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Land grabbing: anche l'acqua è entrata nel mirino

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La crescita della popolazione mondiale comporta maggior cibo e acqua per tutti. Forse è per questo che grandi corporazioni e investitori dei paesi ricchi si stanno accaparrando terreni agricoli stranieri e i vantaggi di acqua dolce che ne derivano. Dal Sudan all'Indonesia, la maggior parte della terra si trova nelle regioni povere, così gli esperti avvertono che questo diffuso acquisto potrebbe ampliare il divario tra paesi sviluppati e in via di sviluppo. L'acqua depredata dalle corporazioni ammonta a 454 miliardi di metri cubi l'anno a livello globale, che corrisponde a   circa il 5 per cento dell'acqua che si utilizza annualmente nel mondo.  Gli investitori provenienti da sette paesi – Stati Uniti, Emirati Arabi Uniti, India, Regno Unito, Egitto, Cina e Israele – rappresentano il 60 per cento  dell'acqua acquisita in questi affari.  La maggior parte degli acquirenti sono investitori nel campo dell'agricoltura, dei biocarburanti e del legname. Alcun

Via dall'obbrobrioso fenomeno del land grabbing

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Nell'ultimo decennio ( e in particolare nel corso degli ultimi quattro anni) i paesi ricchi hanno sempre più mediato offerte per enormi distese di terreni agricoli a prezzi stracciati nei paesi in via di sviluppo, installando aziende agricole su scala industriale, ed esportato i frutti dei terreni per mero  scopo di lucro. Secondo il gruppo antifame Oxfam International, oltre il 60 per cento di questi "terreni depredati" si verificano nelle regioni con gravi problemi di fame. Due terzi degli investitori prevedono di spedire tutti i prodotti che producono fuori dal paese sul mercato globale. E siccità, picchi dei prodotti alimentari e del prezzo del petrolio, oltre ad una popolazione mondiale in crescita hanno reso la ricerca di terreni coltivabili più urgente, e gli investimenti ancora più seducenti. In quello che un recente studio del Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) caratterizza come una "nuova forma di colonialismo", investitori

Razzia di metalli nelle nostre città

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720 bocce in lega di bronzo rubate in 5 circoli bocciofili della città di Torino. Ogni boccia pesa 920 grammi ed è in lega di bronzo. Una volta fuse vengono rivendute e sono soldi in contanti che sul mercato valgono 4,5 euro al kg Ma non solo bocce. La crisi economica sta esplodendo in tutto il suo tragico aspetto e con i prezzi delle materie prime alle stelle ormai non si salva più niente. La razzia del rame non conosce fine: grondaie in rame divelte direttamente da palazzi, aziende abbandonate, ferrovie, stazioni, tram, lampade... I carabinieri hanno sorpreso e bloccato una banda che stava letteralmente smontando la De Tomaso. A Terracina vecchia, in provincia di Latina, la notte girano bande di ladri che rubano rame dagli infissi, dalle grondaie, bronzo dei campanelli. Si rubano anche statue in metallo dei santi, campane in bronzo delle chiese, dei loculi cimiteriali... Insomma una ruberia continua che se non verrà bloccata rovinerà tanti bei luoghi antichi delle nostre p

Materie prime: gli speculatori sciacalli

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Mentre su buona parte del mondo si abbatte la mannaia della fame, grandi imprese bancarie di casa a Wall Street fanno guadagni spaventosi. La sola Goldman Sachs ha guadagnato più di un quarto di un miliardo di sterline (400 milioni di dollari) nel 2012 da speculazioni sui prodotti alimentari come grano, mais e soia, spingendo molti critici ad accusarla di trarre profitto dalla carestia e manipolazione del mercato, ma molti dei traders si difendono sostenendo che i loro profitti sono dovuti al crescente consumo in Cina. Goldman Sachs è riconosciuto come leader mondiale nella speculazione finanziaria sui prodotti alimentari e altre materie prime, e ha creato i primi commodity index funds che abbisognano di enormi quantità di denaro per giocare sui prezzi. I prezzi alimentari mondiali tracciati dalla UN Food and Agriculture Organization (FAO) sono più che raddoppiati negli ultimi 10 anni.  Il 2013 potrebbe vedere un altro aumento dei prezzi, a seguito del peggior raccolt

