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Visualizzazione dei post con l'etichetta guerra

L' invasione dell'Ucraina blocca la corsa degli Stati Uniti nell'Artico

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Gli alleati riconsiderano le ambizioni russe nell'Artico Le ricadute dell'attacco russo all'Ucraina hanno già raggiunto la vetta del mondo. La cooperazione dell'Occidente con Mosca nell'Artico, già tesa dopo anni di rafforzamento dell'esercito russo nella regione ghiacciata, si è ora fermata a causa del conflitto in corso in Ucraina. Il Consiglio Artico, composto da otto membri, attualmente presieduto dalla Russia, ha effettivamente sospeso le operazioni, archiviando un forum cruciale per Washington, Mosca e gli altri sei paesi membri per affrontare ed eludere gli scontri su questioni chiave come il cambiamento climatico, le risorse energetiche ed economiche e le attività delle forze armate nell'alto nord. Allo stesso tempo, il presidente russo Vladimir Putin ha promesso che la sua campagna militare (non provocata) in Ucraina non svierà le ambizioni artiche in rapida espansione del Cremlino. Molto prima dell'invasione dell'Ucraina del 24 febbraio, il

Ci sarà la tanto temuta guerra tra Russia e Occidente?

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La tanto temuta guerra tra Russia e Occidente non ci sarà. Tutt'al più potrebbe insorgere una guerra locale tra Russia e Ucraina, la quale si dimentica del suo passato storico (che parte sin da i tempi di Gengis Khan, semmai ancora prima).  L'assedio di Kiev da parte dei Mongoli ebbe luogo tra il 28 novembre e il 6 dicembre 1240 e portò alla vittoria dei Mongoli. Fu un duro colpo morale e militare per il Principato di Halych-Volhynia che si estendeva tra i fiumi San e Wieprz in quella che oggi è la Polonia sud-orientale a ovest, e le paludi di Pripet (ora in Bielorussia) e l'alto Bug meridionale nell'odierna Ucraina a est. Ciò permise a Batu Khan, condottiero vittorioso in precedenza in Crimea, il quale decise con gli altri fratelli e parenti, signori degli eserciti e titolari dei brevi e instabili Khanati centroasiatici, di conquistare le terre verso il Volga e di puntare verso l'Europa l'espansione del suo popolo. Ora l'Ucraina, la cui storia è intrecciata

Vita in casa ai tempi del corona virus

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L'epidemia è diventata una pandemia e si sta propagando un po' ovunque nel mondo. E' una specie di guerra silenziosa dove il nemico d'abbattere è insinuante, invisibile, imprevedibile e corrode le menti di molti. Paura, timore di essere colpiti che animano d'incertezza le nostre giornate agli arresti domiciliari sono diventate fobie da cui sembra difficile uscirne. Dovremmo, invece approfittarne facendolo diventare un momento di raccoglimento, di meditazione, per far si che quando tutto ritornerà normale, ci ritroveremo migliori. Che cosa sia poi questo Corona virus non si sa! Dobbiamo credere a quanto dicono medici, scienziati, giornali? E'stato concepito in un laboratorio o  è una semplice influenza fatta passare per qualcosa  di diverso? Il suo obiettivo è sfoltire la popolazione mondiale? Ci sono dietro complotti o  potenze straniere che mirano a portare al collasso economico altre nazioni rivali? E' forse un segno divino che, presto o

Crisi Corea del nord Stati Uniti: un test nucleare potrebbe determinare il punto di non ritorno...

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Proprio oggi 25 aprile , in Italia festa della Liberazion e dal nazismo di 72 anni fa, il mondo ha bisogno di più sicurezza per stabilizzarsi poi con la Pace. Di certo l'uomo non ha fatto granchè per mantenere una pace duratura. Ma come c'è il bianco e il nero, il pari e dispari, l'alto e il basso, il coraggioso e il vigliacco, l'azione e la reazione c'è pure la pace e la guerra e la storia contemporanea si sta avvicinando ad una inevitabile resa dei conti, semprechè... ! Esiste qualcuno oggi in grado di arrestare gli avvenimenti che si sono messi in moto ? Perchè i potenti "amici" della Corea del Nord Russia e Cina non sono in grado di fermare le ambizioni di Pyongyang e le sue continue provocazioni?  Per non farsi mancare niente pare che la Corea del Nord abbia arrestato un terzo cittadino americano. La Corea del Nord pare abbia creato lo scenario ideale per compiere il suo più grande test atomico per festeggiare l'85 ° anniversario d

