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La nuova guerra fredda in nome del gas

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La nuova guerra fredda tra Russia e Occidente segue una logica, che più trasparente non si può. I rapporti tra il Cremlino e Washington coi in suoi alleati, sono così tesi che Putin stoppa la realizzazione del gasdotto South Stream: 600 chilometri di tubi dalla costa russa del Mar Nero attraverso la Bulgaria e poi i Balcani il confine tra Italia, Austria e Slovenia  per portare a noi europei 63 milioni di metri cubi di gas naturale l'anno, estratto nella lontana Siberia. Sout Stream è un progetto russo, francese, tedesco con l'Italiana Saipem (ENI), impegnata nella costruzione del tratto sottomarino di South Stream, nel Mar Nero, che oggi in Borsa ha perso il 10 per cento.  Lo stop voluto da Putin, e la situazione in Ucraina, diventata terra di contesa tra i due schieramenti, da cui sono derivate le sanzioni dell'Occidente, stanno colpendo duramente l'economia russa, con il rublo in discesa e taglio drastico alle stime di crescita. Il crollo del rublo e delle quotazi