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Sangue libico

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Giovani libici, che siano berberi delle montagne, islamici, ragazzi di città poco importa, purchè riescano a sconfiggere il male che sta logorando un Paese che si avviava lentamente ad essere moderno ma che un tiranno crudele, malvagio, vanaglorioso come pochi ce ne sono stati nella storia dell'umanità, sta conducendo inesorabilmente alla rovina totale. Migliaia di giovani che hanno dato la vita per stanare questo serpente il cui unico scopo è quello di mantenersi in vita mandando avanti i suoi uomini utilizzando il denaro che ha accumulato in più di 40 anni di potere. Un uomo che definire tale è un azzardo, abituato a servirsi delle vite altrui come fossero soldati giocattoli, disprezzandoli finanche, specie se sono di colore. Un uomo avido, vanesio, amante delle vita e dei bagordi che si è sempre creduto un Dio in terra e che merita una fine, per quanto nei canoni della giustiza, miserevole.  Peccato però che sinora, anche se i ribelli libici hanno invaso la roccaforte di Muamm

Là dove l'acqua scarseggia

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La maggior parte delle nazioni con penuria d'acqua sulla Terra si trovano in Medio Oriente e in Nord Africa, proprio in quei luoghi attualmente al centro di una storica ondata di agitazioni. Se si aggiunge poi l'aumento della popolazione e dei costi alimentari ed energetici, i guai sembrano inevitabili. Ma cosa accadrà nel mondo arabo quando l'acqua a disposizione sarà sempre meno? L'acqua è la sostanza stessa della vita, e una analisi ad alta risoluzione della maggior parte dei problemi idrici luoghi sulla Terra rivela una nuova e cruda realtà. Delle 16 nazioni che soffrono di estremo stress idrico , secondo gli analisti di Maplecroft , ogni singolo è nella regione del Mena ( Medio Oriente e Nord Africa). Il Bahrain è in cima alla lista di coloro che utilizzano l'acqua molto più di quanta ne ricevono. Altri paesi in crisi, compresa la Libia, Yemen, Egitto e Tunisia, non sono molto indietro. La Siria segue un po' più indietro, con un rischio alto ma non es

Europa: migranti, guerra, energia e un tavolino?

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Per Berlino , i permessi di soggiorno temporanei che l'Italia intende concedere agli immigrati in arrivo dal Nord Africa, violano lo spirito di Schengen ed è per questo motivo che si oppone alla libera circolazione dei tunisini nel suo territorio. Poi ricorda al Bel Paese che quando cadde il muro di Berlin o vi un un afflusso di migranti in Germania di gran lunga superiore a quello che sta vivendo ora l'Italia. Che singolari incongruenze storiche accadono! E pensare che nel 1938 Hitler scatenò la II guerra mondiale , dapprima annettendo i territori dove si trovavano forti minoranze tedesche in Austria, poi intimando alla Cecoslovacchia di consegnargli la regione dei Sudeti , dove viveva una forte minoranza tedesca, per poi invadere tutto il paese, e in seguito, grazie ad uno scellerato patto di non aggressione con la Russia di Stalin, occupando Danzica, in Polonia. Così dopo la Francia, anche la Germania, il cuore dell'Europa Unita, si mette di traverso ai proget

Nord Africa e Golfo: là dove eravamo rimasti...

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Così, mentre il mondo segue trepidante quello che accade in Giappone , dove un forte terremoto, seguito da un mostruoso tsunami e dalla paura di contaminazione radioattiva, per via dei gravi danni riportati dalla centrale nucleare di Fukushima, ha sconvolto la vita di centinaia di migliaia di persone, e dirottato, inevitabilmente, l'interesse generale... là dove eravamo rimasti , tutti a seguire le vicende riguardanti il desiderio di democrazia nei paesi del nord Africa e del mondo arabo, il rais libico Gheddafi guadagnando terreno nella rivolta in corso nel suo paese, in una delle sue tante infauste decisioni, fa bombardare dai suoi caccia la città d i Ajdabiya , a sud di Bengasi . Mentre i ribelli scorrazzano coi loro Pickup sgangherati e armati di mitragliatrici per le strade sabbiose, aspettando la no-fly zone che non arriva, l'offensiva dell'oro nero diventa ora marcia su Bengasi, capitale della rivolta, dove le truppe del colonnello, abbandonato assieme alla su