Le tensioni in Azerbaigian minacciano i piani energetici in Europa

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Sin dalla sua indipendenza l'Azerbaigian sta vivendo al suo interno grandi tensioni per via del conflitto, mai del tutto sopito, del Nagorno Karabakh, repubblica autoproclamatasi indipendente dall'Azerbaigian, situata nel Caucaso meridionale. Gli attuali confini territoriali sono stati determinati alla fine nel gennaio del 1992, per porre fine ad un'ostilità tra i due contendenti dopo l’avvenuta proclamazione di indipendenza. La guerra del Nagorno-Karabakh (1988-1994) ha afflitto la regione dopo l'indipendenza dell'Azerbaigian dall'Unione Sovietica nel 1990. Le etnie armene che vivono nel Nagorno-Karabakh, una terra senza sbocco dell''Azerbaigian, hanno proclamato uno stato indipendente nel 1991. Negli ultimi anni, il cessate il fuoco, mediato nel 1994, è stato più volte violato, provocando la morte tra i civili e l'uso di armi pesanti, facendo presagire un ritorno  alla guerra. Dall'estate del 2014 si sono visti attacchi più violenti,

L'alba del nuovo impero. la minaccia termonucleare di Kim Jong-un

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Che la Cina voglia la supremazia nella zona del mondo che le è di competenza è un fatto e che non ce l'abbia del tutto è un altro fatto. Così, se all'ultimo secondo, prima che eventualmente quel giovane pazzo di Kim Jong-un scateni un'apocalisse senza senso (purché ne abbia uno!) mettendo a repentaglio la vita di centinaia di milioni d'individui...  interviene il Paese del Dragone, pronto a giocare il suo ruolo in ambito globale, ringiovanito al suo interno, stavolta anche con una una first lady, per riportare quello scavezzacollo di  Kim Jong-un a migliori ragioni. Vien da pensare che chissà che l'attrito in atto tra Corea del nord e Corea del sud, con obiettivo anche dell'isola di Guam, non serva a mettere in moto un meccanismo perverso, studiato, appunto, dalla Cina, rivolto soprattutto alla potenza americana, la sola che ora sia in grado di poterle tener testa, a dare sprono allo sparring partner e sicario nord coreano che da giorni sta catalizzando l

Cosa nasconde la tensione crescente tra Turchia e Siria?

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" Perché la primavera araba ha spazzato via i regimi dittatoriali di Tunisia, Bahrein, Libia, Egitto e non quello siriano? ". E' la domanda che mi sono posto da qualche tempo, sulla quale solo ora ho una risposta. Che poi, conoscendo come vanno certe cose, è la cosa più ovvia su cui si doveva pensare! Nel mese di luglio 2011, quando erano in pieno svolgimento le operazioni di destabilizzazione degli stati del Golfo, i governi di Siria, Iran e Iraq hanno firmato un accordo storico sulla gas pipeline che è andato in gran parte inosservato dopo le notizie della CNN sui disordini siriani. Il gasdotto, concepito per costare 10 miliardi di dollari, che sarebbe stato completato in tre anni, è quello iraniano di Port Assalouyeh, nei pressi del campo di gas di South Pars nel Golfo Persico, che avrebbe poi raggiunto Damasco, in Siria attraverso il territorio iracheno. Da lì,  le intenzioni dell'Iran, sarebbero state quelle di estendere il gasdotto da Damasco fino au port

In natura esistono termiti kamikaze, e sono davvero terribili!

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Chissà se gli attacchi suicidi rimbalzati agli onori della cronache nell'ultimo decennio, messi in opera da una parte agguerrita del mondo islamico,, non siano stati ispirati dal comportamento di alcuni tipi d'insetti sud americani, che effettuano missioni suicide armati dei loro zaini esplosivi, e sui quali Thomas Bourguignon, un ricercatore presso la Hokkaido University in Sapporo, Giappone, è co -autore di uno studio che parla di questi insetti e della loro insolita strategia di guerra. Nascosti nella foresta pluviale della Guyana francese, gli scienziati hanno recentemente scoperto una specie di termiti che si è evoluta in modo che i suoi lavoratori, che per ragioni anagrafiche non sono più in grado di fornire contributi importanti in termini di benessere alla comunità, crescano portandosi dietro due macchie bluastre che contengono cristalli costituiti da un liquido blu tossico formato da rame contenente proteine, ​​memorizzati in due sacchetti esterni, pieni di secr

E se un giorno un drone...

