Cina si prepara ad un Artico senza ghiaccio

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Nonostante sia un Paese a non avere sbocchi sul Mare Artico, e senza alcun diritto sovrano sulla piattaforma sottomarina continentale, nè un membro del Consigliodegli Stati artici con il diritto di partecipare alle discussioni delle politiche regionali, la Cina, nella sua posizione apparentemente debole, sta cercando un ruolo nel determinare un quadro politico e un fondamento giuridico per le future attività dell'Artico. Difatti, il grande paese asiatico è sempre più attento allo scioglimento dei ghiacci nel mare Artico a causa dei cambiamenti climatici. La prospettiva che esso sia navigabile durante i mesi estivi, portandolo a diventare una delle rotte di navigazione più brevi per spostarsi da un continente all'altro e con accesso alle risorse energetiche non ancora sfruttate, ha spinto il governo cinese a destinare maggiori risorse alla ricerca artica.  Questo, poichè, essendo l'economia cinese dipendente dal commercio estero, vi sono notevoli implicazioni commerciali, s

La Russia e il gas del Turkmenistan

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Il Turkmenistan è uno dei fortunati stati dell' Asia centrale che si affaccia sul Mar Caspio il cui sottosuolo è ricco di idrocarburi. Non solo è in grado di produrre 189.000 barili di petrolio al giorno, molto di più del suo fabbisogno interno con 103.000 barili al giorno (2008), ma la sua ricchezza è soprattutto nel settore del gas naturale. Nel 2009 Statistical Review of World Energy ha accertato che le sue riserve ammontano a 7.94trnm3. Con i suoi notevoli giacimenti di gas naturale, riconosciuto come il più pulito dei combustibili fossili, il Turkmenistan sta attirando l'attenzione sia da est e ovest ed è la chiave nella produzione di energia futura, soprattutto in Europa e in Cina. Il gas viene estratto dal Consorzio di Stato “ Turkmengaz " , sotto l'occhio vigile del ministero del petrolio e del gas. La produzione di gas è il settore più dinamico dell'economia del Paese e contiene la promessa di rendimenti notevoli. Tuttavia, l'espansione degli impian