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Oro, coltan e potere nell'attuale crisi in Congo

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Nell'attuale guerra in Congo non esistono eroi o patrioti con la stampella in mano ma esistono solo mercenari che mirano indiscutibilmente alle ricche risorse intorno alla regione dei Grandi Laghi  (ICGLR), che comprende il Congo, il Ruanda ed è presieduto dall'Uganda. Per affrontare la ribellione in Congo capitanata dal ricco generale Bosco Ntaganda, a capo dei ribelli del Congolese Revolution Army (CRA), meglio conosciuto con l'acronimo di M23 che prende il nome dall'accordo di pace del 23 marzo 2009, che pose fine alla precedente rivolta nel 2009, accordo che per i ribelli il governo del Presidente Kabila ha violato, Congo, Rwanda e i loro vicini dei Grandi Laghi hanno concordato nel mese di luglio un piano che ha sollevato le tensioni nella regione e migliaia di civili sfollati. I combattenti ribelli, per lo più provenienti dal gruppo di minoranza etnica Tutsi, accusano il presidente Kabila di non concedere loro posti nell'esercito, in linea con l'acco

Sangue libico

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Giovani libici, che siano berberi delle montagne, islamici, ragazzi di città poco importa, purchè riescano a sconfiggere il male che sta logorando un Paese che si avviava lentamente ad essere moderno ma che un tiranno crudele, malvagio, vanaglorioso come pochi ce ne sono stati nella storia dell'umanità, sta conducendo inesorabilmente alla rovina totale. Migliaia di giovani che hanno dato la vita per stanare questo serpente il cui unico scopo è quello di mantenersi in vita mandando avanti i suoi uomini utilizzando il denaro che ha accumulato in più di 40 anni di potere. Un uomo che definire tale è un azzardo, abituato a servirsi delle vite altrui come fossero soldati giocattoli, disprezzandoli finanche, specie se sono di colore. Un uomo avido, vanesio, amante delle vita e dei bagordi che si è sempre creduto un Dio in terra e che merita una fine, per quanto nei canoni della giustiza, miserevole.  Peccato però che sinora, anche se i ribelli libici hanno invaso la roccaforte di Muamm