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Rifiuti: una questione che va presa sul serio

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Prendendo spunto da un interessante articolo sul Guardian mi accingo ad entrare nel pianeta rifiuti in punta di piedi, cercando di capirci qualcosa di più di quanto ne sappia oggi. Questo post è il primo di una serie sulla questione rifiuti. Partiamo dal fatto che l a Commissione europea , prima prende degli impegni restrittivi su discariche, emissioni e rifiuti e poi fa marcia indietro, spostando più in là le date di attuazione di un ambizioso insieme di promesse legislative (compresa la graduale eliminazione dell'utilizzo di discarica per rifiuti riciclabili e l'impegno a ridurre gli sprechi alimentari del 30% entro il 2025) , sostenendo che fossero obiettivi troppo impegnativi. Come sappiamo, alla base della gestione rifiuti ci sono i cittadini e le istituzioni. Queste ultime forse affrontano la questione con un alone di leggerezza/ignoranza misto alla complicità di interessi e tecnologie portati avanti ignorando il bene comune. Da parte dei cittadini invece, c&#

Quanta plastica c'è negli oceani del mondo ? Quanto il peso di 570 Boeing 747 a pieno carico

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Nel corso di più di sei anni e 24 spedizioni , Markus Eriksen e il suo team di collaboratori del  5 Gyres Institute, un'organizzazione che mira a ridurre la plastica negli oceani, hanno scandagliato la supeficie marina per vedere quanti detriti di plastica galleggiano nel mare. Questo lavoro ha pemesso loro di fare una stima: sulla superficie degli oceani ci sono 5300 miliardi di pezzi di plastica galleggiante, del peso di circa 270.000 tonnellate. Vale a dire il quantitativo sufficiente per riempire più di 38.500 camion della nettezza urbana se ogni camion trasporta 7 tonnellate di plastica e più o meno l'equivalente al peso di 570 Boeing 747 a pieno carico. Oltre il 90 percento della spazzatura, è grande poco meno di 5 millimetri di larghezza (circa un terzo del diametro di un centesimo).   La plastica è suddivisa in più di 5.000 miliardi di pezzetti, dice lo studio pubblicato sulla rivista scientifica PLOS ONE. Researchers. Una delle più grandi sorprese dello stu

Teniamo d'occhio le nostre coste

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A Baywalk, lungo Roxas Boulevard a Manila, i tifoni trascinano dietro tonnellate di rifiuti in balia di forti onde. La stessa cosa accade in altre zone costiere. Attraverso la negligenza e l'indifferenza dell'uomo, la spazzatura ha ormai invaso di scarti i nostri mari, così che si crea il caos tra le creature marine. In  mezzo   all'Oceano, nel Pacifico settentrionale, a circa mille miglia dalle Hawaii, vi è un enorme agglomerato di spazzatura chiamato The Great Pacific Garbage Patch . Si tratta di una raccolta di rifiuti marini . La spazzatura varia da bottiglie di vetro e lattine in alluminio per rifiuti sanitari. La stragrande maggioranza dei detriti marini è di plastica. Secondo i rapporti, gli scienziati hanno raccolto fino a 750.000 pezzi di plastica in un solo chilometro quadrato del Great Pacific Garbage Patch. Questa è la ragione per cui un gruppo di persone ha iniziato una campagna per ripulire le zone costiere. E' un piccolo sforzo rispetto a

NOAA ha in mente di mappare la spazzatura sul fondo degli oceani

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Gli scienziati del NOAA (National Oceanic and Atmospheric) annunciano un ambizioso progetto di mappatura dello strato della spazzature sul fondo marino. L'impresa potrebbe richiedere 20 anni. " Con circa 110 milioni di chilometri quadrati di spazzatura oceanica rimasta completamente inesplorata, ci auguriamo che il prossimo anno si possa iniziare a produrre carte batimetriche delle vaste gamme di detriti arenati sul fondo dell'Oceano Pacifico " ha detto l'amministratore di NOAA Jane Lubchenco, spiegando che i topograf i useranno ecoscandagli multibeam per creare un modello digitale del terreno e visualizzare molte formazioni di rifiuti sospetti che esistono sul fondo marino, comprese profonde trincee fatte con pile di pneumatici, innumerevoli creste di rottami metallici, e montagne di flaconi per detersivo. " Può essere ambizioso, ma speriamo di definire finalmente i contorni di ogni centimetro quadrato dei detriti di plastica e metallo sul fondo d

