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Visualizzazione dei post con l'etichetta violenze

O ci mettiamo tutti a sfasciare vetrine, oppure...

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O ci mettiamo tutti a sfasciare vetrine, negozi, centri commerciali con mazze da baseball, catene, spranghe, dando fuoco a automobili, cassonetti dei rifiuti, motorini e quant'altro, con l'unico scopo di distruggere ogni cosa che ci capita a tiro, guereggiando con le forze dell'ordine che hanno l'ingrato compito di riportare l'ordine, o ritorniamo in noi e affrontiamo meno nervosamente la questione. Nel primo caso, quello che ci aspetta è solo la distruzione di ogni cosa, il baratro che ci risucchia nel vortice di una violenza senza fine che apparentemente sembra giustificabile, o altrimenti affrontiamo il problema di petto e lo risolviamo con i mezzi che questa società ci mette a disposizione: comunicazione e mercati . Io sono per quest'ultima ipotesi. Viviamo in una società capilistica, probabilmente con qualche difetto, visto che, da come si può vedere in questa crisi economica, sono i mercati a comandare più che gli uomini volenterosi. Quanto accaduto

Siria, a quando l'intervento militare?

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Sebbene la comunità internazionale tentenni, l'intervento militare in Siria non è una possibilità remota. Lo ipotizza il ministro degli esteri britannico, dando voce ad una situazione che è degenerata oltre ogni limite e ha fatto si che dopo l'Italia, anche la Germania chieda l'intervento delle Nazioni Unite. Anche la Russia, il cui veto, unito a quello della Cina, ha sin qui impedito che le nazioni Unite adottassero una risoluzione più ferma nei confronti di Bashar al Assad, ha fatto sentire la sua voce definendo inaccettabile l'uso della forza contro i civili.  Il giorno dopo il massacro di Hama ,  avvenuta alla vigilia del Ramadan , dove i carri armati sono entrati all'alba sparando 4 colpi al minuto travolgendo uomini e barricate, e dove le migliatrici hanno falciato la folla lasciando a terra anche donne e bambini, la situazione sta portando il paese alla guerra civile. Hama , città simbolo della rivolta siriana e già teatro nel 1982 di una cruenta r

Congo: la fuga violenta degli stupratori

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Donne stuprate e altre violenze fisiche subite dagli abitanti di un villaggio della repubblica Democratica del Congo. Lo ha denunciato Medici senza Frontiere , dopo aver notato quante erano le persone che avevano subito violenze per farsi curare: più di 100 le vittime picchiate e stuprate in soli due giorni. Oltre 60 donne sono state violentate dai militari dell'esercito congolese fuggiti da una base militare a 10 chilometri (sei miglia) da Fizi. Lungo il loro percorso, questa armata brancaleone abbandonata da tempo in mezzo al deserto e formata da reggimenti diversi, compresi gruppi locali armati, è sospettata di aver violentato più di 150 donne e ragazze nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo. Il processo di integrazione nelle forze armate è iniziato dopo una guerra regionale che  ha devastato la Repubblica Democratica del Congo tra il 1998 e il 2003 e il nuovo esercito manca ancora di formazione e di disciplina. La Repubblica Democratica del C

Costa d'Avorio: intervento armato dell'Onu

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La situazione in Costa d'Avorio sta precipitando e dopo quello libico si sta aprendo un altro fronte di guerra in uno dei paesi più ricchi di risorse naturali dell'Africa, tra cui il cacao (esporta il 40% di cacao prodotto nel mondo), diamanti, petrolio , manganese, ferro, cobalto, bauxite, rame...  Sconvolto da una guerra civile che conta già centinaia e centinaia di vittime, quasi tutti civili, voluta principalmente da Laurent  Gbagbo , il presidente che non vuole lasciare il suo posto nonostante la pesante sconfitta alle elezioni del 28 novembre (l'80% dei voti è andato all'altro contendente Quattara), il paese si avvia ad assistere ad un nuovo intervento militare in Africa.  Al momento Gbagbo controlla ancora la tv, e ne approfitta per farsi vedere determinato, invitando inoltre i civili a formare uno scudo umano intorno al (suo) palazzo presidenziale.  Gia nei giorni scorsi i suoi uomini, sguinzagliati per le starde in scontri casa per casa, sono stati a

Feroce massacro a colpi di machete in una notte nigeriana

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Tremenda vendetta, terrore, macabri massacri nei pressi della città di Jos nello Stato del Plateau, al centro della Nigeria.   Secondo la Human Rights Watch , la lega dei diritti umani, le vittime sono state almeno 250, ma altre fonti parlano di 500, quasi tutti contadini del gruppo etnico locale Berom, prevalentemente cristiano. Ad attaccarli, con assalti in tre villaggi, bande di pastori di etnia Fulani, del nord  del Paese, a maggioranza islamica, ma anche altri musulmani del Nord dello Stato del Bauchi.  Sono scesi col favore del buio dalle montagne armati di machete, pieni di livore (per i 400 morti di gennaio , uccisi, sempre nella zona di Jos, durante altri scontri a parti invertite, la cui miccia fu la costruzione di una moschea in un quartiere cristiano) , ed eccitati dal massacro imminente. Hanno cominciato a sparare nelle case, per costringere la gente ad uscire, che in preda al terrore è uscita all'aperto per essere... massacrata a colpi di machete . Sebbene il p

Bambini soldato: una vita disperata

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Ieri sera sul piccolo schermo, precisamente su Italia Uno, è stato trasmesso il film " Blood diamond " (diamanti insanguinati) , che quando 2 anni fa uscì nelle sale cinematografiche fece scendere in campo persino Nelson Mandela , il carismatico leader africano, il quale si mostrò molto preoccupato della grande risonanza che ottenne il film in quanto temeva che fungesse da mezzo di destabilizzazione in quei paesi africani produttori di diamanti. La storia, avventurosa e crudele, mostra cosa si nasconde dietro il commercio dei diamanti, i quali, probabilmente, se non ci fossero le donne sarebbero considerati dei semplici sassolini... Ma al di la di queste preziose pietre, portatrici di spietate guerre in diversi paesi africani ed asiatici, il film pone in evidenza anche il dramma dei bambini soldato. Secondo il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (UNICEF) , ogni anno quasi 10 milioni di bambini muoiono per cause prevenibili prima del loro quinto compleanno.