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La tropicalizzazione del nostro clima

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Clima impazzito, grandine, raffiche di vento improvvise, raccolti andati a ramengo, coltivazioni distrutte. In Emilia Romagna il raccolto di un anno di pomodori, mais, meloni angurie praticamente distrutto. Il nostro clima va sempre più somigliando a quello dei paesi caldi. Negli ultimi tempi le piante tropicali hanno subito un aumento di crescita anomalo rispetto alle piante mediterranee che invece seguono il loro iter tradizionale. Ad esempio, un tipo di peperoncino di origine tropicale ha subito una crescita rispetto ad un peperoncino tradizionale decisamente superiore. Segnali quotidiani, quasi impercettibili ma a detta degli esperti sufficienti per comprendere come il nostro clima si va tropicalizzando. Indicatore numero uno sono piante fiori arbusti, indicatore numero due è il tempo: temporali di forte intensità e ondate di calore particolarmente lunghe e durature. Mutato è anche il modo in cui piove poiché le precipitazioni giornaliere tendono a manifestarsi, più che nel

Mediterraneo: alla ricerca dei canyon sottomarini

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Come si è detto nel post precedente, i mari del mondo, che occupano il 71 per cento della superficie terrestre,  rimangono in gran parte  ancora sconosciuti al genere umano. E questo vale anche per il Mare Nostrum. Ora, la spedizione CUMECS, che è una crociera di ricerca, finanziato da EUROFLEETS, ha in progetto di studiare una regione scarsamente esplorata del Mediterraneo conosciuta come Malta-Sicily Escarpment (scarpata Malta-Sicilia). La Malta-Sicily Escarpment consiste di un passo di 3 km di altezza che separail bacino Mediterraneo occidentale dall'orientale. Questa regione è importante perché è un passaggio per lo scambio di masse d'acqua a densità differenziata tra il Mar Mediterraneo occidentale e orientale. Indagini preliminari di mappe di qualità esistenti bassi fondali del Malta-Sicily Escarpment dimostrano che questa caratteristica ha inciso con numerosi canyon sottomarini, nonostante il fatto che la scarpata è stata isolata da apporti di sedimenti fluviali e

Referendum, nucleare, effetto serra e il risveglio dei vulcani

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Sebbene io sia favorevole al nucleare, forse è meglio che sia andato così il referendum, anche se ciò comporterà inevitabilmente ad un aumento dei combustibili fossili, prima che le energie rinnovabili, delle quali il governo si occuperà più largamente, possano mostrare la loro piena capacità. Ma so anche che i combustibili fossil i (gas e carbone) sono gli artefici dell'effetto serra che sta ingabbiando il nostro pianeta e ciò potrebbe causare effetti disastrosi anche nel nostro paese. Inoltre, se mi metto a pensare a quello che sarebbe potuto accadere qualora qualche mostruoso evento della natura, mai così frequenti come negli ultimi tempi, prendesse di mira il Mediterraneo, un semplice lago rispetto agli oceani... beh, un brivido mi corre lungo la schiena. Allora, mi fa essere ancora più contento che il si abbia prevalso sul no , a proposito del refrendum sul nucleare. Ora facciamo un esempio: se mettiamo a bollire sul fuoco due pentole, una grande, che rappresenta l'

Libia: che sarà dopo?

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Pazzesco, inumano, orribile, mostruoso quello che sta accadendo a due passi da noi.   Purtroppo la mancanza di giornalisti rendono le notizie che giungono dalla Libia discordanti e contraddittorie, ma se sono vere quelle che filtrano da più parti, la situazione è del tutto fuori controllo. Si parla di gente dilaniata, senza braccia, senza gambe, senza torace giunta negli ospedali per farsi curare e fatta poi a pezzi dai feroci mercenari provenienti dall'area subsahariana armati di machete, che hanno messo in mostra "l'inferno sulla terra".   Si parla di 10mila morti e di fosse comuni sulla spiaggia di Tripoli, lo documentano alcune immagini raccappriccianti che i telegiornali lasciano scorrere sullo schermo... Insomma, una situazione esplosiva di un mondo che sta aprendo gli occhi con il miraggio d'una vita migliore -si spera - che dovrebbe creare grande preoccupazione alla Comunità mondiale, specialmente a quella europea, divisa dall'area febbricitant

Mare Nostrum o Toxic Patch?

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Ci sono tutti gli ingredienti per uno spettacolare film d'azione alla James Bond, in cui il cattivo è una organizzione criminale tipo Spectre , specializzata nel traffico di rifiuti tossici, ben ramificata nei meandri della società civile. D'ora in poi, grazie alle sue gesta poco edificanti, di cui si sapeva già abbastanza , ma che un collaboratore di giustizia ha ulteriormente rivelato, (dopo 17 anni, grazie ad un robot telecomandato, è stato rinvenuto nelle acque del Tirreno, sepolto tra le alghe a 500 metri di profondità, un grosso mercantile, probabilmente il Cunski , fatto inabissare al largo di Cetraro nel 1992), il mare Nostrum potremo cominciare col chiamarlo Toxic Patch , se si pensa che sono almeno 40 i cargo affondati, inspiegabilmente nel Mare Mediterraneo, negli anni 80 e 90, colati a picco coi loro carichi misteriosi, tra i quali certamente rifiuti tossici nocivi e rifiuti radioattivi, che hanno generato fiumi di denaro nelle tasche della criminalità organizza