Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta uragani

Previsione sugli uragani: ne è stata fatta di strada

Immagine
Città dilaniate, migliaia di persone sfollate, strade insormontabili e una ricerca dei dispersi e dei morti in macerie che si estende per miglia. Sono gli effetti disastrosi lasciati dall'uragano Michael .  È un meteo estremo quello che stiamo sopportando negli ultimi anni, che porta a uragani e tornado devastanti,  anche in Europa dove, secondo il NOAA ( National Oceanic and Atmospheric Administration) è previsto l'uragano Leslie che si sta dirigendo rapidamente verso il Portogallo mettendo in allerta anche la Spagna. Chiunque legga le notizie dopo il passaggio dell'uragano Michael sa quanto può essere devastante un singolo uragano. Quindi non sorprende che, fino a non molto tempo fa, l'enfasi di chi si occupa di previsioni fosse sulle singole tempeste: se si sarebbe formato un uragano, dove si sarebbe diretto e quando emettere un ordine di evacuazione. foto scattata dall'astronauta Rickey Arnold Ma oggi, grazie al lavoro di William Gray , che ha

Si apre tra poche ore la Conferenza sul clima di Bonn (COP23)

Immagine
Un rapporto diffuso dall'amministrazione Trump, in tema di cambiamenti climatici, consta di ben duemila pagine di diagnosi atte a certificare un aumento medio delle temperature globali di un grado negli ultimi 115 anni e la malattia, per le 13 agenzie federali che l'hanno preparata, sono l'attività umana e in particolare le emissioni dei gas che provocano l'effetto serra. Lo si vede dall'aumento dei fenomeni meteo estremi:  gli oceani  riscaldati alimentano la furia di uragani e cicloni senza precedenti in tutto il mondo. Incendi, ondate di caldo e siccità, innalzamento del livello del mare dovuto allo scioglimento dei ghiacci, che già minaccia, dati alla mano, molte zone costiere degli Stati Uniti. Il rapporto prescrive anche la cura: una significativa riduzione delle emissioni ma gli Stati Uniti, per ora, hanno intrapreso un'altra strada. uscendo dall'Accordo di Parigi firmato nel 2015, proprio per questo. In questo periodo dell'anno le nazion

E' cominciata l'era afosa...

Immagine
L'incertezza del futuro del nostro pianeta dipende soprattutto dall'uomo e i pericoli di tutto questo li stiamo vedendo ormai da qualche anno. Calamità naturali devastanti, uragani, fenomenti atmosferici anomali che diventano normali, lunghi periodi di siccità e rischio d'innalzamento dei livelli dei mari che potrebbero cancellare intere zone costiere nel mondo. A pochi giorni della XXIII Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite, che si terrà a Bonn a partire dal 6 novembre, il cui principale obiettivo é tradurre in azioni concrete i punti dell'accordo di Parigi del 2015... uno studio pubblicato dal World Meteorological Organization (WMO) rivela dati sconcertanti sulla concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera del 2016. Dati mai visti, una crescita esponenziale che ha stupito persino i ricercatori: un aumento del 50 per cento superiore alla media degli ultimi 10 anni. Questo impressionante aumento delle temperature ha avuto tra i res

Stati Uniti: l'uragano Harvey mette paura

Immagine
Sul finire della stagione degli uragani, ancora una volta nel famigerato Golfo del Messico, si sta formando un uragano che, secondo gli esperti potrebbe diventare spaventoso. Milioni di persone si stanno preparando ad affrontarlo poichè si prevede una battaglia prolungata che potrebbe sconvolgere decine di contee a più di 100 miglia nell'entroterra. Sette contee costiere da Corpus Christi all'estremità occidentale di Galveston hanno ordinato le evacuazioni obbligatorie di alcune aree. L'ultima forte tempesta che ha colpito gli Stati Uniti fu l'uragano Wilma nell'ottobre 2005 in Florida. Harvey, questo è il nome assegnato all'uragano che fa tanta paura, è cresciuto rapidamente da una depressione tropicale in uragano di categoria 1. I cicloni tropicali sono come dei motori, ma invece di combustibile hanno bisogno di aria calda e umida per sopravvivere. Il primo ingrediente per la formazione dei cicloni tropicali è la formazione delle calde acque oc

Come cominciano gli uragani?

