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La nuova guerra fredda in nome del gas

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La nuova guerra fredda tra Russia e Occidente segue una logica, che più trasparente non si può. I rapporti tra il Cremlino e Washington coi in suoi alleati, sono così tesi che Putin stoppa la realizzazione del gasdotto South Stream: 600 chilometri di tubi dalla costa russa del Mar Nero attraverso la Bulgaria e poi i Balcani il confine tra Italia, Austria e Slovenia  per portare a noi europei 63 milioni di metri cubi di gas naturale l'anno, estratto nella lontana Siberia. Sout Stream è un progetto russo, francese, tedesco con l'Italiana Saipem (ENI), impegnata nella costruzione del tratto sottomarino di South Stream, nel Mar Nero, che oggi in Borsa ha perso il 10 per cento.  Lo stop voluto da Putin, e la situazione in Ucraina, diventata terra di contesa tra i due schieramenti, da cui sono derivate le sanzioni dell'Occidente, stanno colpendo duramente l'economia russa, con il rublo in discesa e taglio drastico alle stime di crescita. Il crollo del rublo e delle quotazi

Gli intenti commerciali di Obama nel suo recente viaggio europeo

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Non ha poi mica tanto torto Beppe Grillo quando asserisce che la recente visita di Obama in Italia (in Europa) abbia avuto intenti più commerciali che  atti di Fede, anche se nell'incontro avuto con papa Francesco, mi pare di aver scorto manifestazioni di affetto e simpatia da entrambe le parti. Nel suo secondo mandato Obama s'impegnerà molto nel campo energetico ma se dopo questo suo recente tour  arabo- europeo  riuscisse a tornarsene a casa con un nuovo accordo commerciale in fase di negoziazione con il vecchio continente,  renderebbe più facile per la sua amministrazione approvare le esportazioni di GNL (LNG). Di certo, per il vecchio continente una soluzione del genere potrebbe diventare un'interessante alternativa, condividendo, in tal modo, l'abbondanza dello shale gas degli Stati Uniti, facilitando le esportazioni di gas, oltre ad avere un'arma non trascurabile nella risoluzione delle proprie esigenze energetiche, contrastando così la ferrea morsa ru

Lo shale gas e la rivincita americana

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All'inizio del suo mandato presidenziale, quattro anni fa, Barak Obama sponsorizzò con grande enfasi l'impiego delle energie rinnovabili a discapito di quelle fossili. A dargli una mano in questa sua decisione ci fu il disastro della Bp nel Golfo del Messico e il fatto che le trivellazioni petrolifere sono sempre più difficili da portare avanti. Sul suo cammino però, del tutto imprevisto, si è fatto strada lo shale gas , un "gas non convenzionale" - che comprende il gas di scisto estratto tramite un processo chiamato “fracking” ovvero fratturazione idraulica. Sullo shale gas , tuttavia ci sono diverse opinioni sulla pericolosità delle sue emissioni. Per la maggioranza degli esperti sia lo shale gas che il carbone a livello di nocività sull'ambiente e sulle emissioni si equivalgono. Al riguardo c’è molta confusione, ma recentemente sono stati condotti nuovi studi da L. M. Cathles, del Dipartimento di Scienze della terra e dell’atmosfera della Cornell Univers