"Our Ocean" la conferenza per salvare i mari del mondo

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Una quantità sorprendente della nostra immondizia finisce in mare. Potrà mai essere ripulito? Considerate questo : la quantità di spazzatura globale è destinata ad aumentare ogni anno per il resto del secolo. Senza alcun intervento, nel 2021 non avremo ancora raggiunto il picco del problema. Poiché la maggior parte dei detriti marini nasce sulla terra, per gli scienziati dell'Università della Georgia che studiano la questione, potrebbe significare il disastro per gli oceani, creando un pericolo ambientale dei più mostruosi che l'umanità possa sperimentare. Per questo motivo il Presidente degli Stati Uniti Obama ha dato poteri esecutivi al Segretario di Stato John Kerry , che oggi e domani affronterà la questione, di petto facendo della spazzatura marina uno dei principali temi nella conferenza "Our Ocean" , sperando, in tal modo, di inquadrare le sfide che ci attendono, compresi i cambiamenti climatici legati all'acidificazione degli oceani e la minaccia

Requiem di quello che è diventato l'uomo oggi

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Tra negazionismo, qualunquismo, global weirding e scienza convenzionale non ci si raccapezza più nulla circa i cambiamenti climatici. Il susseguirsi delle stagioni fuori rotta, i ghiacciai polari artici che si sciolgono, non si sciolgono, non si sa bene, la siccità che avanza... Viviamo ormai sulla nostra pelle l'alternarsi repentino di anomale condizioni meteorologiche, che variano da temperature calde a fredde nel giro di poche ore. Non ci sono più le stagioni di una volta! E' ovvio che qualcosa sta accadendo! Il nostro pianeta si è buscato una bella broncopolmonite, starnutisce, piange, ha la febbre e non ha ancora trovato il rimedio giusto per guarire. Ma cosa può fare la Scienza d'innanzi ad un cambiamento climatico di così vaste proporzioni che colpisce tutti i punti cardinali del pianeta, creando tragedie su tragedie, esodo di popoli da terre sempre più inospitali e malanni difficili da sconfiggere. L'aria avvelenata delle grandi città; la plastica nei can

La spazzatura invade le acque del mondo

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Ogni anno finiscono in mare milioni di tonnellate di rifiuti. I dati sono impressionanti. 6,4 milioni di tonnellate di oggetti di plastica, con lattine di alluminio e imballaggi in polistirolo finiscono ogni anno nelle nostre acque e contaminano l'ambiente. D'estate poi, i consumi si moltiplicano, contribuendo a gettare in mare 58 miliardi di bicchieri e 200 miliardi di bottigliette di plastica che rimarranno intatti per mille anni mentre per smaltire un solo cotton fioc ci vogliono 30 anni e per una sigaretta 5 anni. Il fenomeno è così imponente che tra Stati Uniti e Giappone in seguito a correnti fortissime si è formata una vera e propria isola di plastica e altri rifiuti. Le stime della sua grandezza variano da 700 mila a 15 milioni di chilometri quadrati. Ma questa in realtà è solo una delle isole dei rifiuti del pianeta. Bisogna sapere che l'azione del mare scioglie gli additivi e fa ritornare la plastica allo stato originario: frammenti che si fondano con il p

Visione di un mondo che non vorremmo mai vedere

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La metà dei bambini del mondo e gli adolescenti vivono in aree urbane. Così, come aumenta l'urbanizzazione, le persone e in particolare i bambini si trovano di fronte a comunità sempre più malsane. I rischi per la salute ambientale - che vanno dall'inquinamento atmosferico, rifiuti e servizi igienici inadeguati - sono problematici per gli abitanti più poveri delle città. Oggi, un cittadino su tre vive in condizioni di slum - entro il 2020, si pensa che circa 1,4 miliardi di persone vivranno in baraccopoli e insediamenti informali. Le sfide e le condizioni di vita nelle baraccopoli sono scoraggianti per i governi, le autorità cittadine e le stesse comunità. Un metodo sempre più critico per trasformare le baraccopoli in fiorenti comunità è di offrire ai residenti di sviluppare soluzioni che attenuino i rischi per la salute nell'ambiente urbano. Le comunità dovrebbero essere viste come soluzione al degrado ambientale e alla urbanizzazione. Secondo l'Organizzaz

