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Stupefacente vita marina nel profondo dell'Artico

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Una spedizione marina del gruppo ambientalista Greenpeace ha rivelato una la scoperta di una stupefacente vita marina nei fondali dell' Oceano Artico .  L'equipaggio a bordo della nave Esperanza (nell'immagine) , ha navigato nelle acque a nord della Norvegia, Isole Svalbard per registrare dei filmati. Utilizzando sofisticate attrezzature, Gavin Newman, un fotografo subacqueo, ha potuto filmare rare immagini di anemoni, tunicati e coralli molli che sembrano prosperare alle dure temperature sotto zero.  Il team di Greenpeace si è recato sul luogo per esaminare delle ampie zone di sabbia e fango, nelle quali inaspettatamente, è stata trovata una quantità stupefacente di biodiversità sottomarina.  Newman ha fatto incetta d'immagini fino a 600 metri di profondità. Una telecamera allestita su un dispositivo controllato a distanza ha registrato sorprendenti e chiare immagini di coralli e pesci fino a 200 metri sotto il livello del mare. L'organizzazione ambientali

Il Tarzan dell'Amazzonia

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Paul McAuley è un missionario britannico assegnato dal MBE per la creazione di una scuola nella capitale del Perù, Lima, che però ha abbandonato per abbracciare gli elementi di credenza spirituale amazzonica basato sul concetto di energia, a  favore dei popoli indigeni del Perù. Se non avesse abbandonato questa sua prima attività, oggi, il governo britannico l'avrebbe rispedito di filato nel vecchio continente, poichè questo sessantaduenne, nato a Portsmouth , che è un membro laico della dottrina cattolica dell'ordine De La Salle, ha cominciato a protestare contro il coinvolgimento di una società britannico in Amazzonia. La forte attività ambientale di McAuley , d'altronde è confinata nei limiti delle disposizioni volute da papa Benedetto XVI , le quali contemplano che la distruzione delle foreste è paragonabile ad un peccato mortale. Il Perù è la patria di 70 milioni di ettari di foresta amazzonica, seconda solo al Brasile. Ebbene, il governo peruviano ha ordinato

Il nostro pianeta non basta più, colonizziamo Marte

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Ormai è chiaro, il nostro pianeta non basta più a sostenerci tutti, visto il ritmo frenetico al consumismo che ha invaso anche la Cina (a cui presto faranno seguito India, Indonesia e molti stati africani) , la quale, da sola, occupa circa il 25 per cento della popolazione mondiale e di conseguenza, per stare al passo col mondo occidentale, che da decenni e decenni  consuma a rotta di collo, abbisogna di molte materie prime, il cui approvviggionamento va a incidere fortemente sulle risorse e sulle materie prime del pianeta, tant'è che per soddisfarci tutti, avremmo dovuto avere a disposizione 4, 5 Terre. Basti considerare che l'entrata in scena della Cina nel mondo consumistico ha richiesto un raddoppio della produzione mondiale di acciaio, carta e auto, un aumento della produzione petrolifera di 20 milioni di barili al giorno, un'estenuante impegno dei minatori nello scavare 5 miliardi di tonnellate di carbone in più, senza contare che nel seguire l'appetito fameli

Conflitti per l'acqua: a chi appartiene il Nilo?

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Sebbene il colonialismo abbia portato in Asia e in Africa infrastrutture, istruzione, tecnologia industriale, migliore sanità... il che vuol dire progresso, il rovescio della medaglia mostra invece angherie, ruberie e ingiustizie, le quali, ancora oggi, a distanza di anni dalla fine del colonialismo, fanno sentire il loro disastroso effetto. Uno dei maggiori problemi del mondo in questo nostro tempo è senz'altro quello delle risorse idriche, tant'è che sono in molti a pronosticare possibili guerre future nella corsa all'accaparramento del bene più prezioso per la vita, l'oro blu. Dove l'acqua scarseggia è sinonimo di carestie, siccità, malattie... e in un mondo che va sempre più popolandosi, il rischio che possano scatenarsi conflitti per essa, sono purtroppo un'amara verità. Quando nel 1929 la Gran Bretagna, che controllava l'Egitto e il Sudan, stilò coi due paesi un trattato bilaterale, riveduto e corretto poi nel 1959, concedendo loro "la piena

