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Oro, coltan e potere nell'attuale crisi in Congo

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Nell'attuale guerra in Congo non esistono eroi o patrioti con la stampella in mano ma esistono solo mercenari che mirano indiscutibilmente alle ricche risorse intorno alla regione dei Grandi Laghi  (ICGLR), che comprende il Congo, il Ruanda ed è presieduto dall'Uganda. Per affrontare la ribellione in Congo capitanata dal ricco generale Bosco Ntaganda, a capo dei ribelli del Congolese Revolution Army (CRA), meglio conosciuto con l'acronimo di M23 che prende il nome dall'accordo di pace del 23 marzo 2009, che pose fine alla precedente rivolta nel 2009, accordo che per i ribelli il governo del Presidente Kabila ha violato, Congo, Rwanda e i loro vicini dei Grandi Laghi hanno concordato nel mese di luglio un piano che ha sollevato le tensioni nella regione e migliaia di civili sfollati. I combattenti ribelli, per lo più provenienti dal gruppo di minoranza etnica Tutsi, accusano il presidente Kabila di non concedere loro posti nell'esercito, in linea con l'acco

Congo e Ruanda: il ritorno dei gorilla nel loro habitat naturale

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Per lungo tempo il grande bacino del fiume Congo è stato protagonista di conflitti terribili che hanno causato tra Ruanda e Zaire milioni di morti. Ora, per fortuna, vige un periodo di tranquillità e questi paesi stanno collaborando affinchè, grazie alla loro natura particolare, possa rinascere un turismo di qualità. Per cui, adesso, il problema dei cacciatori di frodo, che approfittando dei disordini del passato hanno potuto praticare un maggior bracconaggio oltre che distruggere l'habitat della foresta e sequestrare i gorilla di montagna (ne sono rimasti circa 700 ) , viene affrontato in maniera più convincente. Un grande risultato è stato quindi il salvataggio di 6 orfani di gorilla femmina di età compresa tra 5-8 anni, sottratti ai bracconieri e curati in una struttura temporanea in Kinigi, Ruanda.  Tutti questi giovani gorilla sono stati vittime del bracconaggio e hanno perso i loro gruppi o famiglie. In una straordinaria collaborazione di conservazione tra Ruanda e Repub

Giornata mondiale dell'ambiente 2010: un occhio puntato sul Golfo del Messico

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Oggi nella giornata mondiale dell'ambiente, tutta l'attenzione è puntata sul Golfo del Messico, dove lo stesso Presidente degli Stati Uniti Obama, che la sta trascorrendo tra i pescatori della Louisiana rovinati dalla marea nera, ammette che quanto è accaduto è un vero disastro.  Tuttavia, sembra che la compagnia petrolifera Bp sia riuscita, almeno per ora, a chiudere la falla del pozzo maledetto e a convogliare 1000 barili di petrolio al giorno in superficie. Molto poco rispetto ai 20mila barili che dal 20 aprile, dopo l'esplosione della piattaforma Deepwater Horizon, si sono riversati nelle acque del Golfo... ma meglio di niente. Intanto sembra che il capo della Bp Tony Hayward, che secondo i bookmaker a breve perderà il posto, non si occupera' piu' direttamente della marea nera, in quanto la Bp ha deciso di affidare la gestione delle operazioni Usa al manager americano Bob Dudley. Tra le acque scure e oleose del Golfo gli uccelli agitano freneticamente le a