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Una decina di anni fa, gli Stati Uniti avevano un monopolio virtuale sul droni (veicoli aerei senza equipaggio: UAV ). Oggi non è più così! Secondo i dati forniti dalla New America Foundation, più di 70 paesi ora sono in possesso di un certo tipo di drone, anche se solo un piccolo numero di quelle nazioni possiede aerei droni armati. L'esplosione della tecnologia drone promette di cambiare il modo in cui le nazioni conducono la guerra e minaccia di iniziare una nuova corsa agli armamenti a cui i governi guardano con interesse per controbilanciare i loro avversari. Alla fine del mese scorso, la Cina ha annunciato che avrebbe utilizzato dei droni di sorveglianza per monitorare un gruppo di isole nel Mar Cinese meridionale, quelle di cui si parla tanto in questi giorni, le Diaoyutai Islands, che sono controllate dal Giappone, che sono però rivendicate anche da Pechino e Taipei (Taiwan). Nell'agosto del 2010, l'Iran ha presentato quello che sosteneva essere il su

Siria: tamburi di guerra sempre più vicini?

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Qual'é la verita sulla questione siriana? Si tratta di una strategia occidentale, orchestrata dall' Asse FUKUS (Francia, UK, USA) , per arrivare lentamente ma inesorabilmente al cuore del problema (Iran) , oppure quello che sentiamo quotidianamente dai telegiornali e leggiamo sui giornali è maledettamente vero: cioè, che il terribile Assad, pur di mantenere il potere che gli ha lasciato il vecchio genitore, è stato capace di ordinare il fuoco sul suo popolo? Cose di questo genere sono troppo distanti dai ragionamenti semplici ed elementari della gente comune, ma il fatto che la pesante situazione siriana si trascini da oltre un anno, protetta dall'ombrello cino-russo, oltre che da quello iraniano, senza che se ne sia venuto in alcun modo a capo, fa pensare che la drammatica questione cela risvolti troppo importanti per essere svelati al mondo intero. Adesso pare che stiamo entrando nella fase conclusiva della vicenda. I prosiriani (russi, iraniani, cinesi e altri po

Sudan del Sud: CVD = timori fondati

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Sembra che le forze militari del Sudan del Sud abbiano abbattuto nel loro territorio un aereo da caccia del Sudan nel nord, mentre i due eserciti nazionali continuano a scontrarsi in una controversia che preoccupa gli osservatori internazionali. L'aereo abbattuto è un  MIG-29 e faceva parte di uno stormo di aerei che gettavano bombe sulla ricca zona dei giacimenti petroliferi nel Sudan del sud. " I loro aerei stanno bombardando le nostre posizioni", ha detto il colonnello Philip Aguer, "e, infine, uno è stato abbattuto dalle nostre difese." Il colonnello Aguer non ha specificato l'attrezzatura che il Sud Sudan ha utilizzato per buttare giù il caccia,  caduto in una zona tra le linee di fronte delle due nazioni, aggiungendo che il Sud Sudan ha inviato delle pattuglie per cercare di recuperare l'aereo. Entrambi gli stati contano sul petrolio del Sudan del sud per rifornire le loro economie di combustibile.  Ma il Sudan del sud ha accusato il Nord

Il Sudan del sud, per liberarsi dai proventi del petrolio, apre alle risorse minerarie

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Il governo del Sudan del Sud è in trattative con aziende internazionali sull'esplorazione delle risorse minerarie nel paese, allo scopo di differenziare la propria dipendenza dalle esportazioni di petrolio per le entrate. E' quanto ha detto domenica il deputato ministro per il petrolio e le miniere Elizabeth James Bol ai media locali spiegando che è nell'interesse del governo di diversificare l'economia, basata da anni  esclusivamente sul petrolio. Per questo, nella sua economia vuole includere su larga scala il settore minerario. I proventi derivanti dal petrolio hanno rappresentato il 98% del budget del Sud Sudan fino a gennaio di quest'anno, quando è stata chiusa tutta la sua produzione di petrolio di 350.000 b / d  a causa di una disputa sulle tasse di transito del petrolio con il vicino Sudan settentrionale. " Il Sud Sudan è un paese gigante. Si tratta di una nazione giovane emergente distrutta da decenni di guerra civile. Ha un sacco di sfide d'a