Barclays Bank: stop speculazione mercati materie prime

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Barclays Bank ha fatto capire che sta considerando di tirarsi fuori della speculazione alimentare a causa del 'rischio reputazione". La speculazione finanziaria nei mercati delle materie prime (frumento, mais e grano) e i picchi drammatici dei prezzi dei combustibili stanno spingendo i prodotti alimentari al di fuori della portata delle persone più povere del mondo. E' quanto ha ammesso  Rich Ricci,   il capo della banca d'investimento Barclays, alla Commissione parlamentare del Regno Unito sulle norme bancarie. "Se si è deciso di smettere il trading dei prodotti agricoli non è guidato dal regolamento. Ma è perché non si siede socialmente bene con la gran parte dei componente dei nostri clienti '. Il Financial Times ha riferito che la banca britannica sta cercando di ritirarsi dal commercio di materie prime agricole per ricostruirsi la sua reputazione dopo una serie di scandali. Ciò è dettato da una revisione strategica del nuovo Chief Executive Ant

Materie prime alle stelle per via del "global weirding"

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Tanto per non farci mancare niente, in un mondo già in completa crisi, arriva un altro conto salato da pagare: quello delle materie prime alimentari, che stanno tutte aumentando creando problemi un po' ovunque. Da rammentare che la primavera araba del 2011 ha avuto proprio origine dagli aumenti dei prezzi alimentari. Alla Borsa delle materie prime agricole di Chicago [ Chicago Mercantile Exchange (CME)] in soli trenta giorni c'è stato un vero boom: il prezzo del mais è schizzato in alto vertiginosamente, toccando addirittura uno storico +42%. Ma anche soia e grano hanno seguito il trend con un significativo più 17% la prima è più 34% il secondo. Due sono le principali cause di questi rialzi. l'aumento della domanda per sfamare la maggior parte della popolazione mondiale e il famigerato clima che col " global weirding " sta facendo vedere i sorci verdi a tutti. Negli Stati Uniti le temperature torride hanno bruciato le coltivazioni. Campi di mais, pannocchie

Quanto dureranno ancora le risorse del pianeta ?

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Anche se ora non appare come la tendenza più investibile, nel corso dei prossimi 20 anni saranno le risorse rinnovabili e non rinnovabili, minerali, combustibili fossili e biomasse, i settori che cresceranno in una popolazione più ricca e con una crescita globale sempre più esigente. Allo stato attuale si sta attraversando una soglia critica. La domanda sulle risorse del pianeta sembra aver cominciato a superare la velocità con cui tali risorse possono essere fornite. Il divario tra la domanda umana di risorse rinnovabili del nostro pianeta e la fornitura di tali risorse è noto come ecological overshoot. L'impresa umana consuma circa 60 miliardi di tonnellate metriche delle quattro risorse chiave: minerali, minerali metalliferi, combustibili fossili e biomasse (materie vegetali) all'anno. I cittadini dei paesi sviluppati consumano una media di 16 tonnellate di queste quattro principali risorse pro-capite (che vanno fino a 40 o più tonnellate per persona in alcuni paesi

Africa: furti di di terra

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Disperati per gli investimenti esteri e la promessa di sviluppo, i governi africani stanno sempre più offrendo agli stranieri quello che per loro è molto caro: la loro terra. Il risultato del fenomeno noto come "land grabbing " ha visto milioni di persone sfollate, agitazioni, e povertà ancora più grande. Questo furto di terra o land rush ha avuto inizio seriamente un decennio fa, ma ha avuto un forte slancio nel 2008, con la speculazione sui prezzi alimentari tramutatosi in un aumento della fame, creando la crisi finanziaria in corso, e un aumento della domanda di biocarburanti. Il furto delle terre fa gola a investitori, governi, o società, che acquistano in leasing vaste tracce di terre coltivabili al fine di esportare i prodotti di ritorno nei loro paesi, o semplicemente per speculazione finanziaria. Il fenomeno è più diffuso è nell'Africa sub-sahariana, così come in Brasile e in Russia, e i paesi esteri maggiormente coinvolti nel rivendicare la terra sono Cina,

