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Edimburgo e Londra: la disputa per il petrolio del Mare del Nord

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Adesso che "la maggior parte dei grandi campi sono stati trovati ed è stato prodotto il petrolio facile da produrre, il declino delle riserve petrolifere del Mare del Nord è inevitabile ".  Così dice John Howell, professore di geologia del petrolio presso the University of Aberdeen ,  nel nord-est della Scozia. Circa 42 miliardi di barili di petrolio e gas sono stati estratti dal Mare del Nord a partire dai primi anni 1970, dando un impulso positivo alle casse del governo britannico e all'economia della Scozia. Ultimamente il petrolio del Mare del Nord è al centro di un aspro dibattito sul futuro della Scozia in vista del voto sull'indipendenza del mese prossimo, con entrambe le parti in disputa tra loro sulle prospettive per la regione dell'oro nero. Ora, con la prospettiva del referendum del 18 settembre, che potrebbe significare la fine dei 300 anni di unione con l'Inghilterra, le redditizie risorse energetiche scozzesi stanno creando non pochi problem

Sudan: la drammatica realtà del popolo Nuba

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Qui ogni giorno si combatte e si muore, si soffre e si decide in silenzio. Questo accade in un territorio che amministrativamente appartiene al Sudan ma è conteso dagli indipendentisti. Bombardamenti che si susseguono nei cieli, cupi antonov, aerei da trasporto di fabbricazione sovietica riconvertiti in bombardieri dal governo del Sudan, che sfrecciano veloci, mentre la gente terrorizzata scappa in cerca di un riparo e impotenti, in preda ad una rabbia senza confini, i soldati sparano in aria coi loro fucili senza nessuna speranza di abbattere quel carico di morte e distruzione destinato a provocare l'esodo, l'isolamento e la fame dei sopravissuti. Dal giugno del 2011 l'aviazione di KHARTOUM martella senza tregua e duramente il South Kordofan, nel mirino ci sono i Nuba, un piccolo popolo con una grande storia alle spalle. Nuba è un termine collettivo utilizzato qui per i popoli che abitano le montagne Nuba dello stato del Sud Kordofan, nel Sudan meridionale. I Nu

Sudan: genocidio in vista per il popolo dei Nuba

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E' soprattutto Abyei, la ricchissima area  petrolifera sudanese, contesa fra Nord e Sud, la cui  secessione avverrà il 9 luglio, il punto nevralgico della questione sudanese. Gli scontri scoppiati nella zona tra le truppe sudanesi del nord e del sud stanno mettendo a ferro e fuoco il Paese e chi ne sta pagando le conseguenze più gravi è il popolo dei Nuba, che vive nella regione del Nilo Blu ma soprattutto  sui Monti Nuba, situati nel Sud Kordofan, al centro del Paese, e che copre circa 30.000 miglia quadrate, circa le dimensioni della Scozia.  Questo popolo, nonostante il tentativo storico di far parte del Sudan, è stato ampiamente messo da parte dalla società sudanese, lasciandolo fuori anche dal referendum che ha portato il Sudan meridionale a troncare il suo rapporto con il nord, che i Nuba, sono stati costretti a seguire, e che ora stanno subendo, da parte delle  milizie governative, una vera e propria pulizia etnica, una strategia di liquidazione in atto sin d

Referendum, nucleare, effetto serra e il risveglio dei vulcani

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Sebbene io sia favorevole al nucleare, forse è meglio che sia andato così il referendum, anche se ciò comporterà inevitabilmente ad un aumento dei combustibili fossili, prima che le energie rinnovabili, delle quali il governo si occuperà più largamente, possano mostrare la loro piena capacità. Ma so anche che i combustibili fossil i (gas e carbone) sono gli artefici dell'effetto serra che sta ingabbiando il nostro pianeta e ciò potrebbe causare effetti disastrosi anche nel nostro paese. Inoltre, se mi metto a pensare a quello che sarebbe potuto accadere qualora qualche mostruoso evento della natura, mai così frequenti come negli ultimi tempi, prendesse di mira il Mediterraneo, un semplice lago rispetto agli oceani... beh, un brivido mi corre lungo la schiena. Allora, mi fa essere ancora più contento che il si abbia prevalso sul no , a proposito del refrendum sul nucleare. Ora facciamo un esempio: se mettiamo a bollire sul fuoco due pentole, una grande, che rappresenta l'

Sveglia mondo! Aprite gli occhi voi potenti, politici, scienziati...