L'alba del nuovo impero - 4

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Quanto sta accadendo in Nord Africa, ma anche nel Medio Oriente e nella penisola arabica, dove la rivolta del popolo ha infiammato le piazze e le strade di molte capitali, è senza dubbio una vicenda epocale di proporzioni  gigantesche che, per la sua imprevedibilità, ha spiazzato l'intera comunità mondiale, oltre che il sottoscritto blogger, impegnato nella stesura de "L'alba del nuovo impero ", da cui però prende spunto per farne, almeno nella prima parte del presente post, il prologo ideale a tutto il discorso che si sta facendo da un po' di tempo. Questa rivolta dei poveri che chiedono dignità e pane, è nata in Tunisia nel momento in cui un giovane ambulante, che vendeva frutta e verdura per le strade col  suo carrettino, si è trovato a dover discutere con dei zelanti tutori dell'ordine, i quali servendosi di regolamenti, multe e vessazioni lo hanno condotto a compiere l'estremo sacrificio, appiccandosi fuoco con  la benzina e morendo così tra atroc

Libia: che sarà dopo?

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Pazzesco, inumano, orribile, mostruoso quello che sta accadendo a due passi da noi.   Purtroppo la mancanza di giornalisti rendono le notizie che giungono dalla Libia discordanti e contraddittorie, ma se sono vere quelle che filtrano da più parti, la situazione è del tutto fuori controllo. Si parla di gente dilaniata, senza braccia, senza gambe, senza torace giunta negli ospedali per farsi curare e fatta poi a pezzi dai feroci mercenari provenienti dall'area subsahariana armati di machete, che hanno messo in mostra "l'inferno sulla terra".   Si parla di 10mila morti e di fosse comuni sulla spiaggia di Tripoli, lo documentano alcune immagini raccappriccianti che i telegiornali lasciano scorrere sullo schermo... Insomma, una situazione esplosiva di un mondo che sta aprendo gli occhi con il miraggio d'una vita migliore -si spera - che dovrebbe creare grande preoccupazione alla Comunità mondiale, specialmente a quella europea, divisa dall'area febbricitant

Libia: allarme nel Mediterraneo?

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Sulla tremenda questione libica, che fa capire quanto complicata sia diventata l'area mediterranea, l'Alto Commissario Onu per i diritti umani ha chiesto un'inchiesta internazionale sulla repressione contro i manifestanti antigovernativi, fatta con attacchi sistematici su larga scala che possono equivalere a crimini contro l'umanità. Secondo le notizie il regime, coi suoi battaglioni della sicurezza, controlla ormai solo Tripoli, dove sembra si stiano usando armi pesanti per reprimere le proteste, mentre ad oriente, in Cirenaica, tra Bengasi e Tobruk, la parte tradizionalmente meno favorevole nei confronti di Gheddafi, ma sino all'altro giorno obbediente, spira un vento tribale e sembra avviarsi a diventare una provincia autonoma. Qui si è vicini  all'Egitto, l'altra grande nazione araba su cui si è abbattuto il vento (man mano diventato uragano) dei Gelsomini. Probabilmente è la parte più esposta alle infiltrazioni dell'estremismo islamico, anche maga

Maledetto oro nero

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Dilaga nell'area mediterranea e nel Medio Oriente l'insurrezione dei popoli contro storici regimi autoritari e dittatoriali: dalla Tunisia all'Egitto, dall'Algeria allo Yemen, dal Bahrain alla Libia, dove l'inossidabile "regno" di Gheddafi sta traballando paurosamente.  Proprio in Libia , in particolare a Bengasi in Cirenaica, seconda città del paese, la rivolta sta degenerando. Tantissimi morti, ospedali pieni, un bagno di sangue anche ad opera di crudeli mercenari di colore provenienti dal sud, oltre il deserto, che sparano all'impazzata per le strade e dai tetti dei palazzi di Bengasi e nelle zone costiere. Le immagini in gran parte rubate coi telefonini e affidate a Internet che riescono ad emergere dalla morsa della censura sul bagno di sangue tra i manifestanti in Libia, mostrano l'efferatezza degli scontri e della carneficina tuttora in atto.  In queste ore, in cui si vocifera che il colonello Gheddafi abbia già lasciato il Paese per il