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In aumento i grandi gorilla di montagna

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I numeri dei gorilla di montagna sono aumentati sopra i 1.000: l'unica grande scimmia del mondo che si ritiene sia in aumento.  È uno degli animali più riconoscibili al mondo e uno dei più minacciati, ma un nuovo censimento rivela che la popolazione di gorilla di montagna sopravvissuta ha superato quota 1.000. Questo rappresenta un aumento del 25% dal 2010 nel cuore del massiccio del Virunga in Africa centrale. Inoltre, segna il successo di un intenso lavoro di conservazione in una regione lacerata da conflitti armati e in cui sei guardie del parco sono state uccise in aprile. Il censimento trova il maggior numero di gorilla di montagna mai registrato nel massiccio del Virunga I numeri globali di gorilla di montagna in grave pericolo di estinzione sono saliti sopra i 1.000. Lo rivela un nuovo sondaggio sulla grande scimmia del parco nazionale di Virunga, preziosissimo patrimonio UNESCO casa dei Gorilla di montagna L'aumento dei numeri mostra il successo degli sfor

L' isola di Socotra, patrimonio UNESCO, colpita da una violenta tempesta tropicale

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UPDATE   Il ciclone Mekunu si va rafforzando mentre avanza sull'Oman e già domattina dovrebbe avventarsi vicino a Salalah, la terza città più grande dell'Oman in cui vivono circa  200.000 persone.  Mekunu, che ha devastato l'isola yemenita di Socotra ora si sta avvicinando nella parte meridionale del sultanato. Le ultime osservazioni mostrano che il ciclone tropicale si è intensificato alla categoria 2," con alta velocità del vento, ha detto l'uffici meteorologico dell'Oman. Il centro di allerta ha affermato che l'occhio del ciclone si trova a soli 180 chilometri (112 miglia) da Salalah, la città principale della provincia di Dhofar, dove diverse città  sono state sferzate da forti piogge nelle prime ore di oggi, quando il centro del ciclone si è avvicinato alla costa. In preparazione del ciclone, da ieri sono stati messi in allerta la polizia e l'esercito e sono state chiuse le scuole fino a lunedì. La televisione di stato ha detto che l

Le Seychelles e il buon accordo con Leonardo DiCaprio

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Le Seychelles hanno annunciato un piano pionieristico di conservazione marina sostenuto da Leonardo DiCaprio come parte di un accordo di scambio di debito con i creditori. L'accordo, il primo del suo genere, è stato mediato da  The Nature Conservancy . La piccola isola dell'Oceano Indiano sta designando quasi un terzo delle sue acque, circa le dimensioni della Gran Bretagna, in un affare parzialmente finanziato da Leonardo DiCaprio allo scopo di assicurare la longevità della sua biodiversità unica. Le 115 isole dell'arcipelago sono state isolate dalle masse continentali per milioni di anni. L'atollo di Aldabra, sito Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO, ospita la più grande popolazione al mondo di tartarughe giganti, mucche di mare in pericolo di estinzione e terreni di riproduzione di una serie di specie rare, ma la pesca eccessiva lo ha danneggiato. Mercoledì scorso, il governo ha firmato un disegno di legge che limita quasi tutte le attività uma

Palmyra, la mitica città dell'imperatrice Zenobia

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Nelle case distrutte dell'antica Palmyra sventolano orgogliosamente le bandiere nere dello Stato Islamico. Anche sui templi della citta incantata, della sposa del deserto, come fu sopranominata, sventolano le bandiere nere. I combattenti dell'IS hanno preso Palmyra, distruggendo alcune moderne statue di gesso e sollevando la loro bandiera sull'antico castello che domina le rovine romane. I suoi resti antichi, invece, saranno, probabilmente, rivenduti all'Occidente, riempendo le loro casse, così con il petrolio e il gas dei suoi giacimenti. Palmyra significa avere il controllo di tutti i valichi principali tra l'Irak e la Siria e il controllo dell'unica via di accesso a sud ovest, su Damasco, dove il il presidente siriano Assad è come assediato nella sua capitale. E come se non bastasse, con la dovuta amplificazione che si da alla notizia, parte integrante della strategia, l'ISIS alza la posta, annunciando un attacco nel cuore dell'America, un'

