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Le tensioni in Azerbaigian minacciano i piani energetici in Europa

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Sin dalla sua indipendenza l'Azerbaigian sta vivendo al suo interno grandi tensioni per via del conflitto, mai del tutto sopito, del Nagorno Karabakh, repubblica autoproclamatasi indipendente dall'Azerbaigian, situata nel Caucaso meridionale. Gli attuali confini territoriali sono stati determinati alla fine nel gennaio del 1992, per porre fine ad un'ostilità tra i due contendenti dopo l’avvenuta proclamazione di indipendenza. La guerra del Nagorno-Karabakh (1988-1994) ha afflitto la regione dopo l'indipendenza dell'Azerbaigian dall'Unione Sovietica nel 1990. Le etnie armene che vivono nel Nagorno-Karabakh, una terra senza sbocco dell''Azerbaigian, hanno proclamato uno stato indipendente nel 1991. Negli ultimi anni, il cessate il fuoco, mediato nel 1994, è stato più volte violato, provocando la morte tra i civili e l'uso di armi pesanti, facendo presagire un ritorno  alla guerra. Dall'estate del 2014 si sono visti attacchi più violenti,

Energia in Europa: un boccone molto appetibile

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La crisi energetica dell'Europa sta diventando un boccone molto appetibile per tanti Paesi stranieri. La crisi in Crimea ha riportato alla ribalta la questione energetica europea, che tenta di trovare forniture energetiche esterne al gigante russo del gas statale Gazprom. La Russia di Putin, pur non mostrando strappi definitivi con l'Occidente, tiene al guinzaglio però la vecchia Europa con il gas che gli fornisce. Si cercano dunque alternative, che per quanto siano diversificate, non danno in quantità il corrispettivo di Gazprom, la più grande azienda in Russia e il più grande estrattore di gas naturale al mondo. Nel 2008 Gazprom ha prodotto il 17 per cento della produzione di gas mondiale e rappresentava un sorprendente 10 per cento del Pil russo. Nel 2012 invece ha rappresentato il 34 per cento delle importazioni di gas naturale dell'Unione europea. Di recente, un rapporto sulla sicurezza energetica dell'Europa occidentale, pubblicato dall' U.S. Congress

South Stream e Nabucco: la guerra del gas

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L'instabilità politica in Africa e Medio Oriente, con i timori che una fusione nucleare in Giappone possa spingere i governi nazionali in Europa a porre un freno ai loro programmi nucleari, rende  Gazprom South Stream sempre più attraente. Con il mercato europeo, che in seguito alle turbolenze negli stati del Nord Africa che producono gas naturale andrà a perdere fino a 10 miliardi di metri cubi di gas all'anno, soprattutto per il conflitto in Libia, e che potrebbero arrivare addirittura a 50 miliardi se il conflitto si allargasse anche alla vicina Algeria, l'interesse per il gigantesco pipeline,  sta crescendo ed ora vede entrare in campo anche la tedesca BASF che entrerebbe nel progetto col  15%,  portando 2 miliardi di dollari (1,2 miliardi di sterline) nel Consorzio che realizzerà il gasdotto erodendo la quota di ENI sinora socio paritario di Gazprom.

Guerra di nervi sui gasdotti verso l'Europa

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Il consorzio di sei nazioni che ruotano attorno al consorzio Nabucco , il gasdotto che partendo dal bacino del Mar Caspio e dal Medio Oriente attraverso la Turchia, porterebbe il gas metano in Europa bypassando la Russia, chiede "impegni concreti " dai propri fornitori entro la fine di marzo. Le sei nazioni ( Germania, Austria, Ungheria, Romania, Bulgaria e Turchia ) e compagnie, fra cui la tedesca RWE e l'austriaca OMV, che con Nabucco intendono trasportare fino a 31 miliardi di metri cubi di gas all'anno, e destinato ad essere un elemento chiave nei piani dell'Unione europea che vuole ridurre la dipendenza energetica da Gazprom, debbono però sedersi  attorno a un tavolo e dimostrare di essere in grado di dare  via libera, entro la metà dell'anno, a 10,7 miliardi dollari ( 7,9 miliardi di euro ), che permettono di iniziare acquisendo i diritti di passaggio sul pipeline per 3.300 chilometri. Gli analisti hanno espresso dubbi sulla capacità del consor

L'alba del nuovo impero

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Mi è sempre piaciuta la geografia. Quando ero un giovanissimo studente spesso mi facevo bello coi compagni e i professori, chiedendo loro di mettermi alla prova, interrogandomi sulle capitali del mondo. In verità, forse ne conoscevo circa una cinquantina, non di più! Probabilmente il periodo storico del 1700 è quello mio preferito, soprattutto perchè era il tempo della primissima globalizzazione: grandi viaggi via mare con velieri maestosi carichi di merci e d'individui pronti a conquistare il tanto spazio a disposizione che il mondo offriva, via terra e via mare... Ergo dunque, che scaturisce da qui la mia passione verso la geografia, tramutatosi col tempo in geopolitica, materia con la quale tenterò di affrontare un viaggio, nel tentativo di provare a capire dove si sta spostando l'asse strategico del pianeta. A questo viaggio, che man mano scriverò su questo blog, darò il titolo "L'alba del nuovo impero" , poichè credo che nei prossimi 10, 15 anni... a rigua

ENERGIA: Europa, le grandi manovre sul gas

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Il gas naturale è il combustibile fossile più pulito e si pensa che ne esistano ampie riserve. Il componente principale del gas naturale è il metano, il quale è un potentissimo gas a effetto serra: riesce a intrappolare il calore quasi 21 volte più dell'anidride carbonica. Il metano viene prodotto anche dalle risaie del mondo che nutrono miliardi di persone, oltrechè dalle deiazioni di oltre 1.200.000.000 di ruminanti. Tra il metano e l'effetto serra c'è poi un circolo vizio che provoca lo scioglimento del permafrost siberiano, in cui sono intrappolate immense quantità di metano che evaporano nell'atmosfera aumentando l'effetto serra che a sua volta scioglie i ghiacci e così via. Si prevede che nei prossimi due decenni, a livello mondiale, il gas naturale sarà la fonte energetica tradizionale che registrerà la crescita più rapida. Prova ne è, il nuovo progetto energetico europeo, a cui è sato dato nome NABUCCO come l'opera di Giuseppe Verdi . Si tratta di un