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Nord Stream 2, il gasdotto della discordia

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Il progetto di espansione dell'attuale gasdotto Nord Stream, noto come Nord Stream 2, è il tentativo della Russia di ridurre la dipendenza dal corridoio ucraino per le esportazioni di gas. Il persistere dello stato di belligeranza tra Kiev e Mosca, oltre al cattivo stato del settore energetico dell'Ucraina, che è afflitta da infrastrutture obsolete, eccesso di regolamentazioni, prezzi non competitivi, e la diversità limitata di fornitura, significa che l'Ucraina, economicamente e strategicamente fa affidamento sul transito del gas russo. Pertanto, la  nuova rotta consentirà a Gazprom  di evitare il territorio ucraino e di aumentare la fornitura diretta alla Germania affamata di gas attraverso il Mar Baltico, che si estende per 1.230 km da Ust-Luga, Russia a Griefswald, in Germania. La Russia è uno dei principali fornitori di gas naturale per l'economia europea, anche se la maggior parte di questo gas scorre in Ucraina  attraverso i gasdotti dell'era sovi

Il ritiro degli Stati Uniti dall'accordo di Parigi e la rotta cinese

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Cosa significa il ritiro degli Stati Uniti dall'accordo di Parigi sul clima, uno dei più importanti accordi internazionali che verte sulla riduzione delle emissioni di gas serra ? L'accordo di Parigi si è realizzato perchè i milioni di morti e di migranti causati dai cambiamenti climatici nei prossimi anni cresceranno.  Lo stesso Esercito americano ha  messo in guardia il Presidente, poiche ci saranno danni enormi a livello di migrazioni,  siccità che porteranno guerre e che costeranno molto. Un solo grado in più di temperatura potrebbe significare questo. Ma questa sortita di Trump, che ha spiazzato il mondo e già va costituendo nuove alleanze a livello internazionale, è definitiva o diventerà una negoziazione cui gli Stati Uniti (grande contribuente per il clima) vorranno avere l'ultima parola? Ha detto Trump, nel giardino delle rose alla Casa Bianca. " Io opererò affinchè l'America rimanga il leader mondiale per quanto riguarda le tematiche ambien

Italia: boom del solare, terza nel mondo

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Dopo un 2013 assai promettente, anche il 2014 per l'Italia, ha visto crescere l'energia del sole. Difatti, l'anno passato è l'Italia ad avere raggiunto una più rapida crescita nei settori per l'energia solare, il terzo a livello mondiale, dopo Germania e Cina . Quasi 650.000 connessioni a fine 2014. Lo afferma Anie Renewables , un gruppo che rappresenta le aziende che producono componenti per la produzione di energia verde. Il gruppo ha detto che l'Italia ha raggiunto 648.183 impianti ad energia solare, alla fine del 2014, che rappresenta 18.325 potenziali megawatt , quasi il 15% di energia solare prodotta in tutto il mondo.  L'uso di energia da fonti rinnovabili in Italia è quasi triplicato in meno di un decennio, dal 5,6 per cento del 2004 al 16,7 per cento nel 2013 . Il presidente di Anie Rinnovabili Emilio Cremona ha detto che le aziende residenziali e piccole e medie hanno avuto la più rapida crescita nei settori per l'energia solar

Giovani, abbiate il coraggio di osare!

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Ci attendono al varco. Stanno solo aspettando di veder passare il cadavere di quello che fu il Bel Paese per poi rubarcelo definitivamente. Non ci sono riusciti per secoli ma ci hanno provato in tutti i modi col tintinnio delle lame affilate e col tuono dei cannoni. Adesso, adottando una guerra subdola, quella della finanzia, hanno trovato il il modo d'impoverirci e stanno quasi per farcela. I nostri nemici sono sempre  gli stessi, i paesi del nord Europa e la Francia, con la Germania in testa, che si fingono amici dietro lo scudo dell' Unione europea ma mirano alle meraviglie del Bel paese come han sempre fatto. Un tempo nel nostro paese c'era il dualismo tra Guelfi e Ghibellini, oggi c'è quello tra centrodestra e centrosinistra che da un ventennio, a forza di darsele tra loro, non han fatto altro che trascurare le cose più importanti, quelle che avrebbero dato più sviluppo alle imprese e più lavoro alla gente, oltre che dignità alla nazione. Ma così non è sta

Europa: migranti, guerra, energia e un tavolino?