L'arrivo dell'uragano Alex nel Golfo del Messico preoccupa gli esperti

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Alex, la prima tempesta della stagione atlantica 2010 si è formato nei Caraibi occidentali ed è giunto gia nel Belize, in America centrale, accompagnato da venti che soffiano oltre i 95 chilometri orari. Secondo gli esperti Alex dovrebbe attraversare lo Yucatan e poi disperdersi senza creare problemi. Tuttavia, sebbene l'arrivo della tempesta si stia spostando verso ovest-nord-ovest, lontano dal luogo del disastro della British Petroleum , sta tenendo lo stesso il Messico e gli Stati Uniti col fiato sospeso, in quanto potrebbe diventare un uragano nelle prossime 48 ore, e potrebbe  mutare direzione improvvisamente, andando perciò ad ostacolare le già difficili operazioni di contenimento della marea nera. Il timore che Alex possa riacquistare forza una volta giunto sulle acque calde al largo delle coste del Messico, ha costretto la Bp a far evacuare i suoi dipendenti dalla zona. Un forte vento potrebbe distribuire il petrolio su un'area più estesa, trasportandolo nel li

Nove catastrofi industriali

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24 giugno 2005, St. Louis - Una enorme fiammata di uno stabilimento industriale spara palle di fuoco nel cielo, gettando una nube torreggiante di fumo nero su tutta l'area, costringendo i residenti nelle vicinanze ad evacuare le loro case. Fortunatamente non ci sono state vittime. Lo stabilimento fa parte della  Praxair Inc. di Danbury, Connecticut e i  suoi prodotti principali sono i gas atmosferici quali ossigeno, azoto, argon e gas rari, insieme con le procedure e gas speciali come anidride carbonica, elio, idrogeno, gas di processo dei semiconduttori e acetilene. 2 e il 3 dicembre 1984 - Il disastro di Bhopal è conosciuto come il più grave incidente industriale del mondo.  Proprio in questi giorni un tribunale indiano ha riconosciuto 7 persone colpevoli della tragedia avvenuta 25 anni fa in una fabbrica della  multinazionale Union Carbide a Bhopal. I sette dirigenti, tutti indiani, sono stati condannati a due anni di carcere e a una forte multa. Tra loro non c'è  Warr

I diamanti dello Zimbabwe fermano la conferenza del Kimberley Process

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Il più grande deposito di diamanti del mondo, rinvenuto nello Zimbabwe, fa fermare la conferenza del Kimberley Process.  Sebbene lo Zimbabwe sia un paese ricco di minerali, il vantaggio di possedere e sfruttare queste risorse naturali è ben lungi dal poter riassettare il ricco paese africano, il quale continua a cimentarsi con un malessere economico apparentemente insormontabile. Lo Zimbabwe , nel corso degli ultimi anni è stato al centro di scoperte minerarie di grande valore, come ad esempio quelle riguardante i diamanti , il cui valore potrebbe bastare a rimpinguare un PIL senza precedenti, che nel 2009 , secondo il Fondo Monetario Internazionale , è stato di 4,4 miliardi di dollari. Lo Zimbabwe necessita infatti di nuovi capitali per combattere la fame, le malattie e la povertà.  Adesso poi, che nell'est del Paese, precisamente nella concessione Marange , è venuto alla luce un enorme giacimento di diamanti, si pensa che il Presidente Robert Mugabe possa utilizzare i

