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Topaz Solar Farm, il più grande impianto solare del mondo

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Nella mitica California, ancora un passo avanti nel lungo viaggio verso l'affermazione dell' energia solare nel mondo. Topaz Solar Farm , il più grande impianto solare del mondo è installato e funzionante a Carrizo Plain, California, nel sud-est di San Luis Obispo County. 9 milioni di pannelli solari installati in 9,5 chilometri quadrati. Il progetto è costato 2,5 miliardi dollari, con la costruzione, iniziata due anni fa. Il proprietario è  MidAmerican Solar, una società controllata con sede a Pheonix, Arizona. L'impianto ha una capacità di 550 megawatt, sufficienti ad alimentare 160.000 abitazioni. E farà risparmiare 370.000 tonnellate di emissioni di anidride carbonica. Immagine: www.dailymail.co.uk/

Unione europea: il settore navale dovrà monitorare le proprie emissioni di CO2

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Una legge concordata ieri dall'Unione europea per la prima volta stabilisce come  il settore navale dovrà monitorare le proprie emissioni di carbonio. Questo è inteso come un passo per affrontare una crescente fonte di inquinamento legato al cambiamento climatico. Secondo l' International Maritime Organisation (IMO), le emissioni mondiali di anidride carbonica derivanti da navi ammonta a circa il 3 per cento, una quota che però potrebbe aumentare al 18 per cento entro il 2050, qualora il regolamento non fosse rispettato o preso in considerazione. Dal 1 gennaio 2018 , gli armatori sarebbero, quindi, obbligati a monitorare le emissioni per ogni nave in un viaggio e/o con cadenza annuale. Ci sono anche disposizioni in materia di monitoraggio e reporting, verifica e accreditamento, e la conformità e la pubblicazione di informazioni e la cooperazione internazionale. Il trasporto marittimo internazionale è l'unico mezzo di trasporto che non figura nell'impegno dell&#

Turchia: il pistacchio per generare calore

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Cosa si dovrebbe fare con gli avanzi di migliaia di tonnellate di gusci di frutta secca?  E ' una domanda che la Turchia - terzo più grande produttore mondiale di pistacchi, dietro l'Iran e gli Stati Uniti - si sta chiedendo da tempo. Solitamente lo scarto d ei gusci di pistacchio finisce nelle discariche. La speranza è quella di trasformare i resti commestibili in qualcosa di utile. Trasformarli, ad esempio, in gas, un combustibile alternativo che può produrre calore prodotto dalla ripartizione della materia organica. Ebbene, la Turchia attualmente sta lavorando su un piano ecologico per convertire i gusci di pistacchio (frutto secco dal caratteristico colore verde racchiuso in un guscio rigido dall'aspetto legnoso) , in una fonte di energia- I pistacchi, come la maggior parte dei rifiuti alimentari, possono essere convertiti in biogas. Anche se nessun altro posto al mondo attualmente utilizza i pistacchi per fare energia, la Turchia ne produce così tanti, che ha

Africa, guai a non finire: è la volta della peste in Madagascar.

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L'Africa sta diventando un laboratorio globale da cui dipartono atrocità di ogni genere. Se andiamo a vedere poi le ragioni di tali aberranti azioni, ci accorgiamo che esse hanno avuto inizio con l'antico schiavismo , risalente ai tempi della dominazione olandese nel sud dell'Africa, che giunge sino ai giorni nostri; ignoranza culturale, connessa in qualche modo allo scandaloso egoismo del primo colonialismo e neocolonialismo attuale, in cui, invece di aprire scuole, istituti ed altro per far studiare e istruire i giovani africani, si è pensato invece al sistematico svuotamento di risorse del sottosuolo africano, ricco di petrolio, gas, animali da cacciare e souvenir vari (ossa, zanne, pelli...), o ro e diamanti, la cui vendita spesso va a finanziare qualche conflitto nel continente, ora ad esempio è in auge quello nella Repubblica Centrafricana. C'è poi il fermento religioso, maggiormente di matrice islamista, che sta irrompendo un po' ovunque nel continent

Gabon: il piccolo paese africano che crede nella Blue economy

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Si è appena concluso a  Sydney in Australia, il World Parks Congress, un forum globale sulle aree protette che si svolge ogni 10 anni. Il covegno ha attirato più di 6.000 delegati provenienti da 170 paesi, e si è parlato di oceani. Un decennio fa al World Parks Congress in Durban , South Africa gli obiettivi sono stati fissati per gli aumenti di quantità e qualità delle aree protette in tutto il mondo. Gli oceani sono il cuore blu del pianeta, ma la protezione marina è rimasta indietro. Gli oceani immagazzinano un vasto quantitativo di carbonio, tamponano il clima, guidano il tempo, e forniscono cibo per miliardi. Ma solo un terzo dei paesi del mondo hanno protetto più dell'uno per cento delle 200 miglia (322 chilometri) delle zone economiche esclusive intorno alle loro coste, mentre la porzione di mare off-limits per lo sfruttamento rimane irrisorio. "Tradizionalmente, le aree protette sono viste come l'ultima linea di difesa contro una impronta umana in esp

L'energia dei passi, una rivoluzione non troppo lontana

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Le riserve di combustibili fossili sono in declino, il solare e l'energia eolica sono imperfetti, e il mondo è alla ricerca di risposte. Ma c'è una possibile soluzione: il riciclaggio di energia da fonti secondarie. L'energia "raccolta", in cui le energie incidentali quali onde radio, calore e vibrazioni sono incanalate per sviluppare energia, non è un concetto nuovo, ma la tecnologia per sostenere l'idea sta migliorando. Così, come oggi la forza cinetica di un braccio oscillante è in grado di alimentare un orologio da polso, alcuni tecnici scommettono che in futuro i passi dei possono illuminare una città. Gran parte della promessa di raccolta di energia si trova nel settore manifatturiero, dove tanta energia viene persa in calore, suono e vibrazioni delle macchine. Se anche una piccola percentuale di questa può essere catturata e riutilizzata, le aziende potrebbero realizzare significativi risparmi sui costi, o per lo meno questa è la teoria.

Esproprio dei Masai: la notizia indigesta

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Ci sono notizie che proprio non posso digerire . E questa, in cui si dice che il governo della Tanzania ha ordinato lo sgombero di 40.000 Masai dalla loro casa ancestrale per farne una riserva di caccia per i ricchi emiri di Dubai, proprio non la sopporto. Già digerisco a fatica il fenomeno del land grab , l'accaparramento di terre da parte di multinazionali e governi stranieri per farne terreni che danno cibo, soprattutto per loro, o per farne biocarburanti, e che stanno riducendo il continente nero ad una fiera internazionale dove si "acquista" di tutto: minerali, pietre preziose, petrolio, zanne in avorio di elefanti, rinoceronti, pelli di tigre, animali rari e tanto altro campionario che ora mi sfugge, contraccambiando, invece di un onesto e sonante pagamento in denaro, con un paio di scarpe usate e un paio di pantaloni logori e puzzolenti.   Adesso, questa notizia mi spingerà a prendere una doppia, tripla dose di un digestivo che non esiste. Dovermi sorbire,