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Visualizzazione dei post con l'etichetta lavoro minorile

La grande piaga del lavoro minorile

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 Ad ulteriore conferma di come il problema del lavoro (minorile o forzato) si riveli un trattamento inumano, ecco giungere dalla Cina un paio di jeans trovati a Belfast, nella catena Primark, acquistati tre anni prima da una giovane irlandese che li ha tirati fuori dall'armadio nel momento in cui aveva deciso d'indossarli, perchè sino ad allora non li aveva ancora indossati. Con grande sorpresa la giovane ha trovato una cucitura interna nella tasca dei jeans, dove all'interno c'era un cartoncino con su scritto: "SOS! SOS! SOS!", e in aggiunta una scritta in caratteri cinesi che diceva " Ci trattano come schiavi, peggio dei maiali, salvateci ". In un recente rapporto sulla piaga del lavoro minorile nel mondo: “Marking Progress Against Child Labour: Global Estimates and Trends ,” che nel primo decennio del secolo XXI resta un fenomeno globale agghiacciante, si stima che almeno 168 milioni di bambini, costretti dalla povertà estrema, accettano

Blood coltan

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I diamanti sono sempre stati simbolo di ricchezza, potere e romanticismo, anche se poi non tutti questi straordinari gioielli dovrebbero finire sugli anelli di fidanzamento, se non se ne conosce la provenienza certa. In Africa, ma anche altrove, la strada dei diamanti è irta di insidie, pericoli e sangue. Stessa strada sta percorrendo il coltan (da cui deriva il tantalio , un materiale strategico che viene usato principalmente come conduttore nell’industria spaziale ed elettronica), minerale assai meno nobile del diamante, che allo stato grezzo si presenta in forma di ciottoli e pietre, che vengono poi pestati in un mortaio e trasformati in una finissima polvere nera debolmente radioattiva pronta per essere spedita all’estero, assieme ad oro e diamanti, sulle rotte dove si incrociano con le missioni degli aerei bianche delle nazioni unite, della Croce Rossa e delle agenzie umanitarie.

L'amaro destino dei Guarani Kaiowá

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Nella regione meridionale del Mato Grosso do Sul, al confine tra Brasile e Paraguay, la più popolosa nazione indigena del paese lotta in silenzio per il suo territorio, cercando di contenere l'avanzata dei suoi potenti nemici. Espulsi dalle loro terre a causa del continuo processo di colonizzazione, più di 40.000 Guarani Kaiowá ora vivono con meno dell'1% del loro territorio originale. Sulle loro terre oggi, ci sono migliaia di ettari di canna da zucchero dove imprese multinazionali ricavano l'etanolo per rendere il mondo come un "ambiente accogliente" e combustibile "pulito". Le terre statali in Brasile sono le più produttive nel campo agro-alimentare e biocarburanti. Molti Guarani Kaiowá sono obiettivi costanti di attacchi e vittime di una preoccupante ondata di suicidi . Senza le loro terre e boschi, i Guarani Kaiowá hanno convissuto per anni con una epidemia di malnutrizione. E senza mezzi alternativi di sussistenza, adulti e bambini sono