Domani è il World Oceans Day: "Se il mare fosse un bambino"

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Domani 8 giugno si onora il World Oceans Day . Gli oceani occupano il 70% del nostro pianeta. Se il mare fosse un bambino lo sentiremmo gridare e gemere e avremmo cercato di capire quali sono i problemi che lo affliggono e probabilmente saremmo corsi in suo aiuto. Non si può accettare che le persone si coprano le orecchie per non sentire il mare piangere quando i combustibili e gli scafi spezzati delle navi cisterna si infiltrano costantemente nelle sue profondità. Sarebbe giusto far pagare alle compagnie petrolifere la pulizia delle spiagge, far si che risarciscano la comunità della perdita della vita marina e degli uccelli. Che strazio nel guardare gli uccelli impregnati di petrolio che non riescono a prendere il volo e che lottano per sfuggire alla devastazione dell'uomo. Metalli pesanti, nitrati, il flusso delle acque piovane impregnate di chissà cos'altro, una zuppa tossica schiacciante, travolgente che filtra in mare dalle fabbriche. Non bisogna lasciare

L'isola di plastica nel Pacifico aumenta considerevolmente

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La quantità di plastica che si trova nella zona di mare nota come " Great Pacific Garbage Patch " è aumentata di cento volte rispetto ai primi anni 1970. Questo secondo un nuovo studio che contiene  risultati allarmanti che mira a fare pressione sulla California ed altri Stati costieri a fare di più per ridurre i rifiuti di plastica. Durante una spedizione nel 2009, i ricercatori dello Scripps hanno prelevato campioni d'acqua a 1.000 miglia ad ovest della California, e li hanno confrontati con la quantità di plastica trovata nei campioni prelevati da altri ricercatori, risalenti al 1972. Mentre in molti dei campioni di 40 anni è stata trovata poco o niente plastica, vaste distese del Pacifico settentrionale sono ormai inquinate da miliardi di piccoli pezzi grandi come confetti, provenienti dalla spazzatura che galleggia sul mare e si rompe col vento e con le onde. I piccoli detriti galleggiano sopra o vicino alla superficie, dove vengono mangiati da pesci, tart

Dove finiscono i detriti finiti in mare nello tsunami giapponese?

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Per i ricercatori dello  Outreach Specialist at the Gulf of the Farallones, una divisione del NOAA , le conseguenze derivate dal devastante tsunami giapponese di un anno fa, riguardante l'enorme deposito di  detriti trasportati dalle acque del mare chissà dove... è un'opportunità unica di ricerca che non hanno mai visto prima. Una parte delle 25 milioni di tonnellate di macerie girano ora vorticosamente nell'oceano e, come si era già detto in un precedente post , si stanno  facendo strada verso le coste della California. I ricercatori stanno seguendo i detriti trasportati dalle correnti nella speranza di migliorare i loro modelli che si muovono nell'oceano fin dove alla fine si depositano. Ogni anno una media di 14 milioni di tonnellate di immondizia finisce negli oceani del mondo, trascinata da vortici finiscono sulle coste e viene avvicinata da animali marini di cui si cibano o ne rimangono impigliati, spesso con effetto mortale. Ma dove finiscono i detriti fi

L'impronta sulla plastica per salvare gli oceani dalla immondizia

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La plastica rappresenta i quattro quinti dell'immondizia accumulata negli oceani del mondo, ed è forse il più insidioso di tutti gli altri rifiuti, poiché i residui vengono ripartiti tra le onde e la luce solare in una specie di zuppa di cui pesci ed altri animali marini si cibano. Doug Woodring , un convinto eco-ambientalista californiano stabilitosi ad Hong Kong, che ha in mente  un progetto globale focalizzato sull'inquinamento di plastica e di rifiuti nei nostri mari, sostiene che quello da fare è di utilizzare il materiale con maggiore responsabilità. Egli sta chiedendo alle aziende e ad altri importanti consumatori di materie plastiche di rivelare quanta plastica utilizzano, nella speranza che la misurazione sia il primo passo per ridurre, riutilizzare e trovare alternative. Il suo " Plastic Disclosure Project " lanciato lo scorso ottobre, finalizzata alla riduzione globale di rifiuti di plastica e il cui scopo è emulare il successo del Carbon Disclosure Pro