Nepal: la terribile natura

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La natura è bellissima ma anche molto crudele. Quando scatena le sue forze, attraverso terremoti, alluvioni, tsunami fa terribilmente paura. E non sempre bisogna attribuire la colpa alle attività umane (anche se poi l'uomo ha sempre colpa) perché la Natura ciclicamente ce lo ricorda. Solo lei è capace di compiere cose così terribili. Il dopo terremoto di magnitudo 7.9 che ha scosso la capitale del Nepal e la Valle di Kathmandu, si sta rivelando devastante. Si sa che l'area è al più alto rischio sismico della Terra. La collisione tra l'India e il resto dell'Asia, iniziata 45 milioni di anni fa, è tuttora in corso. L'India, prima di cozzare contro l'Asia, ha compiuto un percorso di circa 5000 chilometri da sud verso nord, nell'Oceano Indiano, viaggiando ad una velocità di circa 10 centimetri all'anno. Dopo l'inizio della collisione, il suo movimento non è terminato ma è continuato per altri 2000 chilometri. Lo scontro, come si può notare in uno

Kenya: prospettive di un futuro più roseo dopo aver scoperto di avere tanta acqua sotto i piedi

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Nel Turkana nel nord, una delle zone più aride del Kenya, è stato scoperta una enorme fonte d'acqua che potrebbe fornire il paese per 70 anni. La scoperto è avvenuta nel deserto della regione del Turkana del Kenya, il Lotikipi Basin Aquifer contiene più di 250 miliardi di metri cubi di acqua dolce, ed è delle dimensioni di Rhode Island. In tutto, la regione ha almeno 250 miliardi di metri cubi di acqua dolce depositati in riserve sotterranee, che si riforniscono di 3,4 miliardi di metri cubi all'anno. I satelliti dell'Unesco hanno individuato altre 3 falde, che devono ancora essere esplorate.         La notizia è stata twittata dal ministro dell'Ambiente Judi Wakhungu. Questa ritrovata ricchezza di acqua apre una porta verso un futuro più prospero per il popolo del Turkana e per il Paese intero, che fino ad oggi, proprio per i terribili problemi legati alla siccità, ne ha fermato lo sviluppo. Le falde, estese centinaia di metri, sono state individuate grazie a u

The Tubbataha Reef: un angolo di paradiso da salvare

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The Tubbataha Reef Marine Park, si trova in una posizione unica nel centro del Mare di Sulu, Filippine, e comprende il Tubbataha Reefs e il Jessie Beazley. Protegge una superficie di quasi 100.000 ettari di habitat marino di alta qualità contenenti tre atolli e una vasta area di mare profondo. La struttura è sede di una grande varietà di vita marina. Balene, delfini, squali, tartarughe e napoleon fish sono tra le principali specie trovate qui. Gli ecosistemi delle barriere supportano oltre 350 specie di coralli e quasi 500 specie di pesci. La riserva protegge anche una delle poche colonie rimaste di uccelli marini di allevamento nella regione. Ebbene, 1000 metri quadrati di questo santuario marino considerato un patrimonio mondiale dell' UNESCO , sono stati gravemente danneggiati dall'arenamento di un dragamine della marina statunitense, il 68 metri USS Guardian  avvenuto il 17 gennaio. La guardia costiera filippina , la marina statunitense e gruppi di ambientalisti stann

Mali: una guerra inspiegabile?