Immagine
Negli Stati Uniti dal 1° giugno è iniziata la stagione degli uragani, anche se il termine uragano viene utilizzato solo per le grandi tempeste sull'oceano Atlantico, il Golfo del Messico e l'Oceano Pacifico Orientale. Il termine scientifico utilizzato dai meteorologi è " ciclone tropicale ". Altri nomi sono dati a queste tempeste a seconda del luogo dove si formano. Per esempio, le tempeste che si formano nell'Oceano Pacifico occidentale sono chiamati tifoni . Ma a prescindere dal nome, ognuna di queste tempeste ha bisogno degli stessi ingredienti per formarsi. I cicloni tropicali sono come dei motori, ma invece di combustibile hanno bisogno di aria calda e umida per sopravvivere. Il primo ingrediente per la formazione dei cicloni tropicali è la formazione delle calde acque oceaniche. La temperatura dell'oceano deve essere di almeno 80 gradi e non solo in superficie ma circa 165 piedi (50 metri) in basso! Il secondo ingrediente per un ciclone t

Gray Swan, la super tempesta del futuro improbabile ma possibile

Immagine
Un nuovo studio prevede che il riscaldamento globale potrebbe riservare fenomeni estremi come non si sono mai visti prima. Entro la fine del secolo, il cambiamento climatico potrebbe aumentare notevolmente il rischio di danni causati da tempeste inattese. Gli uragani e le mareggiate diventeranno più intensi nel corso del prossimo secolo. Secondo i  nuovi modelli sviluppati dai ricercatori del Princeton and Massachusetts Institute of Technology le probabilità di queste tempeste aumentano con il cambiamento climatico. Li hanno chiamati, chissà perchè, Black Swan e Gray Swan (Cigno nero e cigno grigio). I Black Swan sono fenomeni catastrofici inaspettati che hanno un impatto enorme, che nessuno vede venire, mentre i Gray Swan , sono fenomeni estremi altamente improbabili, super-tifoni per i quali non c'è nessun precedente storico, ma che potenzialmente potrebbero ancora essere previsti. Nessuna delle recenti tempeste più gravi che la maggior parte ricorda: gli ura

Parigi Cop21: l'ultima chance per cambiare le cose...

Immagine
" Non appartiene all'uomo che cammina nemmeno di dirigere il suo passo" (Geremia 10:23).  Nel corso dei secoli i passi dell'uomo sono spesso stati fallaci. L'uomo non potrà mai liberarsi delle sue ambizioni, dei suoi sogni di gloria, dei suoi interessi personali, del suo sentirsi onnipotente. Seguendo i suoi istinti l'uomo ha sempre avuto voglia di dominare, di contrastare, d'imporsi con violenza sugli altri, di scatenare guerre, di fregarsene del pianeta che ha continuato a saccheggiare, inquinare, impoverirlo delle sue risorse, agendo di solito insensatamente. Per fortuna il pianeta Terra ha dimostrato una straordinaria resistenza e stabilità nell'ospitare la vita, almeno fino ad ora. Ma se si continua così, con questo caldo bestiale che toglie il respiro, se l'uomo non porrà regole nuove, più efficaci, non si sa bene come andrà a finire. Attualmente ogni anno viene emessa una quantità esorbitante di anidride carbonica in atmosfera corris

Da pazzi: 10 milioni di dollari al minuto per i combustibili fossili

Immagine
I combustibili fossili sovvenzionati da 10 milioni di dollari al minuto .  Questa è la scioccante notizia rivelata dal Fondo Monetario Internazionale. Secondo una sorpendente nuova stima da parte del Fondo Monetario Internazional e, le compagnie di combustibili fossili stanno beneficiando di sovvenzioni globali di $ 5.3tn (£ 3.4tn) all'anno, equivalenti a 10 milioni di dollari ogni minuto di ogni giorno. Una sovvenzione superiore alla spesa sanitaria totale di tutti i governi del mondo. Il vasto sussidio deriva in gran parte da chi inquina e non paga i costi imposti dai governi sulla combustione di carbone, petrolio e gas.  Questi includono i danni causati alle popolazioni locali per l'inquinamento atmosferico, nonché alle persone di tutto il mondo colpite da inondazioni, siccità e uragani derivanti dal cambiamento climatico. I contribuenti statunitensi sovvenzionano le più grandi aziende di combustibili fossili del mondo. Lord Nicholas Stern , un eminente econom