Benefici, minacce e soluzioni per i nostri oceani

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Gli oceani portano la maggior parte del commercio mondiale, sono una fonte importante di cibo e di occupazione e contribuiscono a regolare il clima del pianeta, ma sono minacciati da inquinamento, pesca eccessiva e riscaldamento globale. I governi e i commerci sono sempre più consapevoli del valore degli oceani, ma stanno lottando per affrontare le molte minacce che mettono in pericolo i mari intorno al globo. Per affrontare la questione la Banca Mondiale sta studiando una nuova alleanza globale. Di seguito sono riportati alcuni fatti circa gli oceani del mondo, le minacce che devono affrontare e alcune delle soluzioni emergenti. BENEFICI Per il World Economic Forum (WEF) gli oceani sono il bene più prezioso della Terra, e il loro "capitale naturale" è enorme, contribuendo con 70 miliardi di dollari annuali al PIL globale. Il valore degli oceani fornisce servizi ecosistemici pari a 38 miliardi di dollari all'anno. Ad esempio, l'80% del nostro ossigeno viene da

La spazzatura dello tsunami giapponese viaggia verso la California

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Il risultato di ciò che ha causato il terremoto in Giappone di 11 mesi fa, si sta lentamente muovendo verso la California. Tutto quello che abbiamo visto nelle immagini in televisione, cioè case spazzate via dallo tsunami assieme a ponti, alberi, suppellettili e oggetti vari, stimato in 25 milioni di tonnellate di spazzatura si sta muovendo attraverso l'Oceano Pacifico in direzione della California. L'immane spazzatura non va di fretta, sta facendo un giro lento. Si pensa possa giungere sulle coste californiane non prima del 2014. Questo secondo quanto afferma l'oceanografo  Curtis Ebbesmeyer. La spazzatura che lo tsunami ha riversato in mare sta viaggiando a circa 7 mph; ma se un buon vento la colpisce, potrebbe viaggiare fino a 20 mph. Tutto quello che si muove nelle acque non rappresenta solo un mucchio di spazzatura, ma vi sono i resti della vita di tante persone. Persone reali che vivevano nelle case e guidavano le vetture che ora galleggiano nel mare. E come s

Great Pacific Garbage Patch: scene da un mondo alieno

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I soggetti delle fotografie di Mandy Barker che sembrano creature di un altro mondo sono in realtà molto più banali. Si tratta, infatti di reti da pesca abbandonate, bottiglie per detergenti liquido, bottiglie di plastica, spazzolini da denti, tubetti di dentifricio, una enorme zuppa di detriti di plastica sospesi in acqua sotto la superficie del  Great Pacific Garbage Patch , la più grande discarica del mondo di plastica che galleggia nell'Oceano Pacifico, che ha dimensioni inimmaginabili. Detriti che nell'insieme creano queste strane scene aliene. Ma anche se gli oggetti in questa foto non sono vivi, sono ancora pericolosi. La plastica si disintegra nel mare in piccolissimi frammenti, alcuni dei quali raggiungono dimensioni di singole molecole che finiscono inevitabilmente nello stomaco dei pesci e conseguentemente nella catena alimentare. Ovunque la spazzatura viaggia uccide la vita dell'oceano. Altre immagini QUI  su  io9.com Auspicandomi che mi venga conc

Spazio, allarme rifiuti

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Dopo il Great Pacific Ocean Garbage Patch la montagna di plastica nell'Atlantico , capace di provocare effetti disastrosi e i rifiuti sulla montagna più alta del mondo , adesso l'a llarme degli scienziati della Nasa va alla spazzatura spaziale,  che galleggia in  orbita e che ha raggiunto un livello critico  e potrebbe provocare danni fatali ad astronavi e satelliti, la quale essendo cos ì veloce potrebbe danneggiare una nave spaziale anche solo con piccoli detriti di vernice La NASA stima che una nube di detriti orbitali della Terra contiene più di 20.000 pezzi grandi come una palla da softball e più di 500.000 più grande di una biglia.   Questi numeri stanno crescendo a dismisura. Nel 2009 , ad esempio, un satellite russo e un defunto Iridium, un satellite Usa per le comunicazioni si sono scontrati tra loro e hanno prodotto almeno altri 2.000 pezzi di spazzatura spaziale.               Ad allertare l'ente spaziale, uno studio del National Research Council (pu

Brava Mrs Crowley!