State of the world: il consumismo ci sta divorando

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I consumi divorano il pianeta facendo si che stiamo pagando un alto prezzo per aver ignorato i problemi del consumo e del consumismo per tanto tempo. Se si continua a pensare a noi stessi come consumatori, sarà molto difficile portare i nostri problemi ambientali sotto controllo. Ma sarà altrettanto difficile vivere attorno alle gioie della vita che potrebbero essere nostre, ha detto Bill McKibben , autore di "Earth: Making a Life on a Tough New Planet " ( Terra: Prepararsi a una vita su un duro nuovo pianeta). Come uno tsunami, il consumismo ha travolto le culture umane e gli ecosistemi della Terra. Non affrontarli si corre il rischio di un disastro globale. Ma se noi canalizziamo questa ondata, trasformando intenzionalmente la nostra cultura al centro della sostenibilità, non solo eviteremo la catastrofe, ma potremo inaugurare un'era di sostenibilità, che consentirebbe a tutte le persone di prosperare, proteggendo nel contempo anche il ripristino della Terra. In St

Desertec: energia solare per l'Europa proveniente dal Sahara

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In Germania è nato un consorzio di imprese, il quale si propone di realizzare una progetto ambizioso, per produrre energia nel deserto del Sahara e distribuirla in Europa, oltre che nella stessa Africa. Secondo il nostro premio Nobel Carlo Rubbia , per rifornire d'elettricità un terzo dell'Italia, servirebbe un'area equivalente a 15 centrali nucleari da un giga watt.  Basterebbe un anello solare grande come il raccordo anulare di Roma. Si potrebbero realizzare impianti del genere nelle nostre regioni meridionali o in Africa per trasportare energia nel nostro Paese.              In un'intervista rilasciata nel corso di un incontro con i ministri dell'energia di Algeria, Marocco e Tunisia, la commissaria europea per l'energia Guenther Oettinger ha detto che l'Europa importerà l'elettricità solare generata dal Nord Africa entro i prossimi cinque anni. Entro questo periodo,  difatti, dovrebbero essere funzionanti alcuni modelli che potranno rifornire di

Il solstizio d'estate festeggiato a Stonehenge

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A Stonehenge , luogo di pellegrinaggio per gli accoliti di numerose religioni neopagane, costruito nella pianura di Salisbury, in Gran Bretagna,  le prime luci dell'alba hanno richiamato attorno alle famose pietre oltre 20 mila persone festanti per salutare il sorgere del sole, che in questo giorno, sebbene in Europa il clima sia tutt'altro che estivo, coincide con il solstizio d'estate. A parte qualche fermo per possesso di droghe leggere, tutto si è svolto senza incidenti. Un forte applauso e cori di approvazione hanno saluto alle 4 e 52  la nascita del sole, in perfetta linearità con le tavole di pietra (dolmen) all'esterno dei cerchi. Quando il sole sorge tutto diventa incantevole in questo mistico e magico luogo circolare (cerchio di Callanish) , associato in qualche modo alla leggenda di re Artù (a capo dei festaioli c'era un druido che crede di essere l'incarnazione del vecchio re) e composto da grosse pietre erette (menhir) , conosciute come megal

Forti inondazioni mettono a dura prova la Cina

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Forti inondazioni nel sud della Cina, cominciate il 13 giugno, stanno provocando ingenti danni a persone e cose nel sud del paese. Molti sono stati costretti ad abbandonare le loro case, in previsione dell'arrivo di nuove piogge. Secondo l'agenzia di stampa statale Xinhua , al momento, il bilancio provvisorie delle vittime è salito a 147 morti e 93 dispersi. In decine di fiumi le acque hanno superato il livello di guardia. Ogni anno la Cina sostiene gravi inondazioni lungo il corso del possente Yangtze e di altri grandi fiumi, ma le inondazioni di quest'anno sono  particolarmente pesanti, colpendo almeno milioni di persone in nove province delle regioni del sud e lungo la costa orientale. Sinora, le piogge torrenziali e le inondazioni hanno colpito oltre 15 milioni di persone, distruggendo migliaia di case e provocato perdite economiche per 19.700 milioni di yuan. La televisione di Stato CCTV ha mandato in onda immagini di salvataggi effettuati in barca, camion