Uragani 2014 negli USA

Immagine
Oggi, nel giorno dell'indipendenza americana, quando l'uragano Arthur ha già toccato le coste degli Stati Uniti all'altezza della Carolina del Nord, creando non pochi problemi a New York, milioni di americani della costa est si preparano al temuto impatto col primo uragano che apre la stagione nordamericana. Alcuni rapporti da parte del NOAA ( National Oceanic and Atmospheric Administration), a proposito dell'uragano Arthur, hanno iniziato menzionando il riscaldamento globale. Qui la diatriba tra le diverse correnti scientifiche come sappiamo è infinita. Per il NOAA il 2014, sostenuti dall'Oceano Atlantico, verranno sperimentati tra le otto e 13 tempeste chiamate tropicali, 3-6 uragani normali e 1-2 uragani più rilevanti, superiori alla categoria 3. Inoltre, sembra che grazie agli effetti del fenomeno meteorologico El Niño che si diffonde wind shear  (  ( variazione di velocità ed intensità del vento )  tutto il bacino Atlantico, verrà inibitala crescita d

COP 18 a Doha: il solito atteggiamento sparagnino che non risolve niente

Immagine
Dal nostro inviato a Doha, Qatar, John Keyman. Il punto sul riscaldamento globale, la riduzione sulle emissioni di gas serra, l'adempimento degli impegni assunti dai singoli governi. Sono questi i temi in discussione alla 18° Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si sta svolgendo a Doha, Qatar, dove sino al 7 dicembre, 17 mila delegati in rappresentanza di 190 Paesi e organismi internazionali discuteranno sul come porre le basi di un nuovo accordo globale per combattere l'innalzamento delle temperature d'adottare entro il 2015. I negoziati sul clima di Doha (COP 18) rischiano di essere un altro braccio di ferro tra il nord e il sud del pianeta, tra le nazioni sviluppate e quelle in via sviluppo, dove ciascuno è in attesa che qualcuno si prenda la leadership. Nel frattempo, gli eventi meteorologici estremi, il record di fusione del ghiaccio marino artico e gli avvertimenti catastrofici continuano ad accumularsi sulla scia del super uragano

Il lato peggiore del global warming

Immagine
Gli scienziati del clima di mezzo mondo si domandano se il tempo meteorologico che stiamo subendo sia solo bizzarria o qualcosa di più. Se si vuole un assaggio di alcuni dei peggiori lati del riscaldamento globale, dicono, basta dare  un'occhiata al meteo degli Stati Uniti nelle ultime settimane. Ma anche da noi, ciò che accade con Scipione, Caronte e Minosse non è certo uno scherzo! Orrendi incendi, ondate di calore opprimenti, siccità devastanti, inondazioni da diluvi giganti e una potente tempesta di strano vento strano chiamato derecho, cioè una banda di tempeste che ha venti di almeno 50 nodi (58 mph o 93 km / h) e che si verificano soprattutto in estate, specialmente nei mesi di giugno e luglio nel nell'emisfero settentrionale. Questi sono i tipi di estremi che gli esperti hanno predetto che arriveranno con il cambiamento climatico, anche se è troppo presto per dire che è la causa. Né dicono che il riscaldamento globale è la ragione per cui sono stati istituiti 3.21

Uragani prossimi venturi: il segreto più custodito

Immagine
Da diversi anni le condizioni climatiche mondiali stanno modificandosi senza alcuna ragione apparente se non quella di attribuirne le cause al riscaldamento globale. Ad oggi, purtuttavia, molti scienziati del clima non trovano punti d'accordo con altri colleghi sul perché si verificano condizioni meteo sempre più ad alta intensità. Sembra che uno dei segreti più custoditi presso il Climate Prediction Center è la previsione della pre-stagione atlantica degli uragani. Esce il 24 maggio di quest'anno, e non un giorno prima. L'agenzia tace fino ad allora. Il segreto è un ordine dato dagli alti vertici del National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa), ed è non solo per l'effetto drammatico. L'agenzia sa che gli uragani sono in grado di influenzare i mercati dei futures e del settore assicurativo. Da quanto trapela negli ambienti meteorologici si che da quest'anno il passaggio de La Nina e El Nino potrebbero alterare profondamente i modelli di tem