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Dopo la guerra in Libia, ancora una volta la Francia ( con una spinta da Washington ) trascina la Ue in una nuova guerra neocolonialista nel Mali, contro i fondamentalisti islamici che hanno occupato questo paese. Ora, che si sostenga che le ragioni dell'intervento siano tutte all'interno del "quadro del diritto internazionale"... beh, lascia molti dubbi! Oppure che sia dipeso dal fatto che i combattenti di Al-Qaeda abbiano distrutto i  mausolei di Timbuktu nel Mali settentrionale, patrimonio mondiale dell'UNESCO, con l'intento di difendere la purezza della loro fede contro l'adorazione degli idoli... anche qui sorgono dubbi. Sappiamo che la Francia è uno dei più importanti paesi neocolonialisti (vedere immagine) e, come si dice sul  sito di un liceo , è alla ricerca di prestigio a livello internazionale e di nuovi commerci esteri. Le industrie (specie quella nucleare) hanno bisogno di materie prime e di uno sfogo per la mano d’opera.  Come conseg

Kenya: finalmente una buona notizia!

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Mesi dopo aver scoperto ricchi giacimenti di petrolio nel Turkana County, Kenya, ora è emerso che la regione,  una delle più aride del Paese, ha  nel sottosuolo miliardi di litri di acqua. Secondo le Nazioni Unite il Kenya è classificato come "paese ad alto stress idrico" dove oltre l'80 per cento delle persone non ha accesso all'acqua potabile. Secondo il direttore del Water Resources John Nyaoro, la ricerca, sostenuta dall'Unesco e finanziata dal governo giapponese, aveva indicato che c'erano   enormi fiumi sotterranei nel nord-oves t del Paese,  e che ora " Attraverso l'uso della tecnologia radar satellitare, siamo venuti a sapere che il Kenya ha oltre 60 miliardi di metri cubi di acqua sotterranea, la cui maggior quantità è nella zona del Turkana " ha spiegato John Nyaoro, aggiungendo inoltre che sono in corso i piani  per avviare la trivellazione nella zona, in modo da affrontare la grave carenza d'acqua che grava sull'intera

Marsiglia: si è aperto il Forum Mondiale sull'acqua

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Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, l'aumento senza precedenti della domanda di cibo, la rapida urbanizzazione e il cambiamento climatico stanno significativamente minacciando le risorse idriche globali. Urge, quindi, un approccio radicalmente nuovo alla gestione di questa risorsa essenziale, necessaria per  sostenere i livelli di consumo futuri. The U.N. World Water Development Report , che verrà lanciato in occasione del Forum Mondiale dell'Acqua a Marsiglia, apertosi ieri e che durerà sin al 17 c.m., stima che ci sarà un 70 per cento di aumento della domanda di prodotti alimentari entro il 2050, portando ad un aumento del 19 per cento dell'acqua utilizzata in agricoltura. Attualmente, il 70 per cento dell'acqua dolce viene utilizzato per scopi agricoli. " L'acqua dolce non viene utilizzata in modo sostenibile, in base alle esigenze e alle richieste. In questo contesto, il futuro è sempre più incerto e questo induce ad approfondire i rischi " h

La lenta agonia del lago Orumiyeh

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La minaccia di una catastrofe ecologica planetaria sta per abbattersi sul terzo lago salato del mondo. Dopo la tremenda agonia del lago d'Ara l, situato tra Kazakistan e Uzbekistan, è la volta del lago Orumieh, il più grande lago del Medio Oriente, nel nord-ovest dell'Iran, nella parte dell'Azerbaijan, che per responsabilità del governo di Teheran,e con lo zampino del global warming, priverà la regione di importanti risorse ittiche e turistiche, lasciando sul terreno milioni di tonnellate di sale e di sabbia salata che i forti venti presenti nel luogo trasporteranno nei campi agricoli distruggendo raccolti e ogni forma di vita.  Ovvia la protesta di migliaia di manifestanti nelle settimane scorse a Tabriz e Orumiyeh, duramente represse dal governo iraniano, come mostrano molte pagine su Facebook. Il movimento verde invita gli iraniani a manifestare per la sopravvivenza del lago e in solidarietà con il popolo azerbaijano, allo stadio Azadi di Teheran nella giornata di oggi

Yellowston: un altro grave disastro ambientale da aggiungere alla lista?