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L'umanità è ormai allo sbando. Perchè se così non fosse, lo stile di vita che conduciamo sarebbe di tutt'altro tenore. Quello che mi lascia sconcertato è che pure esimi studiosi, scienziati, letterati, esperti siano caduti nell'inganno che la società attuale ci propone. Noi nati nel XX secolo, guerre a parte, ma soprattutto coloro nati nel secolo XXI , dobbiamo ritenerci fortunati di aver conosciuto, usato e apprezzato le comodità che la Scienza ci ha dato. Purtroppo però, siamo talmente ingordi di queste comodità che non siamo più capaci di distinguere ma soprattutto di comprendere, che tutto quello che desideriamo e vogliamo ha un costo, un costo elevato da pagare che sta mettendo a repentaglio non tanto la vita nostra ma quella dei nostri figli e ancor di più dei figli dei nostri figli. La maggioranza di costoro, ahimè, già sta vivendo in maniera gravosa il problema del lavoro, e non saprà mai cosa potrà significare domani avere una pensione. Assistiamo impotenti

L'acqua è un bene pubblico che però...

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In base al meccanismo messo in campo nel referendum che si terrà domenica e lunedì, nessuno vieta ad una società interamente pubblica, a condizioni concorrenziali, di poter partecipare ad una gara e vincere la gestione della rete idrica di un qualsiasi territorio in autonomia e in concorrenza con un privato.  Chi vota No al referendum sull'acqua da un colpo mortale alla logica della municipalizzata in cui alligna la casta politica, facendo si che a tutti coloro che non trovano spazio nelle fila dei partiti, vengano poi affidati vari servizi pubblici, tra i quali la gestione pubblica dei servizi idrici, che verranno poi gestiti malamente. E di questi disservizi, è inutile negarlo, noi in Italia, ne siamo perfettamente a conoscenza. L'Europa chiede la copertura di tutti i costi, cioè del costo del capitale, del costo di gestione, del costo degli investimenti, anche in tariffa. Questo perchè chi paga l'acqua, cioè chi la consuma, deve contribuire ad una gestione che attr

Sudan del sud: nascerà il 55esimo stato africano?

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Mentre il mondo ha lodato il libero ed equo referendum, il Sudan del sud ora attende con impazienza l'indipendenza.  La delimitazione del confine con il Nord , la condivisione delle entrate  petrolifere del Sud Sudan che valgono un quarto di tutto il petrolio della nazione e il futuro della ricchissima area  petrolifera sudanese di Abyei , contesa fra Nord e Sud, sono solo alcune delle questioni controverse che devono essere risolti entro sei mesi. I risultati preliminari del referendum del 9-15 gennaio hanno mostrato che il 99  per cento degli elettori nel sud cristiano, non ancora indipendente, anzi tuttora dominato, vuole la secessione dalla maggioranza musulmana del nord, superando  di gran lunga la soglia del 60 per cento fissato dagli accordi del 2005, affinche il risultato venga considerato valido. Mentre i leader del sud si crogiolano nel bagliore di un punto di riferimento  storico nella loro lotta  per l'indipendenza, vecchia di decenni,  chiamano comunque al

Sudan: il futuro nelle sue mani

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UPDATE 10/01/2011 - Ieri , sul quotidiano arabo di Khartoum Al-Sahafah , sono stati segnalati oltre 49 persone uccise e decine di feriti negli scontri nella zona contesa, anche se questo non è stato confermato dalle Nazioni Unite . I motivi sulla causa delle violenze non sono chiari, ma ci sono motivazioni diverse presentate da entrambe le frange in conflitto.   UPDATE 9/01/2010 -  Almeno otto persone sono morte oggi in scontri tra le tribu' rivali Dinka e Misseriya, nell'area petrolifera sudanese di Abyei, contesa fra Nord e Sud.  In queste ore nel martoriato Sudan si sta votando ad uno dei due referendum previsti dagli accordi di pace del 2005. L'esito di questo primo referendum, che vede oltre 4 milioni di elettori alle urne, darà la risposta alla separazione definitiva da Khartoum e dal suo presidente genocida Al-Bashir , dando vita ad un sud del Paese libero e indipendente. L'altro referendum, che è stato rimandato a data da destinarsi, lasc

Referendum in Sudan: una bomba a orologeria

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Il referendum per l'indipendenza del Sud Sudan, come ha detto di recente Hillary Clinton, è una " bomba a orologeria ".  Il voto è atteso per il 9 gennaio ma forti inquietudini ammantano di drammaticità questo storico evento che potrebbe dare l'indipendenza al Sud del Sudan, il quale sembra non essere ancora pronto ad affrontare una situazione che potrebbe sfociare in una guerra civile, visto i grandi interessi che intercorrono nel più grande stato africano. Il segretario di Stato Usa chiamando a raccolta i leader sudanesi e internazionali ha detto loro di fare di più per preparare meglio le elezioni.   Il referendum è stato parte di un accordo di pace del 2005, da quando cioè si è posto fine a due decenni di cruento conflitto tra il nord e il sud ricco di petrolio.   Hillary Clinton ha osservato che il nord non è affatto ben disposto alla prospettiva di perdere la sua quota di proventi del petrolio del sud, e ha suggerito ai leader del sud di prepararsi a