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Il cambiamento climatico può trasformare l'arido Sahel in Africa in una zona verdeggiante

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Il cambiamento climatico è davvero sorprendente e non è detto che sia del tutto distruttivo e invivibile. Guarda l'Africa, ad esempio: il cambiamento climatico potrebbe trasformare  il Sahel, una delle regioni più aspre del continente nero che si estende dalla costa della Mauritania e Mali a ovest fino al Sudan e all'Eritrea a est, estendendosi sul bordo meridionale del deserto del Sahara, in un paradiso verde, qualora il pianeta si riscaldasse più di 2 gradi Celsius, provocando frequenti piogge, accendendo così una circolazione di monsoni. Il Sahel ha visto peggiorare i maltempi estremi con siccità più frequenti, negli ultimi anni. Più di 100 milioni di persone sono potenzialmente colpite e si trovano già ad affrontare una (moltitudine) di instabilità, tra cui la guerra. Ma se le emissioni di gas a effetto serra non vanno a diminuire, dichiarano i ricercatori dell' Institute for Climate Impact Research (PIK), il conseguente global warming - di oltre 2 grad

COP21: spinta finale verso un difficile accordo sul clima

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La Conferenza di Parigi sul cambiamento climatico (COP21) in corso a Parigi è stata oscurata da minacce più immediate come il terrorismo, ma il vertice delle Nazioni Unite potrebbe in qualche modo fare la differenza. Se non si fermano le conseguenze peggiori dei cambiamenti climatici, le emigrazioni e le crisi legate all'aumento della siccità, nonchè agli eventi estremi indotti dall'uomo, questo provocherà tensioni ed ulteriori conflitti. Inoltre, siccome la soluzione è abbandonare l'utilizzo di carbone, petrolio e poi di gas (il petrolio alimenta le guerre) , una prospettiva della politica di cooperazione tra le grandi economie per investire nelle energie alternative può ridurre le pressioni su quelle risorse per  le quali si rischiano guerre non solo locali ma anche su vasta scala. Per alcuni attivisti ambientali presenti nella capitale francese i negoziati sul clima non sono sufficienti. I leader mondiali debbono ascoltare con più attenzione le parole di Papa France

Svalbard, la dispensa per l'umanità futura

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In una fetta di Norvegia, nell'arcipelago delle Svalbard , c'è l'isola di Spitsbergen, scoperta dal navigatore olandese Willem Barents che la battezzò, appunto Spitzbergen (Montagne aguzze) . Benchè appartenga alla Norvegia, l'isola del Mar Glaciale Artico, distante 1200 chilometri dal Polo Nord, ha goduto di diritti speciali per l'attività industriale dei russi sin dai tempi del periodo sovietico; un po' meno oggi, visto che il grandioso progetto della Banca dei semi è stato voluto fortemente dal governo norvegese. Pur non essendo, di per se, un esperimento scientifico, la massiccia banca dei semi,  la cosiddetta "The doomsday vault" (la volta del giorno del giudizio ) , situata in un bunker inaccessibile, ha delle implicazioni scientifiche, specie se vi fosse un evento catastrofico che cancellasse le banche del seme esistenti. Per ogni varietà vegetale esistente sul pianeta c'è una piccola quantità di semi conservati in con

Acqua ed energia: il collasso prossimo venturo

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Gli scontri di questo secolo saranno conflitti per l'accesso a cibo, acqua ed energia. La globalizzazione, l'aumento del tenore di vita di un gran numero di persone che emergono dalla povertà in Asia e in Africa, e la crescente domanda di cibo, acqua, ed energia in coincidenza con le carenze causate dai cambiamenti climatici, porteranno quasi certamente a possibili "guerre per le risorse". Se i conflitti tuttora in atto nel mondo, conflitti completamente diversi da quelli del passato dove si combatteva tra Stati, prenderanno il sopravvento, si prevedono tempi difficili, anzi difficilissimi per l'intera umanità. La lotta per le risorse non è certo nuova, ma guerre come queste che stiamo vivendo, diventeranno più comuni e più intense. Il cambiamento climatico poi, che può gravemente compromettere le reti da cui dipende l'umanità per il cibo, l'acqua e l'energia, plasmerà il destino delle nazioni. Se non subentrerà la ragione e il buon

Blood coltan

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I diamanti sono sempre stati simbolo di ricchezza, potere e romanticismo, anche se poi non tutti questi straordinari gioielli dovrebbero finire sugli anelli di fidanzamento, se non se ne conosce la provenienza certa. In Africa, ma anche altrove, la strada dei diamanti è irta di insidie, pericoli e sangue. Stessa strada sta percorrendo il coltan (da cui deriva il tantalio , un materiale strategico che viene usato principalmente come conduttore nell’industria spaziale ed elettronica), minerale assai meno nobile del diamante, che allo stato grezzo si presenta in forma di ciottoli e pietre, che vengono poi pestati in un mortaio e trasformati in una finissima polvere nera debolmente radioattiva pronta per essere spedita all’estero, assieme ad oro e diamanti, sulle rotte dove si incrociano con le missioni degli aerei bianche delle nazioni unite, della Croce Rossa e delle agenzie umanitarie.