Svezia: il ritorno del nucleare

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Benchè negli Stati Uniti il Presidente Obama nei suoi tours tra gli States si stia prodigando nella promozione dell'energia verde, diventato ancor di più il suo tema preferito dopo il disastro ambientale causato dalla Deepwater Horizon nel Golfo del Messico, e convinto che le energie alternative possano innescare un boom nella produzione del Paese, la consapevolezza che per i prossimi decenni difficilmente si potrà fare a meno degli idrocarburi e l'impellente necessità di accellerare la produzione di energia non fossile a basso costo, oltre ad un impatto zero sull'effetto serra, sta spingendo diversi paesi a riconsiderare l'uso dell'energia nucleare come fonte energetica "pulita" del prossimo futuro. E per quanto oggi resti ancora impopolare, l'energia nucleare ha fatto progressi non indifferenti anche nello smaltimento delle scorie. Proprio l' Università di Pisa a riguardo, non molto tempo fa, ha stilato un documento, in cui si diceva che le

I grandi disastri ambientali causati dall'oro nero

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La perforazione dei pozzi petroliferi e il trasporto dell'oro nero per il mondo, nel corso degli anni, hanno causato incidenti disastrosi oltre che effetti disastrosi per l'economia di molti pescatori. La Deepwater Horizon, che il presidente Obama ha definito un'altro 11 settembre per gli Stati Uniti, n'è testimone! Dopo l'esplosione della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon si è piegata su un fianco prima di affondare nel Golfo del Messico, causando la morte di 11 uomini, con la conseguenziale perdita di petrolio che ha versato nelle acque milioni e milioni di litri causando una gigantesca marea nera che come un mostro famelico si sta spingendo sulle coste orientali degli Stati Uniti, diventando una trappola fatale per tante speci di pesci e uccelli, rendendo scure e oleose le acque del Golfo. Il 18 settembre 2007, in Iraq, nel fiume Tigri, una esplosione sotto un gasdotto nella città settentrionale di Beiji, ha scatenato un incendio con la cons

L'Eldorado afghano

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Sensazionale scoperta in Afghanistan . Secondo il NYT , che cita funzionari del governo americano, un team del Pentagono e geologi degli Stati Uniti hanno scoperto tra le isidiose Mountain valley afghane un tesoro di giacimenti minerali che ha un valore di circa mille miliardi di dollari: una fonte di ricchezza che può cambiare radicalmente  l'economia del flagellato paese asiatico. Fino ad oggi, l'Afghanistan è da considerare un paese povero, radicato nella lotta fra il governo del presidente Hamid Karzai, e i talebani, che sono musulmani radicali che, se non fosse per il perseguimento del terrorismo, sarebbero pastori di capre, e coltivatori, anche di oppio. Purtroppo, c'è da dire, che quando una nazione ha il petrolio, come abbiamo visto durante l'invasione del Kuwait, o nel tentativo di democratizzazione dell'Iraq, ci può essere un attacco a livello mondiale sul territorio. Questo attacco può essere devastante per la popolazione della regione, e può portare a gu

La Cina sta pensando di limitare l'esportazione di metalli delle terre rare

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La Cina sta facendo dei movimenti che parecchia gente sta temendo da qualche tempo: sta valutando, infatti, dei limiti più rigorosi sull'esportazione di cosiddetti metalli di terre rare. Questi metalli, che come abbiamo scritto in altri post , sono molto abbondanti in Cina, sono utilizzati in una vasta gamma di settori ad alta tecnologia, compresa l'energia verde e la difesa, che è ciò che più riguarda il governo degli Stati Uniti. Secondo il New York Times , sostenere che l'estrazione di terre rare è stato negativo per l'ambiente, il governo cinese sta muovendosi per limitare i siti non autorizzati, dai quali si possono esportare illegalmente le merci, a prezzi troppo bassi. Questa mossa sarà sicuramente una buona notizia per Molycorp , uno dei più grandi depositi del mondo elementi rari di Mountain Pass, California ed ha programmi di IPO (Initial public offerings) . Eventuali limitazioni provenienti dalla Cina possono solo significare un periodo molto più fac