Terre rare: un problema geopolitico da non sottovalutare

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Il timore di una carenza di metalli delle terre rare utilizzati nei prodotti industriali e militari ad alta tecnologia sta inducendo gli Stati Uniti a riaprire vecchie miniere abbandonate , tra le quali quelle di Mountain Pass Mine , nel deserto di Mojavi ,  in California. Scoperto nel 1940 da cercatori d'uranio, 60 miglia a sud-ovest di Las Vegas , il Mountain Pass contiene un mix di terre rare, tra cui il cerio e il lantanio, in concentrazioni quasi doppie di quelle che si trovano nella più grande miniera di terre rare del mondo, la China's Bayan Obo . Il sito di 2.200 acri, comprende una profonda fossa nel deserto del Mojave ed è di proprietà di Molycorp Minerals in Colorado, che ha ha appena iniziato un lavoro di due anni per ridare a Mountain Pass il suo antico ruolo di produttore leader a livello mondiale. Nella parte inferiore del vasto sito, sotto 6 metri (20 piedi ) di acqua brillante color verde smeraldo, si nasconde un ricco giacimento di minerali che

Quella parte del mondo che...

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Quella parte del mondo che non attira mai troppo il nostro interesse , sempre all'erta sugli eventi naturali o sovvertimenti politici e militari, a differenza dell'altra parte, quella Occidentale, su cui le informazion in questi casii, specie per quanto riguarda gli eventi naturali, abbondano...  quella parte del mondo che non  attira mai troppo il nostro interesse , si diceva, si chiama Asia e Africa , due continenti la cui storia si perde nel tempo dei tempi e che oggi nel primo decennio del secolo XXI , sebbene liberatesi ormai da decenni dalla colonizzazione occidentale, che li ha comunque aiutati a strutturarsi come nazioni... è ricaduta, ahimè, nelle grinfie del  grande colonizzatore attuale, il quale detiene un quinto della popolazione mondiale, consuma metà del suo cemento, un terzo del suo acciaio, oltre un quarto del suo alluminio... e che siccome ha bisogno di sfamare sempre di più la sua enorme popolazione, fa incetta di materie prime, petrolio, legname, terreni...

L' e-waste di ritorno...

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Subito dopo ferragosto ho voluto rassettare la mia stanza da lavoro, gettando cartaccia inutile, togliendo quadri, poster e vecchie immagini dalle pareti. Dopo una ventina di minuti, mentre ero intento a sistemare gli scaffali della libreria, mi sono ritrovato alle prese con un grosso problema: dove gettare tutti quei  rifiuti elettronici che si stavano accumulando frettolosamente?  Mi riferisco ad un hard disk obsoleto, da un paio di cuffie rotte, ad una serie di prese, carica batterie, "ciavatte", prese scart, telefonini antiquati ... senza contare poi quello che c'era nei cassettoni e sul ripiano in basso del mobile sulla parete opposta: una vecchia stampante, il cabinet d'un pc con monitor vecchio stampo ed un paio di televisori... insomma una montagna di e-waste .  Subito mi è sorto un interrogativo: dove gettare tutta questa roba?   Se avessi fatto come fa una discreta parte della nostra società civile, avrei gettato tutto nei cassonetti, dove mi sarei