Gli uragani diminuiscono dopo le eruzioni vulcaniche

Immagine
Uno studio, pubblicato lo scorso mese sul Journal of Geophysical Research, afferma che si possono ridurre il numero e l'intensità delle tempeste in Atlantico per un massimo di tre anni, grazie alle eruzioni di vulcani di grandi dimensioni. Lo studio ha esaminato l'impatto dell'eruzione del El Chichon in Messico del 1982 e del Pinatubo nelle Filippine nel 1991. Nell'anno successivo ad ogni eruzione, sia la frequenza e l'intensità degli uragani sono stati ridotti di circa la metà, rispetto all'anno precedente, ha detto l'autore dello studio Amato Evan, un ricercatore del clima presso l'Università della Virginia. Le eruzioni vulcaniche di grandi dimensioni come queste possono ridurre le temperature globali rilasciando enormi quantità di biossido di zolfo nello strato dell'atmosfera chiamata stratosfera. Là il gas reagisce con l'acqua per formare piccole goccioline, o aerosol, di acido solforico. Queste particelle riflettono un po' di luc

Clima: gli scienziati prevedono tempeste future più intense

Immagine
Secondo la tradizione, tempeste come la tempesta tropicale Lee si suppone accada, forse, una volta ogni 100 anni. Tuttavia, nel momento in cui si verificò questa tempesta, appena 10 giorni dopo si scatenò un'altra potente tempesta, l'uragano Irene, tant'è che la popolazione del nordest della Pennsylvania, che ne fu colpita, si chiese se i modelli meteorologici erano cambiati. Oppure, se si trattava solo di sfortuna. Il gruppo di esperti dell' Intergovernmental Panel on Climate Change composto, tra l'altro, da un gruppo di scienziati vincitori del Premio Nobel provenienti da ogni parte del mondo, dicono che molto probabilmente le  forti precipitazioni diventeranno più frequenti in tre aree del globo: le regioni polari, i tropici e le medie latitudini del nord in inverno. Il rapporto del Intergovernmental Panel on Climate Change , pubblicato il 28 marzo, è stato scritto da 220 scienziati provenienti da 62 paesi e si occupa di gestire i rischi da eventi meteor

Global warming: che futuro ci aspetta?

Immagine
Per un mondo già stanco di catastrofi meteorologiche, l'ultimo avvertimento da parte degli scienziati del clima  dipinge un futuro cupo: più alluvioni, più ondate di calore, più siccità e maggiori costi per affrontare il problema. Oltre ad una economia globale in piena crisi, si prevede un futuro con più fenomeni meteorologici estremi. Che allegria, amici! Una bozza riassuntiva della relazione scientifica internazionale ottenuta da The Associated Press, la cui versione definitiva verrà rilasciata in poche settimane, dopo una riunione in Uganda, sostiene  che gli estremi causati dal riscaldamento globale potrebbero diventare più gravi da far si che alcuni luoghi diventino "sempre più marginali come luoghi in cui vivere." Bufere di neve, monsoni, ondate di calore, incendi, siccità, inondazioni e cicloni sono diventati più frequenti del passato, dice il rapporto del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici. Gli scienziati hanno detto che erano sicuri al

Stati Uniti: "il corridoio dei tornado"

Immagine
Quantunque gli scienziati di ogni parte del mondo si affannino nella ricerca delle cause climatiche che stanno  imperversando sul nostro pianeta, sinora, risultati soddisfacenti e quindi rassicuranti sono ben lungi dall'essere stati raggiunti.  Dopo il tremendo terremoto in Giappone, che rientra nella logica delle cose poiche quest'isola martoriata  si trova proprio sulla Ring of Fire; dopo lo tsunami mostruoso che ne è scaturito, e che ha fatto spostare l'asse terrestre , dopo le inondazioni, le piogge torrenziali ... ora gli impossibili uragani che hanno devastato gli Stati Uniti da nord a sud , come Georgia e Virginia, e attraverso la fascia dal Michigan all'Alabama, quella chiamata dai meteorologi " Tornado Alley ", il "corridoio dei tornado", perché in questa zona spesso prendono forma e forza questi particolari fenomeni atmosferici a forma d'imbuto. Mai però, i tornado erano stati così intensi e distruttivi. In poco più di 24 ore