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Per Berlino , i permessi di soggiorno temporanei che l'Italia intende concedere agli immigrati in arrivo dal Nord Africa, violano lo spirito di Schengen ed è per questo motivo che si oppone alla libera circolazione dei tunisini nel suo territorio. Poi ricorda al Bel Paese che quando cadde il muro di Berlin o vi un un afflusso di migranti in Germania di gran lunga superiore a quello che sta vivendo ora l'Italia. Che singolari incongruenze storiche accadono! E pensare che nel 1938 Hitler scatenò la II guerra mondiale , dapprima annettendo i territori dove si trovavano forti minoranze tedesche in Austria, poi intimando alla Cecoslovacchia di consegnargli la regione dei Sudeti , dove viveva una forte minoranza tedesca, per poi invadere tutto il paese, e in seguito, grazie ad uno scellerato patto di non aggressione con la Russia di Stalin, occupando Danzica, in Polonia. Così dopo la Francia, anche la Germania, il cuore dell'Europa Unita, si mette di traverso ai proget

Rifiuti nucleari in Germania: il treno della discordia

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50 mila attivisti hanno dimostrato ieri a Dannenberg in Germania, contro l'arrivo dalla Francia di un treno che trasporta 123 tonnellate di scorie nucleari , l’equivalente del consumo di energia elettrica annuo di 24 milioni di tedeschi. Sono 14 vagoni diretti all'impianto di stoccaggio di Gorleben , in Bassa Sassonia , dove i residui radioattivi delle centrali tedesche tornano dopo essere stati trattati in Francia, presso l'impianto di trasformazione di La Hague, di proprietà del gruppo  Areva . Alcuni ambientalisti si sono scontrati con la polizia, mentre tentavano di scavare un buco sotto i binari allorchè il convoglio era entrato in territorio tedesco. Il culmine della protesta, la più grande in trent'anni, è prevista per oggi, non appena il convoglio giungerà a destinazione nell' ex-miniera di sale trasformata, sul finire degli anni settanta, in deposito di scorie nucleari. . Ad attendere il trno della discordia a  Gorleben ci sono migliaia di man

Desertec: energia solare per l'Europa proveniente dal Sahara

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In Germania è nato un consorzio di imprese, il quale si propone di realizzare una progetto ambizioso, per produrre energia nel deserto del Sahara e distribuirla in Europa, oltre che nella stessa Africa. Secondo il nostro premio Nobel Carlo Rubbia , per rifornire d'elettricità un terzo dell'Italia, servirebbe un'area equivalente a 15 centrali nucleari da un giga watt.  Basterebbe un anello solare grande come il raccordo anulare di Roma. Si potrebbero realizzare impianti del genere nelle nostre regioni meridionali o in Africa per trasportare energia nel nostro Paese.              In un'intervista rilasciata nel corso di un incontro con i ministri dell'energia di Algeria, Marocco e Tunisia, la commissaria europea per l'energia Guenther Oettinger ha detto che l'Europa importerà l'elettricità solare generata dal Nord Africa entro i prossimi cinque anni. Entro questo periodo,  difatti, dovrebbero essere funzionanti alcuni modelli che potranno rifornire di

Per le navi commerciali inizia l'era del North East Passage

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Per centinaia di anni, i marinai hanno sognato di navigare attraverso l'Artico mediante una scorciatoia, che potesse accelerare gli scambi tra Asia e Occidente. Ora, che il riscaldamento globale va assottigliando i ghiacci polari, due navi commerciali tedesche sono in procinto di completare, per la prima volta, il viaggio, navigando dall'Asia verso l'Europa, attraverso il passaggio a NordEst. Le navi tedesche iniziano l'ultima tappa del loro viaggio questa settimana, lasciando un porto della Siberia per Rotterdam, in Olanda. Partendo dalla Corea del sud, il viaggio, secondo l'itinerario tradizionale, è di circa 11000 miglia nautiche (12.658 km) passando attraverso il Canale di Suez. Ora, attraverso il nuovo passaggio a NordOvest , i carghi potranno tagliare ben 4.000 miglia nautiche, con un notevole risparmio del carburante e con una riduzione della quantità di emissioni di CO2. Da ciò, i russi si augurano che il transito delle navi tedesche, e la combinazio

Una torre alta 300 metri in Amazzonia per controllare l'inquinamento

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Giovedì scorso a San Paolo del Brasile il governo brasiliano e quello tedesco hanno stipulato un accordo per la costruzione di una torre alta 300 metri, che contribuirà a controllare i cambiamenti climatici nella regione della foresta pluviale dell'Amazzonia. La torre sarà alta quasi quanto la Torre Eiffel (324 metri). L'accordo, firmato dai ministro brasiliano per la Scienza e la Tecnologia Sergio Rezende e dal ministro tedesco per l'Education e la Ricerca Anette Schavan, prevede inoltre la costruzione di altre quattro piccole torri di 60 metri ciascuna. Secondo la parte tedesca, la costruzione delle torri e la loro manutenzione per i primi cinque anni costerà 8,4 milioni di euro (10,8 milioni di dollari), che saranno forniti da entrambi i paesi. Il progetto serve a coordinare gli sforzi da parte del National Institute of Amazon Research del Brasile, e il Max Planck Institute tedesco nella ricerca ambientale della regione. I ministri hanno inoltre firmato un accordo di c