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Energia geotermica: exploit in Nuova Zelanda e Kenia

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In alcune parti del mondo, in cui l'attività geotermica è alta, il calore della terra viene sfruttato per generare costantemente elettricità. La Nuova Zelanda, che si picca d'essere il quinto produttore mondiale, negli ultimi cinque anni ha contribuito del 25 per cento al nuovo sviluppo geotermico del mondo. Lo ha riferito, dati alla mano, il ministro dell'Energia Simon Bridges al World Geothermal Congress , parlando, appunto della geotermia del Paese. La Nuova Zelanda produce il 79,9 % della sua elettricità da fonti energetiche rinnovabili, e si prevede che il settore delle rinnovabili a livello mondiale raggiungerà i 7 miliardi di dollari d'investimenti del settore privato tra il 2012 e il 2030. Dal 2010, in tutto il mondo la capacità totale installata da impianti geotermici è aumentata del 16 per cento - a 12.635 megawatt (MW) - ed è destinato a raddoppiare tra il 2010 e il 2020. " Il mio paese, la Nuova Zelanda, ha contribuito di quasi un quarto d

Sulla strada di Parigi 2015: Addis Abeba

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La #roadclimatemaptoParis è già in corsa, e secondo alcune voci "a giudicare dalle prime bozze dell'accordo di Parigi COP21 *  recentemente trapelate, un altro fiasco delle Nazioni Unite è inevitabile" . Mai dire mai, però!  C'è tempo per mettere a punto le nuove regole, se si usa il buonsenso, cosa di cui dubitiamo, non perché si sia pessimisti, ma poiché pensiamo che sarà difficile mettere d'accordo, soprattutto le potenze mondiali su questioni che toccano troppo da vicino i propri interessi  (quantità di emissioni inquinanti) . La questione climatica, sulla quale ci sta arrabattando attraverso accordi inefficaci da oltre due decenni, si risolverà il giorno in cui l'energia solare, che è quella più desiderabile, sarà in grado di sostituire egregiamente i combustibili fossili. Ancora 50 anni forse? Anche di più! Tuttavia, prima della Conferenza sul clima di dicembre che si terrà a Parigi, a luglio ci sarà una conferenza ad Addis Abeba dove si discu

Nepal: la terribile natura

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La natura è bellissima ma anche molto crudele. Quando scatena le sue forze, attraverso terremoti, alluvioni, tsunami fa terribilmente paura. E non sempre bisogna attribuire la colpa alle attività umane (anche se poi l'uomo ha sempre colpa) perché la Natura ciclicamente ce lo ricorda. Solo lei è capace di compiere cose così terribili. Il dopo terremoto di magnitudo 7.9 che ha scosso la capitale del Nepal e la Valle di Kathmandu, si sta rivelando devastante. Si sa che l'area è al più alto rischio sismico della Terra. La collisione tra l'India e il resto dell'Asia, iniziata 45 milioni di anni fa, è tuttora in corso. L'India, prima di cozzare contro l'Asia, ha compiuto un percorso di circa 5000 chilometri da sud verso nord, nell'Oceano Indiano, viaggiando ad una velocità di circa 10 centimetri all'anno. Dopo l'inizio della collisione, il suo movimento non è terminato ma è continuato per altri 2000 chilometri. Lo scontro, come si può notare in uno

Acqua: l'idea del Mit attraverso un concorso

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Acqua: l'idea del Mit attraverso un concorso promosso da USAID (US Agency for International Development) Dalle piante alle persone, ogni essere vivente su questo pianeta ha bisogno di acqua. Ma ottenerne abbastanza per sopravvivere , e sopravvivere comodamente, può essere un po 'difficile. Basta guardare il furore che si é creato attorno alle nuove restrizioni idriche in California e in Brasile, per non citare altri Stati che soffrono la mancanza cronica di acqua. Entro il 2025, quasi due miliardi di persone vivranno scarsità d'acqua assoluta,e due terzi del mondo sopravviverà in condizioni di stress idrico. Secondo lo UN Development Programme, più di 1,4 miliardi di persone vivono attualmente in bacini fluviali in cui l'uso di acqua è ai minimi livelli di ricarica. Nel 60 per cento delle città europee con una popolazione di 100.000 o più, le acque sotterranee vengono utilizzate ad un ritmo più veloce di quello che può essere rifornito. Per fortuna, succede

Il sultanato di Omam e il gas iraniano

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L'Iran fornirà all'Oman una quantità giornaliera di 28 milioni di metri cubi di gas naturale per 15 anni, attraverso una nuova pipeline che verrà realizzata nei fondali del Golfo Persico. La scorsa settimana una delegazione  dell'Oman è giunta a Teheran per discutere con i funzionari iraniani la scelta di una società di consulenza, che avrà il compito di portare a termine gli studi di ingegneria di base su un nuovo gasdotto. Verranno anche approfondite le tematiche legate alla costruzione della seconda fase della condotta sottomarina. I delegati dell'Oman hanno tenuto colloqui con un certo numero di aziende candidate alla realizzazione di studi di ingegneria sul gasdotto che collegherà la regione Kuh Mobarak , nella provincia di Hormozgan, in Iran, al porto di Oman’s Sohar su una distanza di circa 400 chilometri. Gli esperti dei due paesi sono stati in stretto contatto durante i mesi scorsi, sottolineando la ferma volontà di Oman e Iran nella finalizzazione del

Artico: il gran lavorio russo

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L'Artico fa gola a tutti ma non è per tutti. La grade sfida del freddo artico e delle sue favolegguanti risorse sarà il leit motiv dei prossimi decenni. Ma sotto sotto la sfida artica è gia cominciata e la Russia sterminata ne fa la parte del leone. Solo due aziende statali russe: Rosneft e Gazprom, hanno sempre avuto l'autorizzazione a lavorare sulla piattaforma artica costiera.  Si pensa che la piattaforma artica contenga enormi quantità di petrolio e di gas naturale. La Russia, così come le altre quattro nazioni artiche: Stati Uniti, Canada, Norvegia e Danimarca, rivendicano le proprie posizioni rispetto quei depositi posti all'interno delle proprie zone di frontiera in mare aperto.  L'attuale legislazione prevede che solo le imprese con oltre il 50 per cento di proprietà del governo e quelle che operano nella zona d'almeno cinque anni hanno diritto a lavorare sulla piattaforma artica. Solo i giganti dell'energia a controllo statale quali Gazpro

STAND UP AFRICA: energia solare in Sud Africa

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SunPower ha annunciato di aver iniziato la costruzione di un impianto solare di 86 megawatt  in Prieska, nel South Africa's Northern Cape. Si presume sia pienamente operativo nel 2016. Il progetto rappresenta il terzo impianto fotovoltaico realizzato da SunPower nell'ambito del programma di energia rinnovabile del governo del Sud Africa (REIPPP: Energy Independent Power Producer Procurement Programme) . Nel 2014, SunPower ha completato due progetti per un totale di 33 megawatt, situato vicino Douglas, nel Northern Cape. " Con l'abbondanza di risorse solari affidabili convenienti, il Sud Africa è uno dei mercati solari in più rapida crescita nel mondo di oggi" , ha detto Tom Werner , presidente e CEO di SunPower , fornitore globale di tecnologia e servizi energetici solari. " Siamo lieti di far crescere la nostra presenza in Sud Africa con lo sviluppo di centrali solari che consentono al governo del Sud Africa di raggiungere i suoi obiettivi sulle energi