Russia: fumo, cenere, fuliggine, salute, grano e speculazione

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Per sconfiggere gli incendi sui 3000 chilometri del fronte infuocato, che ha coinvloto 550 foreste su oltre 170.000 ettari, in Russia è partita un'offensiva da terra e dal cielo, con uno schieramento di 400 mila uomini, tra cui 160 mila vigili del fuoco, agenti per la sicurezza, volontari,  oltre ad una imponente flotta di aerei speciali, anche due canadair italiani a cui se ne aggiungeranno presto altri. Nonostante i rinforzi, tuttavia, la situazione resta critica. Nuovi focolai allargano la devastazione ed il fumo, che intanto si sta dirigendo verso San Pietroburgo, sta producendo seri problemi di salute. A Mosca i decessi per crisi cardiache polmonari sono in vorticoso aumento. Per gli anziani sono state allestite oltre 120 stanze dell'aria, con bombole d'ossigeno, condizionatori e una tazza di te. La nube è anche una componente chimica: i gas prodotti dalle fiamme danno vita al monossido di carbonio e al biossido di azoto, gli stessi che si producono dal sistema di c

La Nina... questa terribile sconosciuta.

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Sulla scia di El Nino , che quest'anno si è fatto sentire con piogge eccessive in Brasile; con una siccità devastante in un'ampia fascia del sud est asiatico, mettendo a dura prove le economie di una regione, considerata il più grande produttore mondiale di olio di palma, riso e gomma e uno dei principali fornitori di caffè e cacao, ove la scarsità delle precipitazioni ha fiaccato la resa di aziende agricole e piantagioni; distruggendo 500.000 tonnellate di mais nelle Filippine; costringendo la Thailandia, il più grande esportatore di riso al mondo a tagliare d'un 5% la stima della principale coltura del cereale compromesso dalla siccità e dalla diffusione dei parassiti; spaventando l'India, dove anche se El Nino non ha inciso come lo scorso anno, che non aveva visto un fenomeno così devastante da 37 anni , ma lascia tuttora piuttosto scettici gli analisti, che temono una spinta verso l'alto dei prezzi interni e mondiali di cereali, zucchero, semi oleosi e lenti

La sfrenata e devastante rincorsa alle materie prime

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Ai tempi attuali la rincorsa alle materie prime è diventata un obiettivo primario per molti grandi stati, i quali con l'ausilio dei loro potenti fondi sovrani investono massicciamente in progetti minerari in varie parti del mondo, come sta facendo, ad esempio, la Temasek Holdings , uno dei più aggressivi fondi sovrani di proprietà  della Repubblica di Singapore , che  per la seconda volta in due giorni, ha fatto un rilevante investimento nell'industria estrattiva, stavolta con la Toronto Inmet Mining , che sarà utilizzato per costituire un fondo per un massiccio progetto di estrazione del rame attraverso il Cobre Panama project .  La settimana scorsa Temasek ha gettato le basi per investimenti dell'industria mineraria in Africa ed in Mongolia, oltre ad aver investito 100 milioni di dollari nella Platmin Ltd , in una transazione che potrebbe essere precursore di altri investimenti in Sudafrica .   Purtroppo ci si appropria delle materie prime anche nel modo più tradi

Il secolo del dragone

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Ma quale dragone, è diventato un formicone! PRIMA PARTE Il XXI secolo , nel quale siamo da non molto addentrati, riserverà certamente molte sorprese all'umanità. Non è un caso che proprio all'inizio del secolo ci sia stato l 'undici settembre , il quale in un certo senso, sta a rappresentarne il declino della potenza americana. Da allora, la cosa che più è balzata agli occhi, è stata (e sarà per molto tempo) la predominanza sempre più massiccia dei cinesi sull'economia globale (possiede oltre un trilione di dollari di debito pubblico americano) , nonchè il loro incessante e mostruoso rifornimento di risorse naturali, specie, dall' Africa, di cui sono i secondi consumatori al mondo di petrolio. Come fanno le formiche operaie che procacciano il cibo per l'inverno alla comunità, così la Cina fa grandi provviste nel continente nero, ripagandolo con la costruzione di nuove strade, scuole, finanziamento di numerosi progetti, offerte di credito per tutto il contine