Stati Uniti: guerra al carbone

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Mentre la Cina continua a produrre energia elettrica dal carbone (nel 2010 si attesta a 1,6 miliardi di tonnellate, entro il 2030 sarà quasi il doppio a 3,1 miliardi di tonnellate), e ha già investito 15 miliardi di dollari in infrastrutture per convertire il carbone in petrolio, e gli investimenti entro il 2020 si attesteranno ovunque dai 65-agli 80 miliardi di dollari per un fabbisogno di oltre 100 milioni di tonnellate di carbone; così pure l'India che sta investendo in un nuovo programma di elettrificazione di cui l'80 per cento della nuova capacità proverrà da carbone, con un incremento della domanda di carbone di oltre il 200 per cento in soli cinque anni... il più grande e importante dei Paesi industrializzati, gli Stati Uniti (che per 100 anni ha seguito politiche che hanno cercato di assicurare prezzi stabili e una fonte affidabile di energia), con Obama in testa, appoggiato dalla Environmental Protection Agency (EPA), che si propone di  ridurre al minimo l'inqui

Iran: sfida all'occidente

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Lo stretto di Hormuz, il rubinetto del petrolio mondiale, rischia di essere chiuso dal regime di Teheran. L'ultima provocazione è una campagna di esercitazione militare. L'Iran schiera la sua marina nello stretto di Hormuz e da 10 giorni testa missili a lungo raggio, si esercita a bloccare la navigazione e intima agli stati uniti di allontanare definitivamente la portaerei USS Abraham Lincoln   (affiancata da navi da guerra inglesi e francesi) , intensificando i suoi avvertimenti bellicosi, giungendo persino ad affermare, per bocca di un anziano deputato, che nel caso dovesse chiudere lo stretto, come ha minacciato di fare, la portaerei americana "sarà il bottino di guerra dell'Iran. Tuttavia, questo è solo un aspetto della loro strategia di deterrenza, dice Fariborz Haghshenass, un esperto di uno studio del 2008 sulla base di dottrine pubblicate delle Guardie rivoluzionarie islamiche (IRGC).  Ci sono anche Hezbollah e Hamas e gruppi di militanti attivi ai confi

Asia: la guerra dell'acqua

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Le battaglie del passato sono state combattute per la terra. Oggi si combattono per l'energia. E domani? Quelle del futuro si svolgeranno sul tema dell'acqua. In nessun altro luogo se non in Asia questo è un aspetto più che reale! Anche se ha in casa più della metà della popolazione umana, la massa continentale asiatica ha meno acqua fresca rispetto a qualsiasi altro continente che l'Antartide, con la sua disponibilità di acqua dolce pro capite è meno della metà della media mondiale. Per inciso, l' Asia utilizza acqua quasi il doppio pro capite dell''America Latina, che ha potenzialmente la più alta disponibilità di acqua nel mondo. Brahma Chellaney è un professore di studi strategici presso il Centre for Policy Research di  New Delhi , e si occupa da tempo della Water and Security (sicurezza dell'acqua). Secondo Chellaney il nuovo campo di battaglia per il possesso dell'acqua è l'Asia, dove l'ascesa della classe media, insieme con l&

DRY, il potere dell'acqua nel prossimo futuro

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Quasi un miliardo di persone sul pianeta non hanno accesso ad acqua potabile pulita. L' acqua non potabile e la mancanza di servizi igienici di base uccidono più persone ogni anno di ogni forma di violenza, inclusa la guerra. Una persona su otto sul pianeta, beve acqua che probabilmente la farà ammalare. La crisi idrica e la povertà vanno di pari passo. " L'acqua è una forza straordinariamente complessa e sottile in un'economia. E 'il vincolo singolo sull'espansione di ogni città, e banchieri e dirigenti aziendali l'hanno citato come l'unico limite naturale alla crescita economica" , ha detto Margaret Catley-Carlson, Vice -Presidente del World Economic Forum. Da questi presupposti nasce DRY , un film indipendente di Jonathan Ehlers, Patrick Ward-Perkins e Mayring Jenine, che doneranno una parte dei proventi del loro film di prossima uscita ad una organizzazione non-profit portando acqua potabile pulita e sicura a persone nei paesi in vi

Nel mentre, comincia la guerra del gas...