Il ritorno de La Nina

Immagine
Devastata e piegata dalle alluvioni che da mesi l'affliggono, la Colombia fa i conti con le vittime ma soprattutto guarda alle migliaia di sfollati. Le piogge torrenziali che hanno colpito le cittadine vicino alla capitale Bogotà non accennano a fermarsi. I fiumi in piena hanno travolto case, distrutto ettari di terreni agricoli, e costretto i residenti a stare in rifugi di fortuna. Per non parlare poi del tornado che ha colpito St. Louis , Missouri, che ha mostrato la sua potenza devastante soprattutto all'aeroporto, quando una forte tempesta ha scardinato un aereo dal suo alloggiamento, sollevando in aria il tetto del terminal, facendo diventare come schegge impazzite le lastre di vetro che facevano da copertura.  E' solo l'ultimo di un numero record di tornado che hanno colpito tutto il Paese in questo mese, per non parlare di siccità storiche e incendi in Texas, freddo record a Seattle e neve e  inondazioni nel Middle West... Ma questo è anche l'anno d

L'arrivo dell'uragano Alex nel Golfo del Messico preoccupa gli esperti

Immagine
Alex, la prima tempesta della stagione atlantica 2010 si è formato nei Caraibi occidentali ed è giunto gia nel Belize, in America centrale, accompagnato da venti che soffiano oltre i 95 chilometri orari. Secondo gli esperti Alex dovrebbe attraversare lo Yucatan e poi disperdersi senza creare problemi. Tuttavia, sebbene l'arrivo della tempesta si stia spostando verso ovest-nord-ovest, lontano dal luogo del disastro della British Petroleum , sta tenendo lo stesso il Messico e gli Stati Uniti col fiato sospeso, in quanto potrebbe diventare un uragano nelle prossime 48 ore, e potrebbe  mutare direzione improvvisamente, andando perciò ad ostacolare le già difficili operazioni di contenimento della marea nera. Il timore che Alex possa riacquistare forza una volta giunto sulle acque calde al largo delle coste del Messico, ha costretto la Bp a far evacuare i suoi dipendenti dalla zona. Un forte vento potrebbe distribuire il petrolio su un'area più estesa, trasportandolo nel li

Si chiamerà Alex il primo uragano della stagione atlantica

Immagine
Secondo il National Hurricane Center , un sistema meteo a circa 800 chilometri sud ovest delle Bermuda, ha circa il 30% delle probabilità, di diventare la prima tempesta della stagione atlantica, che si apre ufficialmente il primo giugno e si chiude il 30 novembre.  Il sistema, che sta producendo pioggia e temporali su una vasta aerea, secondo il bollettino emesso dal centro uragani, dovrebbe spostarsi verso nord-nord-ovest, ed ha una probabilità media di diventare ciclone tropicale o subtropicale durante le prossime 48 ore. Se la tempesta dovesse ruotare dalla sua attuale posizione, per lei già è pronto il primo nome di tempesta della stagione atlantica, che corrisponde ad Alex , a cui faranno seguito poi Bonnie, Colin, Danielle, Earl, Fiona ... Le previsioni dicono che quest'anno dovrebbero esserci dalle 14 alle 18 tempeste, con venti superiori alle 39 miglia orarie. Secondo i ricercatori della North Carolina State University , tra le otto e undici di queste tempeste potrebbe

La Nina... questa terribile sconosciuta.

Immagine
Sulla scia di El Nino , che quest'anno si è fatto sentire con piogge eccessive in Brasile; con una siccità devastante in un'ampia fascia del sud est asiatico, mettendo a dura prove le economie di una regione, considerata il più grande produttore mondiale di olio di palma, riso e gomma e uno dei principali fornitori di caffè e cacao, ove la scarsità delle precipitazioni ha fiaccato la resa di aziende agricole e piantagioni; distruggendo 500.000 tonnellate di mais nelle Filippine; costringendo la Thailandia, il più grande esportatore di riso al mondo a tagliare d'un 5% la stima della principale coltura del cereale compromesso dalla siccità e dalla diffusione dei parassiti; spaventando l'India, dove anche se El Nino non ha inciso come lo scorso anno, che non aveva visto un fenomeno così devastante da 37 anni , ma lascia tuttora piuttosto scettici gli analisti, che temono una spinta verso l'alto dei prezzi interni e mondiali di cereali, zucchero, semi oleosi e lenti