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La rottura di un oleodotto della compagnia ExxonMobil , avvenuta tra Laurel and Billings, nel Montana, che sta interessando in particolar modo il Parco nazionale di Yellowston , il più antico del mondo, simbolo dell'ambientalismo americano, si quello di Yoghi e Bubu che han fatto divertire milioni di bambini e dichiarato dall' Unesco patrimonio dell'umanità , sta subendo un ulteriore disastro ambientale causato dall'oro nero, che bisognerà aggiungere alla lista qui presente . Per la Exxon , sono 160 mila i litri di greggio riversati nello Yellowstone river, la cui fonte è situata nell'omonimo parco nazionale. Per il governatore del Montana la quantità di greggio riversata nel fiume è molto di più di quella dichiarata dalla Exxon. Il colosso petrolifero ha assicurato di aver interrotto il flusso di greggio chiudendo la condottura, mentre squadre di tecnici hanno lavorato incessantemente per mettere in sicurezza l'area. Tuttavia, sinora, gli sforzi per

Il solstizio d'estate festeggiato a Stonehenge

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A Stonehenge , luogo di pellegrinaggio per gli accoliti di numerose religioni neopagane, costruito nella pianura di Salisbury, in Gran Bretagna,  le prime luci dell'alba hanno richiamato attorno alle famose pietre oltre 20 mila persone festanti per salutare il sorgere del sole, che in questo giorno, sebbene in Europa il clima sia tutt'altro che estivo, coincide con il solstizio d'estate. A parte qualche fermo per possesso di droghe leggere, tutto si è svolto senza incidenti. Un forte applauso e cori di approvazione hanno saluto alle 4 e 52  la nascita del sole, in perfetta linearità con le tavole di pietra (dolmen) all'esterno dei cerchi. Quando il sole sorge tutto diventa incantevole in questo mistico e magico luogo circolare (cerchio di Callanish) , associato in qualche modo alla leggenda di re Artù (a capo dei festaioli c'era un druido che crede di essere l'incarnazione del vecchio re) e composto da grosse pietre erette (menhir) , conosciute come megal

Il crollo della civiltà di Angkor è dipeso dal clima

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La rivista Proceedings of the National Academy of Sciences ha pubblicato uno studio, compiuto dai ricercatori del Lamont-Doherty Earth Observatory della Columbia University in cui s'ipotizza che la decadenza dell'impero khmer e della sua capitale Angkor , una delle antiche civiltà della Cambogia, sia cominciata cominciata nel 14° secolo, per colpa di decenni di siccità, intervallate da intense piogge monsoniche. Lo studio potrebbe anche far luce su ciò che spinge - e interrompe - la stagione delle piogge in gran parte dell'Asia, che allaga i raccolti di quasi metà della popolazione mondiale. Gli storici hanno proposto varie spiegazioni sulla caduta dell'impero che si estendeva su gran parte del Sud-est asiatico tra il IX e il XIV secolo, dalla deforestazione ai conflitti con i regni rivali. Ma il nuovo studio offre la prova ben più fondata che due gravi siccità, caratterizzate da periodi di piogge monsoniche, possono avere indebolito l'impero riducendo le for

La Grande Moschea di Djenné

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IN GIRO PER IL MONDO La Grande Moschea di Djenné , progettato dall'architetto Ismaila Traoré, capo della corporazione dei muratori di Djenné, è stata costruita tra il 1906 e il 1907, su un basamento a forma rettangolare con mattoni di fango essiccati al sole, che sono tenuti insieme da malta di fango e intonaco di fango. Le pareti variano di spessore fra i 16 e i 24 centimetri, a seconda della loro altezza. Le mura massicce sono necessarie per sopportare il peso della struttura alta e anche per fornire l'isolamento dal calore del sole. Durante il giorno, le pareti riscaldano gradualmente dalla parte esterna, mentre la notte, si raffreddano di nuovo. Il corridoio di preghiera della moschea, con novanta colonne di legno che sostengono il soffitto, può contenere fino a 3000 persone. Ciò aiuta l'interno della moschea a rimanere fresco per tutto il giorno. La grande moschea inoltre ha delle aperture sul del tetto con con tappi in ceramica. Queste protezioni, fatte dalle donne