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Si è messa in testa di liberare il grande minestrone di plastica galleggiante nell'oceano  ( Pacific Ocean's great 'garbage patch') . Si tratta della signora Mary Crowley, un entusiasta marinaio di lungo corso e avvocato, che l'estate scorsa, a bordo della sua maestosa nave a vela il Kaisei , ha avuto modo di vedere da vicino il Great garbage patch nel Pacifico.  In quell'occasione fu accompagnata da New Horizon , una nave di ricerca dello Scripps Institution of Oceanography di San Diego. Data la vastità dell'oceano, alcuni studenti universitari facenti capo al viaggio per Scripps erano pronti a trovare meno detriti plastici di quanto previsti. Ma dopo il viaggio il team di Scripps ha segnalato che la plastica effettivamente era là nel vortice e c'e n'era tantissima. Il Kaisei ha coperto 3.000 miglia marine dal 4 al 31 agosto, ed il suo equipaggio, lavorando giorno e notte, ha gettato in mare diverse reti a strascico, che una volta ritirate

E-waste: il prossimo grande problema dell'umanità, dopo la plastica

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Entro il 2016 i Paesi in via di sviluppo produrranno e-waste molto più del mondo industrializzzato.  Il livello di computer scartati, assieme ad altri rifiuti elettronici raddoppieranno nei paesi sviluppati entro i prossimi 6-8 anni.   Si prevede che nel 2030 i paesi in via di sviluppo scartino dai 400 ai 700 milioni di personal computer obsoleti all'anno rispetto ai 200 - 300 milioni dei paesi sviluppati. Eric Williams e colleghi citano un drammatico aumento dei proprietari di PC e di altri dispositivi elettronici in entrambi i paesi sviluppati e nei paesi in via di sviluppo. Nel contempo, il progresso tecnologico, sta riducendo sempre più la durata dei prodotti di elettronica di consumo, di modo che la gente si liberi dei prodotti elettronici, anzitempo. Questa tendenza induce ad una preoccupazione globale sulla sicurezza per l'ambiente per via dello smaltimento dei rifiuti elettronici, che contengono sostanze potenzialmente tossiche.   Gli scienziati hanno usato un mo

Aumenta la plastica negli oceani (video)

Ci sono parecchie creature inquietanti nell'oceano ... ma più terrificante della plastica non ce n'è nessuna... La Surfrider Foundation si è presa al cuore il problema, proponendo questo video, che mostra un oceano pieno di plastica, e una balena che sembra essere stata immersa nella spazzatura.

Una nuova isola di spazzatura galleggiante nell'Oceano Atlantico

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In molti hanno sentito parlare del Great Pacific Ocean Garbage Patch , ma pochi sanno che anche l'Atlantico vanta il suo bel Golem civilizzato, capace di provocare effetti disastrosi qualora sfuggisse di mano... Il variegato minestrone di spazzatura si trova a centinaia di chilometri al largo della costa nord-americana. Sebbene ne sia sconosciuta l'effettiva portata, si sa che copre uno spazio tra i 22 e i 38 gradi di latitudine nord, circa la distanza fra Cuba e la Virginia. Come accade per il Golem del Pacifico , la plastica può circolare nell'Oceano Atlantico per anni, portando con se rischi certi per la salute di pesci, uccelli marini e altri animali marini, che accidentalmente mangiano i rifiuti. Lo studio è stato svolto con il sostanzioso contributo di 7.000 allievi in Legge, che hanno fatte ricerche in viaggi appositi, i quali hanno potuto catalogare i reperti  in un catalogo che contiene la plastica galleggiante nell'Oceano, strettamente intrecciata con le