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Energia dalla Luna, per non restare al buio

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Harrison H.Schmitt, il dodicesimo e ultimo uomo a mettere piede sulla luna, sostiene che le miniere di Elio sul nostro satellite risolverebbero la crisi energetica mondiale. L'ex astronauta di Apollo 17 e ex senatore americano ha un piano modesto per risolvere i problemi energetici che tanto assillano l'umanità. Secondo lui i 15 miliardi di dollari che servono per completare le centrali nucleari sul pianeta, ove molti reattori debbono ancora essere costruiti, sarebbero sufficienti a Per lui , gli Stati Uniti dovrebbero tornare sulla luna soprattutto per sfruttare le miniere in superficie di Elio 3 , il cui isotopo è molto raro sul nostro pianeta. L'Elio-3, un elemento che viene considerato alla stregua di un carburante non inquinante  del quale il nostro satellite è ricchissimo, è virtualmente assente sulla Terra e può essere prodotto solo artificialmente tramite bombardamento del Litio. L'Elio 3 è in realtà generato come sottoprodotto nelle fasi di manutenzione di a

Trovata una foresta di corallo nero nel mare di Scilla

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Grazie un robot sottomarino sono state scoperte circa 30 mila colonie adagiate sui 50 e i 110 metri di profondità sui fondali rocciosi della mitica Scilla , dove cantavano le sirene tentatrici . A documentare la più vasta foresta di corallo nero è stato Rob , un robot sottomarino che analizza, osserva, filma e fotografa. Rob si è immerso nei fondali del Tirreno calabrese e ha ripreso molte specie di coralli. Si è immerso sino a 400 metri di profondità e ha osservato anche i pesci marini. Dice al TG uno Marco Taviani , geologo marino e paleobiologo dell'Istituto di Scienze Marine (Ismar) , che in passato ha trascorso due anni nella base americana in Antartide per un periodo di ricerche sugli strati profondi di quell' antico continente. " E' una scoperta molto importante che deve aggiungersi a scoperte simili fatte dalla Comunità scientifica italiana ma anche europea negli ultimi anni e che dimostra quanto il nostro territorio sommerso è ancora molto da studiare e i

Pesci robot antinquinamento

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Dei pesci robot, in grado di rilevare l'inquinamento delle acque, sono stati rilasciati al largo delle acque spagnole. I pesci, lunghi circa 1,5 metri, somiglianti a delle carpe, provvisti di rilevatori, sono in grado di identificare le fonti d'inquinamento, quali combustibili delle navi o prodotti chimici rilasciati nel mare. Cinque di questi robot, il cui valore si aggira sui 21 mila euro cadauno, sono stati liberati nel Golfo di Biscaglia, a Gijon, nel nord della Spagna. L'operazione fa parte di un progetto pilota triennale messo a punto da BMT Group , una società di ingegneria e da ricercatori dell 'Essex University , nel sudest dell'Inghilterra. I pesci robot hanno una battera di durata di otto ore e non richiedono telecomando. La loro missione dovrebbe durare 18 mesi, dopodichè, in caso di successo, essi potrebbero essere utilizzati in tutto il mondo, per impedire la diffusione dell'inquinamento nelle acque marine. Fonte notizia e immagine: news.yahoo.com