L'amara verità di un mondo che ha imboccato la via sbagliata

Dopo la recente crisi dei combustibili fossili accoppiata con l'instabilità politica nei paesi produttori di petrolio e di altre parti del mondo, il mondo sviluppato, in particolare l'Europa occidentale e gli Stati Uniti hanno tracciato una road map per trovare fonti alternative di energia da fonti rinnovabili.

Per cui, ha preso avvio il cosidetto land grabbing, cioè il processo attraverso il quale vengono espropriati piccoli proprietari terrieri attraverso interventi da parte di attori esterni. Negli ultimi anni il mondo è stato testimone di un massiccio sfruttamento di enormi pezzi di terra nei paesi poveri.

A causa dell'instabilità politica e dell'aumento drastico dei prezzi dei combustibili fossili, in particolare diesel, cherosene e petrolio, i paesi europei, che hanno per lo più bisogno di questi combustibili, hanno deciso di trovare le alternative per risolvere il problema. Essi stanno acquistando enormi pezzi di terra attraverso contratti controversi che a volte non danno alcun beneficio alla gente del luogo. Nella maggior parte dei casi i contratti firmati non creano un giusto equilibrio tra gli interessi degli investitori e, appunto, la gente del luogo, durante le procedure di acquisto dei terreni.

Come si è detto, gli investimenti stranieri seguono la crisi petrolifera degli ultimi anni che continua a crescere facendo temere la sicurezza di avere petrolio all'interno del mondo sviluppato. Mentre i prezzi dell'energia in tutto il mondo rimangono volatili, molti paesi sviluppati pensano che sia molto importante esplorare nuove fonti di petrolio e gas per contribuire ad alleviare lo stress sui consumatori e le imprese.

Le energie rinnovabili, come il bio-carburante, richiede tra l'altro moltissima terra, suolo fertile e acqua per  lecolture quali riso, Jatropha, canna da zucchero, mais, manioca, e olio di palma.

L'unico posto dove la terra è fertile e l'acqua è abbondante è l'Africa.

Fare posto a queste colture destinate ai biocarburanti abbisogna di deforestazione. Così, quando questo accade, sono le donne che soffrono di più soprattutto quando si tratta di carenza di acqua e altri servizi sociali di base. La perdita di accesso alle risorse locali è un altro problema per cui le donne sono a rischio di perdere la loro terra perché chi tratta questi affari quasi sempre sono uomini. Molte persone, dopo essere state impiegati nelle aziende stesse che gli stanno depredando la terra, hanno la tendenza di abbandonare le loro fattorie da cui scaturisce poi l'insicurezza alimentare, che la donna vive sulla propria pelle.

Adesso poi, ai colonialisti occidentali si sono aggiunti i cinesi, che fanno razzia ovunque poichè debbono sfamare oltre un miliardo di persone, dando in cambio infrastrutture (con le quali però non si ci ciba...) e i paesi arabi, che hanno bisogno di terre non tanto per produrre biocarburanti ma per soddisfare i loro bisogni alimentari, visto che le loro terre sono per lo più desertiche. Costoro mangiano coi frutti di terre fertili depredate e producono grazie all'energia ricavata sempre da quelle terre fertili non più coltivate per alimentarsi, ma utilizzate per produrre biocarburanti... mentre tanti bambini, anziani e donne del continente nero stentano a vivere e spesso muoiono...

Questa purtroppo è l'amara verità di un mondo che ha imboccato la via sbagliata.

Ma quanto può durare tutta questa situazione?

Immagine: dapa.ciat.cgiar.org

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