Ci vorrebbe più sincronia a questo mondo!

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Ci sono masse di popolazione mondiale che già dalle prossime generazioni saranno costrette a muoversi verso luoghi dove c'è l'acqua da bere e il cibo da mangiare. E queste sono cose che già si sanno. Si sapeva che bastava fare qualcosa di più per portare la nostra democrazia occidentale in quei paesi fortemente a rischio e noi l'avremmo fatalmente conquistati senza fare guerre preventive. Ma questo non è stato fatto. Tutto questo poichè la sincronia della nostra esistenza sul pianeta procedeva a più velocità, veloce come un treno in Occidente, andante come una bicicletta nei paesi emergenti e lenta come una lumaca in quello che resta del mondo. (Un po' come l'Euro a due velocità. Forte in Germania e nei paesi del nord Europa, debole nei paesi che affacciano sul Mediterraneo, Francia a parte ma Italia compresa). Abbiamo pensato che il tempo di questi popoli lenti fosse uguale al nostro tempo, e non è così! Abbiamo pensato che loro fossero dei nostri contemporanei

Candidiamo l'isola di Lampedusa al Premio Nobel per la Pace 2011

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Poco prima dell'alba di ieri a Lampedusa, un barcone con circa 500 emigrati a bordo, si è infranto sugli scogli davanti al porto. Molti di quei disperati, in fuga da guerre, crudeltà, siccità e mancanza di lavoro, provenienti quasi tutti dall'Africa subsahriana, sono saltati dal barcone, cercando di appigliarsi dove capitava, anche sui corpi degli altri sventurati, sbattendo contro gli scogli e riportando varie escoriazioni sui loro corpi esausti. In tanti hanno pensato che quello fosse l'ultimo giorno della loro vita, quando si sono gettati in  mare e hanno avuto la forza di nuotare sino ad uscire dall'acqua. Grazie però alla tempestività dei soccorsi, con in testa i sommozzatori della Guardia Costiera, altre forze dell'ordine e volontari di associazioni umanitarie, è stata formata una catena umana, che è riuscita a trarre in salvo molti di loro, tra cui donne e bambini. Tra essi, c'era anche Innocent , il cui primo pensiero, non appena ha toccato terra, è st

Conflitti per l'acqua: a chi appartiene il Nilo?

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Sebbene il colonialismo abbia portato in Asia e in Africa infrastrutture, istruzione, tecnologia industriale, migliore sanità... il che vuol dire progresso, il rovescio della medaglia mostra invece angherie, ruberie e ingiustizie, le quali, ancora oggi, a distanza di anni dalla fine del colonialismo, fanno sentire il loro disastroso effetto. Uno dei maggiori problemi del mondo in questo nostro tempo è senz'altro quello delle risorse idriche, tant'è che sono in molti a pronosticare possibili guerre future nella corsa all'accaparramento del bene più prezioso per la vita, l'oro blu. Dove l'acqua scarseggia è sinonimo di carestie, siccità, malattie... e in un mondo che va sempre più popolandosi, il rischio che possano scatenarsi conflitti per essa, sono purtroppo un'amara verità. Quando nel 1929 la Gran Bretagna, che controllava l'Egitto e il Sudan, stilò coi due paesi un trattato bilaterale, riveduto e corretto poi nel 1959, concedendo loro "la piena

Le grandi preoccupazioni di Obama

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Secondo alcune catastrofiche teorie internettiane, quali il calendario Maya , che prevede la fine del mondo per il 21 dicembre 2012 ; o quella del viaggiatore del tempo in missione sulla Terra nei primi anni 2000, tale TimeTravel, nickname del più famoso John Titor, che scrivendo sul forum del sito web del Time Travel Institute, descrive il futuro fra il 2000 e il 2036, accennando ad una catastrofica terza guerra mondiale (o Prima guerra termonucleare) ... la temuta fine del mondo, causata proprio dalla mano dell'uomo, sembrerebbe essere alle porte. Ma i governanti del mondo, che poco credono a questi tormentoni del web, cosa debbono fare affinchè, avvenimenti così cupi non debbano accadere mai, specie se per colpa dell'uomo? Qualche decennio fa c'era stata la proposta di Gorbaciov che prevedeva un piano di disarmo nucleare globale in tre fasi per liquidare tutte le armi nucleari nel mondo entro il 2000. Piano che poi catturò subito l'attenzione del presidente d