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Quello che sta avvenendo in Nord Africa e in Medio Oriente, è il preludio di quello che ci attenderà nei prossimi tempi, dove le risorse energetiche, gas e petrolio, ma anche l'acqua, saranno usati come forme di ricatto verso quei paesi assetati di entrambe le commodities, quali ad esempio Israele e Giordania, amici più degli Stati Uniti che del potente vicino Iran, che di certo non si rassegnerà ad assistere allo sfacelo generale in atto nella sua zona d'influenza regionale. Adesso poi , che in Egitto si sta ridiscutendo la posizione privilegiata in campo energetico che lo Stato d'Israele intratteneva col regime di Mubarak, attraverso la compagnia egiziana Eastern Mediterranean Gas Company (AMG), per porre fine "allo sperpero dei fondi pubblici" con la vendita di gas a Israele a un prezzo inferiore ai tassi di mercato globale, e proprio nel momento in cui era ripresa la fornitura di gas naturale verso Israele, dopo l'interruzione dovuta all'esplo

South Stream e Nabucco: la guerra del gas

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L'instabilità politica in Africa e Medio Oriente, con i timori che una fusione nucleare in Giappone possa spingere i governi nazionali in Europa a porre un freno ai loro programmi nucleari, rende  Gazprom South Stream sempre più attraente. Con il mercato europeo, che in seguito alle turbolenze negli stati del Nord Africa che producono gas naturale andrà a perdere fino a 10 miliardi di metri cubi di gas all'anno, soprattutto per il conflitto in Libia, e che potrebbero arrivare addirittura a 50 miliardi se il conflitto si allargasse anche alla vicina Algeria, l'interesse per il gigantesco pipeline,  sta crescendo ed ora vede entrare in campo anche la tedesca BASF che entrerebbe nel progetto col  15%,  portando 2 miliardi di dollari (1,2 miliardi di sterline) nel Consorzio che realizzerà il gasdotto erodendo la quota di ENI sinora socio paritario di Gazprom.

L'operazione in Libia in principio si chiamava...

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In principio si chiamava South Mistral , poi i francesi l'hanno chiamata Harmattan , mentre gli inglesi preferivano Ellamy . Finchè è stato deciso dal Pentagono di chiamarla Odissey Dawn , però in una coalizione con la leadership francese , ovviamente, non è vista di buon occhio da Italia, Turchia, la quale si è offerta come mediatore per raggiungere il prima possibile un cessate il fuoco tra le parti in Libia , e Germania, che ha preferito addirittura tirarsi fuori.  La si è voluta allora far diventare una operazione umanitaria ( ??? ) più corposa, senza padri padroni, e adesso si è deciso che tutte le operazioni saranno sotto un'unica bandiera, quella della Nato , il che garantisce un quadro chiaro, più definito, più collaudato, garantendo quindi efficienza e trasparenza nelle operazioni.  La Nato quindi farà rispettare la risoluzione Onu 1973 , che si prefigge di proteggere i civili e li proteggerà attraverso l'embargo sulle armi, da far rispettare via mare (comp

"Odyssey Dawn": un intervento militare troppo precipitoso

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Scattata alle ore 17: 45 del giorno 19 marzo l'operazione " Odyssey Dawn ", che secondo il Pentagono dovrebbe aver ridotto significativamente la capacità contraerea del regime libico, la cui reazione nella notte è stata rabbiosa ma inefficace, contro il potenziale di fuoco della coalizione. Alle ore 15 il cielo di Bengasi viene sorvolato da aerei da ricognizione francesi, che colpiscono 4 mezzi blindati libici e la città comincia a sperare. A disposizione delle operazioni c'è anche il sistema di monitoraggio ambientale italiano, COSMO-SkyMed , per l'osservazione iperspettrale della terra, che integrano le osservazioni radar con osservazioni nell'infrarosso visibile e ultravioletto. Nel giro di poche ore partono i primi attacchi dei jet francesi e subito dopo, dai cieli e dal mare, si scatena l'inferno. Vengono sparati 118 missili cruise di lungo raggio, i tomahawk, che coi loro bagliori luccicanti hanno illuminato la notte libica e colpito almeno 2