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Israele: per fortuna stavolta il blocco navale ha funzionato

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Intercettata stamane verso l'alba, dai militari israeliani, la nave irlandese Rachel Corrie, dal nome dell'attivista statunitense rimasta uccisa nella striscia di Gaza, durante l'Intifada  di Al Aqsa, il 16 marzo 2003, nel tentativo d'impedire che un bulldozer dell'esercito israeliano distruggesse alcune case palestinesi, è stata costretta ad arrendersi e a dirottare verso il porto israeliano di Ashdod. La nave irlandese, carica di aiuti umanitari, dopo due ore di tentennamenti, ha dovuto obbedire all'ultimatum della marina israeliana, che le intimava di cambiare rotta, in quanto stava entrando in un'area di ostilità sottoposta a un blocco navale, invitando pertanto i pacifisti a bordo, a guidare l'imbarcazione nel porto di  Ashdod e a trasferire gli aiuti umanitari in coordinamento con le autorità israeliane attraverso i valichi di terra. Affinchè collaborassero, i pacifisti a bordo della Rachel Corrie, che avevano a bordo tra l'altro due grosse p

Riflessioni d'inizio giugno

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Il fattaccio di sangue avvenuto nel Mediterraneo, di fronte alle sponde dello stato d'Israele, è molto grave e merita un severo ammonimento. Questo, poichè la vita umana, sebbene sia considerata carne da macello, è ancora molto importante, qualunque sia il colore della sua pelle o la sua estrazione sociale.  Assassinii, stermini, massacri, violenze dovrebbero essere atti condannati sempre. E se proprio si deve morire per cause giuste o alti ideali, deve accadere nei campi di battaglia, in mezzo ai professionisti della guerra o nei luoghi dove si annida il potere tirannico, e non in mezzo alla popolazione civile inerme e indifesa e neanche in nome di chissà quali "missioni divine". E' difficile stabilire dove sta la ragione quando in ballo ci sono le vite umane. Se la Palestina vive ancora oggi la sua martoriata storia è colpa di una politica internazionale che si è presa la briga di dirimere le controversie d'una situazione sempre più incandescente... senz

Come la Grande Mela affronta i rischi dei cambiamenti climatici

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Una fotografia di qualche tempo fa apparsa su Vanity Fair , con Manhattan parzialmente sommersa a causa dei crescenti livelli del mare, ha dato il destro all'amministrazione di New York City di prendere sul serio la minaccia paventata dai cambiamenti climatici, tant'è che la Grande Mela , oggi si sta affermando come leader mondiale nella formazione di una risposta proattiva al cambiamento climatico. Ciò è rivelato da un nuovo rapporto dettagliatoche prevede i piani di adattamento della città alle sfide e alle opportunità che il cambiamento climatico presenta. Il piano, rivelato nel primo rapporto del New York City Panel on Climate Change (NPCC) e pubblicato negli Annali della New York Academy of Sciences , delinea le misure che la città intende adottare per rispondere in modo proattivo ai cambiamenti climatici, in un modo che fornirà sia benefici ambientali che economici alla città, a lungo e a breve termine. " Le città sono in prima linea nella battaglia contro i ca

Il fattaccio di sangue sul Mediterraneo meridionale

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Un assalto finito nel sangue: si contano almeno una ventina di morti e decine di feriti. La marina israeliana ha assaltato nella notte una nave del convoglio dei pacifisti Freedom Flottilla , a favore della Palestina, che intendeva forzare il blocco imposto da Israele a Gaza, per soccorrere la popolazione della Striscia con 10 mila tonnellate di viveri. " Mavi Marmara vi state avvicinando ad un'area di ostilità, c'è il blocco navale ", avverte il capitano della marina israeliana, invitando l'equipaggio della più grande delle sei navi, di una ong turc , a dirigersi nel porto israeliano di  Ashdod, dove gli aiuti umanitari verranno trasportati via terra a Gaza.  Tuttavia, l'appello cade nel vuoto, in quanto gli organizzatori della flottiglia intendono forzare il blocco navale.  A quel punto le lance israeliane circondano le 6 navi a 40 miglia dalla costa in acque internazionali, e scatta l'assalto delle teste di cuoio, i cui piani prevedono il seq

Il mistero delle antiche carte nautiche

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E' avvolto nel mistero la sorpendente precisione di alcune antiche carte nautiche.  Dove e come i cartografi medievali, sebbene armati tutt'al più di una bussola, una clessidra e una serie di mappe portolane , hanno sviluppato straordinarie ed accurate carte nautiche dell'Europa meridionale, del Mar Nero e delle coste del Nord Africa, come se stessero guardando giù da un satellite, quando all'epoca nessuno era stato più in alto di una cima d'albero? Questo è il quesito che si pone John Hessler , mago matematico e bibliotecario senior cartografico presso the Library of Congress . Hessler, una mattina della scorsa settimana andando a curiosare nel sotterraneo della biblioteca, ha scovato un inestimabile grafico datato 1559, con un elenco dettagliato di alcune informazioni nautiche, disegnato dalle mani di Mateo Prunes , il cartografo maiorchino. La carta nautica del Mediterraneo e del Mar Nero era impressa sulla pelle di una singola pecora. Si tratta di una rara

Stati Uniti: la Scienza esorta il governo a prevedere "adattamenti alle ondate di calore"

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La scorsa settimana il National Academies of Sciences ha rilasciato il suo vasto rapporto sulla scienza del clima, dichiarando che prove evidenti dei cambiamenti climatici, sottolineano la necessità di iniziative nella riduzione delle emissioni e il bisogno di dare inizio ad "adattamenti" agli effetti.  Le conclusioni dello stress all'adattamento, evidenziano che il cambiamento climatico oggi sta influenzando gli Stati Uniti e per questo bisognerebbe iniziare a intraprendere azioni serie per adattarsi a questi e ai futuri effetti. Attraverso gli Stati Uniti, gli impatti del cambiamento climatico sono già evidenti. Alcuni eventi meteorologici estremi come le ondate di calore sono diventati più frequenti e intensi, i freddi estremi sono diventati meno frequenti, ed i modelli delle precipitazioni sono probabilmente cambiati. Per esempio, la percentuale di precipitazioni che cade come pioggia, piuttosto che come neve è aumentata in tutti l'Stati Uniti occidentali. I

Si chiamerà Alex il primo uragano della stagione atlantica

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Secondo il National Hurricane Center , un sistema meteo a circa 800 chilometri sud ovest delle Bermuda, ha circa il 30% delle probabilità, di diventare la prima tempesta della stagione atlantica, che si apre ufficialmente il primo giugno e si chiude il 30 novembre.  Il sistema, che sta producendo pioggia e temporali su una vasta aerea, secondo il bollettino emesso dal centro uragani, dovrebbe spostarsi verso nord-nord-ovest, ed ha una probabilità media di diventare ciclone tropicale o subtropicale durante le prossime 48 ore. Se la tempesta dovesse ruotare dalla sua attuale posizione, per lei già è pronto il primo nome di tempesta della stagione atlantica, che corrisponde ad Alex , a cui faranno seguito poi Bonnie, Colin, Danielle, Earl, Fiona ... Le previsioni dicono che quest'anno dovrebbero esserci dalle 14 alle 18 tempeste, con venti superiori alle 39 miglia orarie. Secondo i ricercatori della North Carolina State University , tra le otto e undici di queste tempeste potrebbe