Sciami di vespe e di api per le guerre del futuro

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Sembra che la Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA) stia lavorando su una sorta di "scarabeo cyborg", un insetto vero, che può essere utilizzato nella lotta e sorveglianza del nemico, chirurgicamente modificato in modo che un essere umano possa controllare la sua direzione di volo e di movimento. Si parla anche di vespe, api, farfalle, falene e scarabei cornuti. Essi possono essere controllati a distanza dagli uomini in campo, e sono in realtà parte di un progetto molto più ampio e complesso denominato HI-MEMS , l' Hybrid Insect Micro-Electric . Sono gadget tecnologici di ultima generazione sviluppati dal Pentagono che potrebbero avere interessanti implicazioni per la sicurezza nazionale e le future guerre. Per questa ricerca sono stati investiti, per ora, 12 milioni di dollari ma DARPA continua ad offrire finanziamenti a coloro che possono dimostrare di poter progredire nello sviluppo di tecnologie ibride sugli insetti. Questi insetti bionici incarnano

La nostra... "era degli stupidi"

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Dopo " An inconvenient truth " il film che ha lanciato Al Gore verso il Premio Nobel, un altro film documentario che darà una scossa definitiva alla nostra opulenta civiltà. Londra è sott'acqua; New Orleans non verrà ricostruita per la terza volta; il ghiaccio artico si è sciolto e l'agricoltura scarseggia. Le conseguenze di tutto ciò sono grandi disordini alimentari a livello mondiale e in definitiva il crollo della civiltà. Questa è la premessa di una nuova pellicola indipendente britannica del film " The Age of stupid ", l'età degli stupidi, che uscirà nelle sale inglesi alla fine di questo mese. L'ambientazione è nel 2055. Il film ritrae un mondo post-apocalittico devastato dal peggiore impatto del cambiamento climatico, e guarda soprattutto al periodo critico tra il 2005 e il 2015, esaminando il motivo per cui non abbiamo salvato noi stessi quando ce n'era la possibilità... Nella sequenza di apertura, il narratore, interpretato dal ca

Le crisi nel mondo dimenticate dai mass media

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Dal Rapporto annuale sulle crisi dimenticate nel 2008 di " Medici senza frontiere " emerge che Somalia, Myanmar, Zimbabwe, Repubblica democratica del Congo, paesi nei quali migliaia di civili sono vittime di conflitti, fame e violazione dei diritti umani... "non fanno notizia" nei telegiornali italiani. Per questo la più grande organizzazione umanitaria indipendente di soccorso medico, impegnata in contesti di conflitto, catastrofi naturali ect... lancia la campagna " Adotta una crisi dimenticata " ( www.crisidimenticate.it ) per chiedere a quotidiani e periodici, trasmissioni radiofoniche e televisive, testate on-line di impegnarsi a parlare di una o più crisi dimenticate durante quest'anno, fino alla presentazione del rapporto 2010. A fianco alla "denuncia" della scarsa attenzione dei Tg alle crisi umanitarie nel pianeta, "Medici senza frontiere " ha stilato una classifica delle crisi dimenticate. Per prima, c'è la cata

Semmai l'umanità...

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Semmai l'umanità fosse stata capace di comprendere cosa sarebbe potuto diventare il mondo se non si fosse cambiato il modus vivendi che la società del primissimo XXI secolo ha sconsideratamente adottato, probabilmente, oggi, non mi sarebbe possibile parlarvi di questo rapporto. Purtroppo, ciò non è avvenuto e le conseguenze di questa grave mancanza, che l'uomo ha deliberatamente ignorato, potrebbero determinare effetti disastrosi per le future generazioni, le quali, nel vano tentativo di riparare i danni dei loro irresponsabili antenati, potrebbero incorrere in guerre, carestie ed epidemie scoppiate così, quasi per caso, improvvisamente, qui e la, per il continente africano, "preso a prestito", quale primo "laboratorio" del pianeta. Da quando mondo è mondo, ad alcuni uomini, quelli attratti particolarmente da ciò che inorridisce, riesce estremamente facile occuparsi di argomenti dai risvolti inquietanti, portati avanti con fare cinico e disinvolto. Ma se que

Cambiamenti climatici: le prime avvisaglie in Africa

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Saranno le nazioni africane a dover affrontare per prime i duri effetti dei cambiamenti climatici che, secondo gli esperti, stanno per verificarsi. Uno dei maggiori effetti dei mutamenti climatici in Africa è la questione delle risorse idriche. Il rischio che l'acqua possa diventare un problema interconnesso con conflitti radicati, politici, economici e anche religiosi, è reale. L'anno scorso, il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha detto che " troppo spesso, dove abbiamo bisogno di acqua, troviamo le pistole ". Non vi è dubbio che, gia in questo decennio, l'acqua diventerà un'arma politica e uno strumento di contrattazione. Tuttavia la scarsità delle risorse idriche potrebbe invece assecondare una maggiore cooperazione, se fossimo pronti a vedere queste sfide come un'opportunità per aumentare il nostro impegno a lavorare insieme. La questione è: il cambiamento climatico porterà una maggiore insicurezza o direttamente a nuovi conflitti